Veneto, vendemmia 2020 positiva ma note dolenti dal mercato

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    Raccolti oltre 14 milioni di di quintali di uva trasformati in più di 11 milioni di ettolitri di vino. Bene le vendite in Gdo, mentre soffre l'export anche a causa della pandemia

    Oltre 14 milioni di quintali di uva per oltre 11 milioni di ettolitri di vino, di cui l’80% a Denominazione. Il Veneto rimane prima in Italia per produzione ed export. Questi i numeri più significativi dell'annata vitivinicola 2020 in Veneto, diffusi durante il terzo e ultimo focus 2020 del Trittico Vitivinicolo, evento organizzato giocoforza online da Veneto Agricoltura con Regione e Avepa, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di operatori collegati su zoom.

    In campo e in cantina numeri incoraggianti

    La vendemmia 2020, positiva in particolare per i vini rossi, sia in qualità che in quantità, come hanno sottolineato Luca Furegon di Avepa e Nicola Barasciutti della Regione Veneto-Direzione Agroalimentare - ha prodotto nel Veneto 14.039.000 quintali di uva, una quantità superiore rispetto allo scorso anno (che era stata di 13,159 mln/q) e inferiore rispetto all’abbondante vendemmia del 2018 (16,409 mln/q). Di questi 14 milioni di quintali, ben 10 milioni (per l’esattezza 9,936 mln/q) sono Dov e Docg e circa 3 mln/q  (2,921 mln/q) Igt, a conferma dell’altissima qualità ormai raggiunta dal vigneto veneto.

    La parte del leone come sempre l’ha fatta il Prosecco (un risultato che quasi non fa più notizia) con 4,241 mln/q di uva prodotta, segnando un balzo del +19,42% nel quadriennio 2017-2020 (+1,5% rispetto al 2019). Seguono a distanza siderale tutte le altre Denominazioni: Delle Venezie cioè il Pinot grigio (1,379 mln/q; +2,92% rispetto allo scorso anno); Conegliano-Valdobbiadene (1,005; -2,56%); Valpolicella (0,773; -14,30%); Soave (0,584; -22,51%); Garda (0,351; +15,13%); Venezia (0,343; -1,11%); Asolo Prosecco (0,285; +31,54%); Bardolino (255; +2,59%); Valdadige (0,153; +7.70%), ecc.

    Relativamente alla superficie vitata, suddivisa per varietà, la Glera (Prosecco) si posiziona al primo posto con oltre 36.000 ettari coltivati, seguita da Pinot Grigio (16.147), Garganega (8.923), Corvina (7.050), Merlot (5.797) e tutte le altre.

    Qui le slide con i numeri della vendemmia 2020/1

    Qui le slide con i numeri della vendemmia 2020/2

    Export affossato dalla pandemia

    Durante l'incontro non si è discusso solo di vendemmia ma anche di export di vino veneto, dei mercati del vino, di vendite, nella Gdo e sulle piattaforme online in questo periodo Covid, caratterizzato da lockdown e limitazioni di ogni tipo.

    Se la vendemmia 2020 nel Veneto è andata bene, altrettanto però non si può dire per l’export di vino che, come ha sottolineato Alessandra  Padoan della U.O. Sistema Statistico della Regione Veneto, a causa delle difficoltà dell’anno in corso, ha visto interrompersi la lunga e inarrestabile crescita che negli ultimi anni aveva portato la nostra Regione nelle prime posizioni della graduatoria mondiale dei Paesi esportatori, collocandosi infatti alle spalle di Italia, Spagna e Francia. In pratica l’export di vino veneto, dopo un primo trimestre 2020 positivo, ha subito un rallentamento, confermando comunque il Veneto prima Regione italiana esportatrice di vino (in valore: 1.574 milioni su euro, il doppio di Piemonte e Toscana messe assieme).

    Tra lockdown e restrizioni di ogni tipo, la crisi per Coronavirus ha dunque colpito duro anche il comparto del vino che, però, ha trovato nella Gdo un importante canale di vendita. Sull’argomento è intervenuto Francesco Scarcelli, responsabile del segmento vini e liquori di Coop Italia, che ha spiegato dettagliatamente perché la Gdo ha registrato un andamento positivo relativamente le vendite di vino durante la pandemia.

    Penalizzate soprattutto le etichette di basso valore

    «Oggi i prodotti di fascia troppo bassa faticano sempre più ad imporsi sui mercati globali. Ritrovarsi nella fascia bassa dello scafale significa, per i produttori, squalificare i propri vini con pesanti conseguenze nel lungo termine – ha detto il buyer e consulente di importanti aziende vinicole che operano sui mercati internazionali Fabrizio Gatto – alcuni dei marchi più importanti hanno totalmente abbandonato la Gdo puntando solo sulla ristorazione perché “fa moda” ma, in periodi di crisi come questi, la Gdo è stato l’unico canale di vendita che ha resistito, anzi che ha visto aumentare le vendite del 20%. Ne hanno così beneficiato i marchi che erano già presenti con etichette di fascia medio-alta, magari inseriti in vetrine speciali insieme a qualche champagne francese». Gatto ha anche chiesto maggiore collaborazione e meno provincialismo tra le realtà produttive italiane, nane in confronto ai grandi player internazionali del vino.

    Al focus di Veneto Agricoltura è intervenuta anche José Rallo, consigliere di amministrazione dell’Istituto per il Commercio con l’Estero e Amministratore delegato di Donnafugata, una delle più importanti aziende vitivinicole italiane. Nell’occasione, la manager ha ribadito l’importanza delle vendite online di vino, cresciute in tutto il mondo in maniera quasi esponenziale in questo 2020. Si pensi che in Cina l’e-commerce di vino è cresciuto quest’anno del 30%. Nel 2021 si stima che il Paese asiatico sarà superato dagli Usa dove il valore medio di una bottiglia di vino è di 28 dollari, cifra che non ha bisogno di commenti.

    Veneto, vendemmia 2020 positiva ma note dolenti dal mercato - Ultima modifica: 2020-12-23T15:58:55+01:00 da Simone Martarello

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