Èuno dei pochissimi imprenditori zootecnici del Nord Italia che allevano bovini da carne (si tratta di Limousine) secondo la tecnica della linea vacca vitello. Qualche caso analogo si può forse trovare fra chi alleva razze autoctone, come Piemontese, Romagnola o Marchigiana, o fra chi può contare sui pascoli, come avviene in qualche vallata alpina o romagnola. Ma tra gli allevatori della Pianura padana, e tra chi conduce allevamenti professionali con un elevato numero di capi, Matteo Biancardi, di Maccastorna (Lodi), è probabilmente l'unico che ha scelto questa strada.
In ogni caso la sua non è una sperimentazione: grazie a questa particolare organizzazione dell'allevamento l'imprenditore lodigiano ottiene reddito e solidità economica. Una situazione che ha indotto non pochi osservatori, tra i quali docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare dell'Università di Milano, a interpretare l'esperienza produttiva di Biancardi come una innovazione vincente; come un esempio utile anche agli altri allevatori italiani di bovini da carne, che invece a causa degli elevati costi d'acquisto dei vitelli francesi non se la stanno passando troppo bene.
Dopo averli ottenuti dalle proprie vacche, e dopo averli cresciuti, Biancardi fa seguire ai vitelli del proprio allevamento tre possibili strade. Diversi di questi animali, il 15% circa, vengono venduti come tori da riproduzione, e non solo in Italia: «Ho venduto un toro in Francia - racconta Biancardi - il primo toro limousine entrato in Kossovo proveniva dal nostro allevamento, e abbiamo diversi clienti in Grecia, Romania, Ungheria… e persino l'università di Lubiana».
Per un altro 15% circa questi vitelli vengono ingrassati direttamente da Biancardi, che poi li destina a macellatori della zona. Gli altri vitelli, il 70% circa, vengono venduti svezzati, a 330 kg e sette mesi d'età, ad alcuni ingrassatori lombardi.
E gli ingrassatori comprano
Ingrassatori che non hanno mai fatto mancare un solido sbocco commerciale alla produzione dell'azienda Biancardi, dal momento che trovano conveniente approvvigionarsi qui piuttosto che ricorrere all'importazione. Conveniente per almeno due motivi.
Prima di tutto per il fatto che comprano a prezzi francesi animali che poi nelle proprie stalle si ambienteranno meglio di quanto non farebbero gli animali francesi. Infatti per arrivare negli allevamenti degli ingrassatori questi vitelli fanno solo un paio d'ore di viaggio e non una dozzina; hanno tutti un'alimentazione simile dunque non andranno incontro a cali di crescita una volta arrivati nel nuovo allevamento; sono nati tutti nella medesima azienda, dunque non sopportano dannosi rimescolamenti di infezioni; l'acquirente può contare sulla certezza della gestione sanitaria degli animali, acquisendo il protocollo sanitario da un interlocutore di fiducia, e così sono certi che l'animale è stato vaccinato e sverminato a regola d'arte, eccetera.
In secondo luogo questi ingrassatori trovano conveniente approvvigionarsi qui anche per il fatto che sul banco delle macellerie la loro produzione potrà essere presentata al consumatore con la "tripla It": nato in Italia, It, allevato in Italia, It, macellato in Italia, It.
«La presenza della vacca nutrice - commenta Biancardi - consente di realizzare l'autoctonia. E l'autoctonia è un valore aggiunto per il consumatore che certamente predilige un prodotto con la tripla It, figuriamoci poi se è a parità di prezzo! Certo, perché è già il solo bilancio economico di un allevamento ben condotto che consente di fare marginalità senza la necessità di chiedere un prezzo aggiuntivo per questa pur preziosa peculiarità dell’autoctonia. Comunque è una scelta produttiva che può essere effettuata soltanto da allevatori competenti».
