La Giunta regionale pugliese ha approvato il Protocollo di intesa con il Ministero per i beni culturali e il Ministero delle politiche agricole che consente il reimpianto di olivi nelle zone sottoposte a vincolo paesaggistico nazionale senza dover ottenere una preventiva autorizzazione da parte delle Commissioni paesaggistiche e della Soprintendenza. Con questo provvedimento tutti coloro che gestiscono a vario titolo terreni nelle zone infette da Xylella possono procedere al ripristino dell’oliveto danneggiato dalla batteriosi in maniera più semplice e senza ulteriore aggravio burocratico. Cadono dunque, finalmente, le polemiche contro i vincoli paesaggistici che impedivano, di fatto, il reimpianto delle due cultivar risultate resistenti al ceppo salentino di Xylella: Leccino e Favolosa (contro quest’ultima la Soprintendenza di Lecce si era espressa negativamente considerandola “non compatibile con il nostro territorio”).
Protocollo annunciato dal ministro Bellanova
Di tale Protocollo di intesa aveva dato annuncio il ministro all’Agricoltura, Teresa Bellanova, in occasione della 22ª edizione di “Novello in festa” a Leverano (Le). «Voglio condividere con voi una novità importante: proprio ieri abbiamo definito un protocollo di intesa per semplificare e sbloccare i reimpianti degli olivi in area infetta da Xylella. Rimuoviamo il vincolo paesaggistico e consentiamo ai proprietari dei terreni di impiantare di nuovo gli olivi. Ci siamo riusciti grazie al dialogo e all’attenzione del Ministero per i beni culturali e le attività culturali e del ministro Dario Franceschini. Sembrava un risultato lontano, sembrava ci volesse una norma, è bastato il buon senso e la voglia di governare affrontando e risolvendo i problemi».
Non è più necessario il rilascio di un’autorizzazione paesaggistica
Il Protocollo vede la luce a seguito di una lunga interlocuzione avviata con la Direzione generale del Ministero per i beni culturali nel corso della quale è intervenuto anche il Decreto legge Emergenze prevedendo la possibilità di estirpare, ma non reimpiantare, le piante malate in deroga ai vincoli esistenti. La soppressione della facoltà di reimpianto da tale decreto ha creato un vuoto normativo che sarebbe stato corretto colmare con un intervento avente forza di norma. In assenza di questo, la soluzione ottenuta sancisce la posizione del Ministero per i beni culturali, deputato a vigilare sul rispetto dei vincoli paesaggistici, che consente a tutti gli interessati di reimpiantare olivi resistenti o tolleranti al batterio in luogo di quelli danneggiati senza dover ricorrere necessariamente al rilascio di un’autorizzazione paesaggistica. Gli agricoltori dovranno richiedere la necessaria autorizzazione solo nel caso in cui gli interventi di reimpianto possano minare la salvaguardia dei beni diffusi caratterizzanti il paesaggio rurale quali muretti a secco, lamie, specchie, trulli, cisterne, pozzi, canalizzazioni delle acque piovane, ecc.
Emiliano: «Un provvedimento molto atteso»
«È un provvedimento molto atteso che colma un vuoto normativo, considerando che molte delle imprese che hanno chiesto di potere accedere ai contributi previsti per la ricostituzione degli olivi danneggiati avevano piante in zone con vincolo paesaggistico – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano –. Ringrazio il ministro Franceschini per la sensibilità dimostrata e il suo ministero per l’impegno profuso. Ci auguriamo che si possa dare un impulso decisivo all’opera di reimpianto di varietà resistenti per avviare il rilancio del comparto olivicolo salentino e per ripristinare il paesaggio così duramente colpito dal batterio. Avremmo preferito un intervento di natura legislativa, che peraltro avrebbe consentito di definire anche la questione di quali specie arboree piantare. Le incertezze sui tempi di questo provvedimento ci hanno spinto a definire questo protocollo. Sottolineo comunque che, per rendere più agevole il ripristino dell’olivicoltura nelle zone da più tempo colpite dalla batteriosi, la Regione Puglia aveva già legiferato consentendo di derogare dai vincoli paesaggistici a carattere regionale».
Bellanova: «Un protocollo per guardare al futuro»
La Xylella, ha sottolineato il ministro Bellanova, «è una calamità che mina la nostra identità e proprio per questo è nostro dovere essere più forti, più uniti, più determinati. In questi primi due mesi da ministra ho voluto affrontare subito questo dossier, mettendo al bando le polemiche, per guardare al futuro. Stiamo scrivendo il piano di rigenerazione dell’agricoltura del Salento, che condivideremo con tutti: dovrà essere non solo scritto ma attuato dal basso. Da tutti noi, dagli agricoltori che sono i custodi di questa terra. Abbiamo risorse importanti, più di 300 milioni di euro, anche se sappiamo che molto dovrà essere fatto e a lungo. Nelle prossime settimane presenteremo il piano e il bando per il contratto di distretto della Xylella, che potrà essere utile a una nuova progettazione territoriale, partendo proprio dall’olivicoltura e costruendo basi solide per il futuro agricolo della nostra terra».
Cantele: «Ora abrogare l’obbligo di reimpiantare olivi su olivi»
È apprezzabile l’accelerazione impressa dal ministro Bellanova sul protocollo per i reimpianti in area infetta da Xylella, ha affermato il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele. «Ma tale protocollo deve essere necessariamente accompagnato da un atto concreto della Regione Puglia che deve abrogare la delibera di Giunta del 1989 che obbliga al reimpianto di olivi su olivi, per evitare che in provincia di Lecce si ricreino le condizioni di una monocoltura, con il rischio che un altro patogeno alieno azzeri il patrimonio produttivo del territorio, come già avvenuto con la Xylella che ha pressoché completamente distrutto le nostre due varietà tipiche, l’Ogliarola salentina e la Cellina di Nardò».
La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale per una ricostruzione del territorio efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, ha aggiunto Cantele. «Occorre puntare con il supporto della scienza, oltre che sulle due varietà di olivo resistenti al ceppo salentino di Xylella, Leccino e Favolosa, su altre specie tipicamente mediterranee come il mandorlo o il fico. Bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e del loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a specie per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio».