Si è tenuto ieri 26 settembre al Mipaaf quello che, nelle intenzioni del ministro Teresa Bellanova, dovrebbe essere il primo incontro mensile con gli Assessori regionali all'Agricoltura al Ministero delle Politiche Agricole. All'ordine del giorno: Politica Agricola Comune, revisione del Quadro finanziario poliennale per il periodo post 2020 e, soprattutto, emergenza cimice asiatica.
«Abbiamo ben chiaro – afferma la Ministra - la gravità del problema e il danno che significa. Le nostre strutture sono a disposizione per costruire le azioni comuni necessarie. Questa non è una emergenza regionale ma nazionale ed europea, e per questo intendo discuterne anche a Bruxelles».
Le Regioni del Nord chiedono un fondo d’emergenza
«La cimice asiatica – afferma Giuseppe Pan l'assessore all'agricoltura della Regione Veneto - sta provocando disastri alle coltivazioni di tutto il Nord. Solo in Veneto i danni quantificati dalla filiera ortofrutticola assommano a 100 milioni di euro». Insieme ai colleghi della Lombardia, Fabio Rolfi, e della provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli, Pan chiede quindi l'istituzione di un fondo nazionale straordinario, come fece il governo precedente per la Xylella in Puglia».
Dello stesso tenore la proposta avanzata dalla Regione Emilia-Romagna, con l’Assessore Simona Caselli in prima fila nella richiesta di attivare un piano straordinario nazionale e pluriennale anti-cimice (leggi qui).
«Oltre alle misure legate all'introduzione di antagonisti naturali, la cui efficacia sarà misurata nel medio lungo periodo – sostiene ancora Pan - servono infatti risposte a stretto giro per sostenere le filiere colpite, l'ortofrutta in particolare, per indennizzare gli agricoltori, per potenziare la comunicazione istituzionale e per finanziare l'acquisto di difese meccaniche e la ricerca in tale ambito». «La cimice asiatica sarà la Xylella del Nord se il problema non sarà affrontato per tempo. Chiediamo dunque al governo la stessa attenzione e il medesimo impegno, per evitare il tracollo dell'intero comparto ortofrutticolo delle regioni del Nord». Pan ha posto l'accento sulla necessità di interventi tempestivi e ad ampio raggio per quella che si profila come una calamità di valenza nazionale: «Gli studi non bastano, servono risposte immediate e veloci con finanziamenti adeguati per le imprese coinvolte al fine di evitare il rischio espianti. Da parte nostra siamo disponibili a studiare con le organizzazioni di settore l'istituzione di fondi mutualistici. Ma serve un intervento diretto del ministero per le Politiche agricole, d'intesa con il dicastero delle Finanze, per predisporre un piano straordinario che preveda aiuti economici ai produttori, sconti fiscali e sostegni agli investimenti».
Vernocchi (Alleanza coop): «350 milioni di euro di danni solo per pere, pesche e nettarine»
«Valutiamo positivamente la riunione sull’emergenza cimice asiatica, perché finalmente è emersa in tutta la sua gravità la dimensione del fenomeno e ci si è potuti rendere conto, dati alla mano, degli enormi danni creati alle colture, che ammontano, secondo le stime elaborate dal CSO - Centro Servizi Ortofrutticoli, a oltre 350 milioni di euro solo per pere, pesche e nettarine e a 486.000 giornate di lavoro andate in fumo, compreso anche l’indotto».
Così Davide Vernocchi, Coordinatore Settore Ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, commenta gli esiti dell’incontro svoltosi oggi al Ministero delle politiche agricole con le regioni per affrontare l’emergenza causata dai danni della cimice asiatica e delle patologie connesse ai cambiamenti climatici.
«Speriamo adesso che si apra uno spiraglio – prosegue Vernocchi - , perché molte aziende ortofrutticole sono a rischio chiusura e probabilmente non riusciranno a continuare la loro attività. A nostro avviso, è opportuno operare su tre fronti: individuare misure di sostegno immediato alle aziende con piani straordinari; far sì che le aziende dispongano di strumenti efficaci per la difesa già a partire dalla prossima campagna; avviare collaborazioni con la ricerca per individuare percorsi sostenibili nel rispetto dell'ambiente».
Prandini (Coldiretti): «Servono risorse straordinarie per vera calamità»
La cimice asiatica ha provocato quest'anno danni ai raccolti per centinaia di milioni di euro ed è solo l'ultima specie aliena arrivate in Italia per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione del commercio ma anche per colpa dei controlli inadeguati alle frontiere comunitarie. E' quanto afferma la Coldiretti, in riferimento all'incontro tra gli assessori regionali e il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova. La cimice marmorata asiatica arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta che, con le punture, rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo parte del raccolto. «Servono risorse finanziarie straordinarie per far fronte ad una vera e propria calamità - afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini - ma anche una politica europea che vigili sull'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici e applichi le stesse cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati». A livello nazionale, Prandini ricorda che si attende urgentemente il via libera del ministero dell'Ambiente che, sentiti il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e quello della Salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai nemica naturale della cimice.
Confagricoltura: «Fare squadra contro cimice-flagello, senza soluzioni molte aziende minacciano di estirpare i frutteti»
Apprezzamento da parte di Confagricoltura per l'intervento del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova al tavolo con le Regioni dove ha sottolineato la gravità del problema della cimice asiatica, manifestando la volontà di costruire le azioni comuni necessarie per affrontarlo. E' una questione che preoccupa molto gli imprenditori agricoli delle regioni del Nord d'Italia, sottolinea Confagri, un vero e proprio flagello che rischia di affossare il settore ortofrutticolo. Se non si troveranno soluzioni veloci ed efficaci, molte aziende minacciano di estirpare i frutteti, dove le perdite vanno dal 40 al 100% della produzione. «Per questo - sostiene il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - è necessario lavorare in squadra con le Istituzioni nazionali e regionali, per affrontare questa emergenza che, come ha sottolineato il ministro, ormai non è più regionale, bensì nazionale ed europea».