Le bovine femmine
Se questa è la destinazione dei maschi, ci si può chiedere quale sia invece quella delle bovine femmine. Per circa il 18% vengono utilizzate nella rimonta interna. Un altro 15% di esse viene venduto, come scottone da ristallo, agli ingrassatori. Le restanti femmine, il 67%, sono vendute come bovine da riproduzione ad allevatori nazionali ed esteri con un valore che varia in relazione alla categoria (da manze svezzate a manze gravide) e alle caratteristiche genetiche.
Ovviamente tutti i vantaggi esaltati in precedenza per i maschi in merito a capacità di adattamento, benessere, sanità e performance produttive, ma in questo caso particolarmente riproduttive, rendono vincente la scelta dell’animale autoctono. E anche in questo caso il mercato ripaga con soddisfazione gli sforzi dell’allevamento grazie anche al fatto che gli allevatori italiani si stanno finalmente rendendo conto della grave carenza di vacche nutrici che caratterizza il nostro paese e che ci rende completamente dipendenti da altri paesi, con ripercussioni di mercato ed economiche che rischiano di far scomparire l’allevamento da carne in Italia.
Sei categorie di animali
Date queste finalità commerciali, risulta chiaro come nell'allevamento Biancardi siano presenti almeno sei tipologie di bovini:
- Vacche in asciutta. Con una razione alimentare volta ad evitare un eccessivo ingrassamento mantenendo però nel contempo ottimali condizioni nutrizionali e di salute (tabella 1).
- Vacche in lattazione. Per la loro alimentazione gli ingredienti sono gli stessi usati per le vacche in asciutta, ovviamente con dosi diverse. E con due obiettivi: ottimizzare la produzione sia di colostro che di latte di eccellente qualità al fine di massimizzare crescita e salute del vitello; stimolare una precocissima ripresa dell’attività riproduttiva e gravidanza (tabella 1).
- Manze dopo lo svezzamento sino alla loro gravidanza. La loro alimentazione, che prevede l’utilizzo di fieno di ottima qualità e di abbondanti quantità di materie prime di pregio ha come principale obiettivo quello di sostenere e promuovere il miglior sviluppo di quello che è, indiscutibilmente, il futuro di ogni allevamento (tabella 2).
- Vitelli maschi e femmine dalla nascita fino a sette mesi. Pur essendo soggetti da svezzare e con libero accesso al latte materno, viene ugualmente messo a loro disposizione, 24 ore su 24, un mangime specificatamente prodotto allo scopo di ottimizzare lo sviluppo dei prestomaci, la crescita e la salute dei giovani vitelli (tabella 3).
- Vitelli da ingrasso, portati dallo svezzamento sino alla macellazione. Per questi la razione è quella schematizzata nella tabella 4. Essa mira a massimizzare l’incremento ponderale medio giornaliero e un adeguato stato di ingrassamento, entrambi aspetti alla base per ottenere una carne di alta qualità.
- Tori da riproduzione. Presenti in proporzione di uno ogni venti vacche (in dicembre erano 37), si alimentano con la dieta distribuita nel gruppo in cui si trovano.
Sempre a proposito di alimentazione degli animali, le principali materie prime utilizzate nell'azienda Biancardi sono mais dolce insilato, frumento trinciato insilato, paglia di cereali, fieno di prato stabile, mangimi di produzione aziendale e un mangime per lo svezzamento dei vitelli acquistato esternamente ma prodotto però con “formula aperta” secondo le indicazioni dell’allevamento Biancardi.
Genetica
naturalmente senza corna
Detto dell'alimentazione, possiamo continuare ad approfondire le scelte tecniche dell'azienda passando alla genetica. Una situazione interessante, particolare e certamente innovativa è che nell’allevamento Biancardi sono presenti anche soggetti naturalmente senza corna.
