L’avocado sfratta le arance dall’Etna

avocad
Giorgio Mannino
Le piante coltivate sui terreni vulcanici hanno un’elevata resa produttiva ed economica: il prezzo è dieci volte superiore a quello degli agrumi

Trent'anni anni, anghino, una laurea in economia aziendale, un’esperienza lavorativa in Polonia e un master in management e marketing per le imprese vitivinicole, Giorgio Mannino rappresenta la sesta generazione alla guida dell’azienda agricola Tenute Mannino in provincia di Catania che si estende su un totale di 72 ettari di proprietà, di cui 10 vitati, 59 coltivati ad agrumi e tre ad avocado, ci racconta perché presto gli ettari destinati alla lauracea diventeranno più del doppio.

L'azienda Tenute Mannino.

«Siamo stati tra i primi a impiantare l’avocado sull’Etna a determinate altitudini – spiega Mannino –. Il nostro impianto situato nella tenuta in contrada sciarelle a Viagrande è a 450 metri sul livello del mare: un esperimento decisamente ben riuscito. Le nostre piante di avocato coltivate su terreni vulcanici e rinfrescate dalla brezza marina hanno trovato una condizione pedoclimatica ottimale e ci restituiscono un’elevata resa produttiva».

Il record produttivo aziendale, come evidenzia Mannino, è di 16.800 kg per ettaro. «Considerando che l’impianto è di 6 metri x 7, la resa è superiore ai 70 kg di avocado a pianta. Ma il dato più interessante – puntualizza – riguarda i prezzi di vendita dell’avocado, decisamente più alti rispetto alle arance».

L’idea di avviare la produzione di avocado nell’azienda di famiglia vocata alla viticoltura e all’agrumicoltura è stata sua?

La mia idea è estendere la superficie aziendale coltivata ad avocado, passando dagli attuali 3 a 7 ettari e quindi ampliare la produzione. Questo avverrà nel breve tempo, il progetto è definito. Siamo pronti per partire. Il vino e le arance sono sempre stati la nostra principale fonte di business ma ho deciso di puntare più convintamente sull’avocado, frutto tropicale che sta riscontrando una crescita costante sul mercato e che spunta un prezzo dieci volte superiore rispetto alle arance.

Dieci volte?

Esattamente. Le arance all’ingrosso si vendono dai 30 ai 35 centesimi al chilo, l’avocado dai 3 ai 3,50 euro al chilo. Per questo motivo stiamo togliendo alcune piante di agrumi per fare posto alle piante di avocado.

Gestire un impianto di avocado è più oneroso?

Direi di no. Le esigenze della pianta di avocado sono più o meno simili a quelle di una pianta di agrumi: in termini di risorsa idrica per entrambe ci vogliono circa mille litri a pianta. Quindi con lo stesso consumo di risorse la resa economica è molto differente. Quello che cambia è la qualità dell’acqua.

Per coltivare una pianta di avocado serve un’acqua particolare?

È una pianta delicata, estremamente sensibile al calcare e quindi alla qualità dell’acqua. Per questo motivo presso la nostra tenuta alla Piana di Catania abbiamo realizzato degli impianti che regolano la salinità e controllano il livello del calcare presente nell’acqua. Per ottenere frutti di elevata qualità serve un’acqua “purificata”.

Che varietà coltiva e quali sono le peculiarità del frutto e della pianta?

Coltiviamo la varietà pregiata Hass e la Bacon più vigorosa e rustica che utilizziamo per l’impollinazione e come frangivento per l’impianto di Hass. L’avocado è una pianta che soffre il vento, se non protetta perde le foglie, cadono i frutti che danneggiandosi sono più difficili da commercializzare. La pianta di avocado è estremamente vigorosa, se non viene contenuta arriva fino a 6 metri di altezza. Per quanto riguarda il periodo di produzione, il Bacon matura da fine dicembre fino ai primi di febbraio mentre la Hass matura da febbraio fino a maggio. Dal punto di vista nutrizionale l’avocado è un frutto ricco di proteine che, in quanto vegetali, incontrano il favore dei nuovi trend di consumo.

Negli ultimi anni i vostri clienti sono aumentati?

I clienti diretti sono aumentati in modo esponenziale. All’ingrosso il trend di crescita è costante, non ha mai subito flessioni. Il mercato del nord Europa è quello più attento alla produzione di avocado siciliano. Noi lavoriamo molto con il mercato francese. Per rafforzare il nostro business sto lavorando anche allo sviluppo di un progetto di valorizzazione territoriale e di brand. Abbiamo registrato da poco un marchio con l’obiettivo di conquistare ancora più efficacemente il mercato diretto attraverso un packaging accattivante. Fornire il prodotto direttamente al consumatore è estremamente remunerativo rispetto a venderlo all’ingrosso.

avocadoNel sud Italia i cambiamenti climatici stanno spingendo molto le coltivazioni di frutti tropicali. Cosa significa per un’azienda agricola adattarsi al nuovo clima?

Significa coglierne l’opportunità. Non c’è altra soluzione. Se rimaniamo vittime degli eventi non possiamo che subirli. Dobbiamo, come stiamo provando a fare noi, leggere questi cambiamenti, adeguarci e affrontarli al meglio. Certamente non è semplice, a volte bisogna diversificare le attività aziendali e scommettere su nuove produzioni.

Nuove produzioni che incontrano il mercato, come abbiamo visto, che è anche sempre più attento alla sostenibilità. Quanto riuscite ad essere sostenibili?

Il nostro obiettivo è riuscire ad essere sempre meno impattanti. Ad oggi operiamo in regime integrato e in una delle nostre tre tenute siamo in regime biologico certificato, pian piano tutte le nostre coltivazioni saranno biologiche. Con un’azienda estremamente diversificata e dislocata come la nostra è un procedimento complesso, ma stiamo raggiungendo questo obiettivo. L’attenzione all’ambiente è comunque già molto elevata: in vigna, per esempio, facciamo aridocoltura, non irrighiamo. Per l’ottimizzazione energetica abbiamo pannelli fotovoltaici su tutti i tetti aziendali. Abbiamo inoltre rinnovato il parco macchine con trattori di ultima generazione che inquinano poco, sono più efficienti, consumano meno e ci forniscono in tempo reale, grazie al satellitare, lo stato delle lavorazioni in campo.

Oltre all’ampliamento dell’impianto di avocado e alla valorizzazione di prodotto quali altri progetti ha in serbo per il futuro per accrescere la competitività della sua azienda?

Vorrei puntare sul turismo esperenziale. Lo facciamo già con le arance e sta andando molto bene: facciamo piantare un albero al turista o al cliente che viene a trovarci e lo fidelizziamo facendogli vedere come cresce la pianta nel tempo e quando questa entra in produzione gli diamo la possibilità di acquistare direttamente i frutti. Vorrei fare la stessa cosa con le piante di avocado. Sarebbe un modo per far conoscere ancora di più la qualità del nostro frutto esotico made in Italy, tracciato e fresco perché consegnato non appena terminato il momento della raccolta che avviene al giusto grado di maturazione dell’avocado.

L’avocado sfratta le arance dall’Etna - Ultima modifica: 2023-06-10T09:30:48+02:00 da Laura Saggio

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