Il pomodoro da industria ha chiuso una campagna 2021 a dir poco positiva: 6 milioni di tonnellate di materia prima trasformata, con una crescita del 17% rispetto al 2020. Al Centro Sud (secondo i dati Anicav) sono state trasformate 2,96 milioni di tonnellate di pomodoro (+22,3% sul 2020) mentre al Nord il trasformato finale si è attestato intorno a 3,09 milioni di tonnellate (+12,8% sul 2020). Un sensibile aumento derivato dalla maggiore superficie messa a coltura (oltre 71mila ettari, l’8% in più rispetto all’anno scorso) e da una migliore resa agricola (più di 85 tonnellate per ettaro). Ma la stagione non è stata positiva solo dal punto di vista quantitativo, ma anche per l’eccellente qualità del pomodoro trasformato. Un risultato incoraggiato sì da un andamento meteorologico particolarmente favorevole, ma soprattutto dalla professionalità di chi produce e che opera nel rispetto delle richieste della filiera che pone una sempre maggiore attenzione alla salute umana, alla sostenibilità ambientale e al rispetto degli organismi utili. Aspetti con i quali ci si deve confrontare nell’impostazione di una strategia di difesa dalle principali patologie. Ecco cosa ci racconta Davide Bottecchi, tecnico agronomo di Asipo, Associazione Interprovinciale Produttori Ortofrutticoli che opera in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte.
Pomodoro da industria in Emilia-Romagna: i risultati di Serifel® - Guarda il video ⇓
Le principali avversità del pomodoro da industria
«Negli ultimi anni la principale problematica fitosanitaria nell'ambito del pomodoro da industria non è stata tanto la peronospora quanto piuttosto l’alternaria - spiega Bottecchi. L’alternaria, favorita da condizioni di umidità e improvvisi acquazzoni, si manifesta in pieno campo verso metà giugno e può persistere fino al termine della stagione. La difficoltà maggiore risiede nel fatto che mentre l’agente causale della peronospora si riesce a trattare con prodotti specifici ottenendo buoni risultati, il patogeno Alternaria solani, che è piuttosto aggressivo e virulento, risulta difficile da contrastare utilizzando i principi attivi attualmente registrati, specialmente se si mira all'ottenimento di un prodotto a bassa residualità.
Nell’azienda agricola Casoni SS a San Felice sul Panaro, comune in provincia di Modena, abbiamo condotto in collaborazione con Basf una prova nella quale è stato utilizzato e testato il prodotto Serifel® contro Botrytis cinerea, un’altra patologia che interessa il pomodoro sebbene non sia particolarmente impattante in condizioni di pieno campo.
Al termine della prova, oltre a ottenere un perfetto contenimento della botrite, è stato anche interessante notare come il prodotto abbia portato a una minore incidenza dell’Alternaria rispetto alla zona dove non è stato applicato».
Un risultato interessante su un patogeno pericoloso, su cui Basf stava già lavorando da un po' di anni. Ed infatti con il Decreto Dirigenziale del 10 gennaio 2022 è stato esteso l’impiego del fungicida Serifel® anche al controllo dell’alternaria su solanacee (pomodoro, peperone e melanzana) in pieno campo alla dose di 0,25 kg/ha.
Gli effetti positivi di Serifel® sulle piante di pomodoro
«Serifel® è l'innovativo formulato biologico di Basf a base di Bacillus amyloliquefaciens ceppo MBI600. La formulazione concentrata di sole spore pure assicura il massimo della qualità e stabilità della sostanza attiva. Per questo risulta essere efficace anche a basse dosi e facile da usare. Inoltre, non lasciando alcun tipo di residuo, garantisce un’ampia flessibilità di applicazione anche a ridosso della raccolta. La particolarità e la valenza di questo nuovo formulato - spiega Emanuele Consolani, Technical Area Manager Basf Italia - l’abbiamo potuta apprezzare direttamente in questa attività svolta in un campo di pomodoro da industria direttamente utilizzando le attrezzature aziendali.
L'obiettivo principale era quello di dimostrare l'efficacia di Serifel® nei confronti delle patologie ma soprattutto quello di testare la sua miscibilità con altri prodotti e selettività colturale. Il prodotto si è comportato benissimo sia in termini di selettività sia di miscibilità e quello che abbiamo potuto apprezzare visivamente è stato anche un elevato effetto fisiologico della coltura nell’area trattata con Serifel® rispetto alla zona con la tesi aziendale. In particolare si è potuto apprezzare l’effetto che B. amyloliquefaciens ha sulla fisiologia della pianta: induce una maggiore resistenza ai patogeni, stimola la formazione di una superficie vegetativa più estesa e coprente, permettendo così di mantenere i frutti al riparo da eventi atmosferici e scottature, e migliora la qualità della produzione».
Il prodotto
La sostanza attiva di Serifel® è il batterio Bacillus amyloliquefaciens ceppo MBI600. La formulazione contiene spore pure del batterio, che, una volta in acqua, germinano rapidamente e, poste nelle giuste condizioni, colonizzano la superficie delle piante. Serifel® ottiene i migliori risultati quando applicato preventivamente, prima che i funghi patogeni infettino la pianta. Le applicazioni preventive danno a Serifel® il tempo di germinare, colonizzare la superficie della pianta e produrre i metaboliti tossici per i patogeni. Serifel® forma uno scudo protettivo contro un ampio spettro di malattie, grazie alla sua attività multisito:
- Produzione di metaboliti specifici;
- Competizione per lo spazio;
- Competizione per le risorse;
- Stimolazione dell’attivazione delle autodifese naturali della pianta (Resistenza Sistemica Acquisita).
Il ceppo MBI 600, in particolare, possiede più di altri una capacità di produrre i metaboliti lipopeptidici tossici per i patogeni (Surfactina e Iturina) ed è caratterizzato da una minore influenza delle temperature nella produzione degli stessi.
Le numerose esperienze in serra e pieno campo hanno dimostrato che grazie alla qualità della sua formulazione (spore pure) si ottengono diversi vantaggi:
- Elevata stabilità del formulato;
- Riduzione dei dosaggi per ettaro;
- Ridotta formazione di schiuma;
- Elevata pulizia delle colture trattate.
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