Una delle problematiche fitopatologiche, ancora di difficile risoluzione, degli agroecosistemi coltivati a pomodoro da mensa e da industria è quella dell’acariosi bronzata provocata dall’Aculops lycopersici, un acaro fitofago appartenente agli Eriophyidae.
Le motivazioni sono diverse e da riferire non solo al particolare comportamento bio-etologico dell’acaro ma, soprattutto, alle modificazioni climatiche e all’elevato input da agrochimici nella coltura.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Predilige le solanacee
La specie è stata scoperta nel 1916 su una coltura di pomodoro del Queensland; successivamente si è largamente estesa nei cinque continenti.
È una specie oligofaga che si sviluppa prevalentemente su Solanacee coltivate e spontanee (Solanum, Petunia, Physalis, Datura, Nicotiana ecc.) e su alcune infestanti (Convolvulus, Rubus ecc.), dove permane in assenza degli ospiti “preferiti”. Sebbene sia estremamente piccola, solo ~50 μm di larghezza e 175 μm di lunghezza, può raggiungere densità di popolazione elevate e provocare danni ingenti. Il genoma di A. lycopersici è minuscolo; con 32,5 Mb è il più piccolo riportato fino a oggi per un artropode e tra i più piccoli genomi metazoici sequenziati finora. Partendo da una soglia di sviluppo di 10,5 °C, il ciclo uovo-adulto necessita di 81,2 gradi-giorno. La specie è prettamente termofila e, in condizioni ottimali di temperatura e umidità (27 °C e 30% U.R.), può compiere una generazione ogni 6-10 giorni.
Riduce le resistenze endogene
Date le sue piccole dimensioni è in grado di muoversi e di svilupparsi fra i minuscoli tricomi del pomodoro, dove predatori e parassiti si spostano con difficoltà. Ciò limita il suo controllo biologico naturale.
È stato osservato che Aculops lycopersici cresce più velocemente e provoca più danni sulle piante stressate da siccità. Ulteriori ricerche hanno messo in evidenza che l’eriofide è in grado di sopprimere la biosintesi nella pianta dell’acido jasmonico, diminuendo, così, le naturali resistenze endogene di difesa. Piante infestate da Aculops risultano, in genere, maggiormente attaccate dal ragnetto rosso bimaculato (Tetranychus urticae).
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Regole per la gestione dell’acaro
Nella gestione dell’eriofide risultano fondamentali tre condizioni:
- tempestività;
- scelta del prodotto fitosanitario;
- ottima bagnatura della pianta.
La difesa deve iniziare con il trapianto di piantine non infestate e con una corretta gestione dello stato idrico e nutrizionale della pianta. I trattamenti fitosanitari devono considerare che l’acaro vive alla base dei tricomi, dove i prodotti, date le caratteristiche idrofobiche dei tricomi stessi, arrivano con difficoltà. È necessario, pertanto, utilizzare sostanze attive registrate in miscela con specifici bagnanti e in modo preventivo alla presenza dei primissimi sintomi. L’abuso di alcuni acaricidi ne ha notevolmente ridotto l’efficacia a seguito di fenomeni di resistenza. Importantissima la bagnatura della pianta, in particolare del fusto, da dove l’acaro inizia la sua progressione.
Ricerche recenti, effettuate presso l’Università di Wageningen, hanno messo in evidenza la buona efficacia di una emulsione di acido ortosilicico e riconfermato la notevole azione dello zolfo. Interessante segnalare una ricerca effettuata in Egitto e Arabia Saudita (Effectiveness of Huwa-San TR50 on Tomato Russet Mite Aculops lycopersici - Mahmoud M. Al-Azzazy1,2 and Saleh S. Alhewairini) sull’efficacia del perossido di idrogeno stabilizzato da una piccola quantità di argento.