L'allevatore lodigiano spiega così i vantaggi derivanti da questa scelta: «Il fatto di non dover procedere alla decornazione aumenta ovviamente il grado di benessere animale; e poi il costo di questa operazione per 700 vitelli arriverebbe a circa 10mila euro all'anno, una spesa risparmiata. Altra grande occasione di risparmio deriva dal fatto che i vitelli senza corna diventano pronti per la macellazione più precocemente con indiscussi vantaggi in termini di indice di conversione alimentare, costi di produzione ma anche di tenerezza della carne. E’ infatti risaputo e scientificamente riconosciuto che soggetti più giovani se adeguatamente grassi sono più teneri di soggetti con il medesimo stato di ingrassamento ma più vecchi anche di soli uno o due mesi. La "genetica senza corna" è inoltre in linea con le future indicazioni relative al benessere animale che prevedono l’impossibilità sia di trasportare che di allevare nel medesimo box animali senza corna con animali con le corna. Inoltre i vitelli senza corna manifestano una vitalità maggiore alla nascita».
A proposito di benessere e di qualità della carne, Biancardi aggiunge: «Quando in un allevamento c'è benessere animale, quando la salute animale è assicurata, quando c'è continuità alimentare e sanitaria tra prima parte della vita del vitello e successiva fase d'ingrasso, come nel nostro caso, è quasi automatico che poi la carne bovina alla fine risulti di qualità superiore. Una gestione ottimale del bovino fin dai suoi primi mesi di vita costituisce indiscutibilmente una marcia in più per l'impresa zootecnica, non solo per una conduzione razionale dell'allevamento, ma anche al momento di riscuotere il gradimento del consumatore».
L'inseminazione
Originale l'articolazione dell'inseminazione delle bovine. Questa nell'allevamento Biancardi è artificiale nel 50% dei casi e naturale nel restante 50%.
a) Inseminazione artificiale. Questa, dice l'imprenditore lodigiano, «assicura una spinta selettiva importante». Viene effettuata solo con seme "senza corna" e solo nella sincronizzazione dei calori, non con i calori naturali.
b) Inseminazione naturale. Per questa operazione Biancardi si avvale dei tori di riproduzione presenti in azienda: sono 37, di cui 8 portatori di eterosi senza corna. Per la procedura dell'inseminazione naturale Biancardi prevede due sotto-casi:
b.1) Quando un gruppo di bovine (18 - 22 capi) esce dalla sala parto, l'allevatore lo sottopone prima a sincronizzazione e fecondazione e solo successivamente si inserisce nel gruppo il toro.
b.2) «Se invece non faccio la sincronizzazione, metto il toro dentro il gruppo di bovine e poi concludo con la diagnosi di gravidanza».
Biancardi comunque non ha problemi a distaccarsi dalla propria routine produttiva privata per rendersi disponibile anche a iniziative di interesse collettivo. Un esempio: da tempo Anacli (l'Associazione nazionale degli allevatori di bovini di razza charolaise e limousine) sta testando un particolare tipo di macchina fotografica che, dopo aver ripreso ogni singolo bovino, permette di stimarne il peso e di elaborare una valutazione morfologica dell'animale: l'immagine ottenuta viene elaborata da un particolare software specialistico che fornisce in output appunto queste indicazioni. Ora, se del primo dei due output, il peso, ormai si parla da tempo, la sperimentazione Anacli è ai primi passi per quanto riguarda il secondo output, la valutazione morfologica. E allo studio di questo secondo tipo di output Biancardi collabora attivamente, permettendo ai tecnici Anacli di effettuare le loro rilevazioni nel proprio allevamento.
Struttura di ricerca e sviluppo
Insomma, le innovazioni tecniche in questo allevamento sono numerose. E' innovativo l'orientamento produttivo generale, la linea vacca vitello. Sono innovative alcune particolari scelte allevatoriali, come la genetica senza corna, o l'articolata conduzione dell'inseminazione. Sono evidentemente innovative anche le finalità della sperimentazione condotta assieme all'Anacli.
Ed è proprio grazie all'elevato livello di innovazione riscontrato in questo allevamento, ma anche alla disponibilità dell'imprenditore a collaborare alla ricerca di tecniche nuove, che l'Università di Milano collabora attivamente con l'azienda Biancardi per progetti proprio di “ricerca e sviluppo nel comparto zootecnico".