Il consolidamento del secondo posto nella produzione mondiale (+4,3% atteso quest’anno). Dietro la California, ma di nuovo davanti allo spauracchio Cina. L’espansione dell’export di trasformati di qualità (+20% in cinque anni). L’incremento del prezzo riconosciuto ai produttori dall’accordo interprofessionale (+8%, leggi qui) dopo anni di stagnazione.
Tutti i numeri del pomodoro da industria
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Se splende il sereno….
Se sopra il pomodoro da industria italiano sta tornando finalmente a splendere il sereno il merito va attribuito soprattutto a chi, tra produttori, trasformatori, distributori, si è impegnato in favore dell’armonia di filiera e per la risoluzione di problemi cronici come quello del caporalato. E per testimoniare il suo importante ruolo in questo rilancio, Conserve Italia ha deciso di inaugurare ieri la campagna 2019 di trasformazione in un luogo simbolo come l’impianto di Mesagne (Br), l’unico del gruppo rimasto attivo nel Sud ed anzi oggetto di un intenso piano di investimenti per rilanciare il pelato a marchio Cirio.
Mesagne, avamposto di legalità
«Questo stabilimento è un avamposto forte di legalità e un'occasione di emancipazione sociale per centinaia di lavoratori e lavoratrici. Un esempio per tutta l’economia del Sud che speriamo diventi contagioso».
Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia, non si fa scrupolo di affrontare davanti a giornalisti e istituzioni quello che appare come il problema più condizionante per l’immagine di questa filiera.
In venti anni di presenza in Puglia Conserve Italia ha saputo consolidare un rapporto di collaborazione e fiducia con i soci conferitori.
La sostenibilità sociale
«A tutti i fornitori del Sud – spiega il presidente - Conserve Italia chiede il rispetto rigoroso di impegni che vengono certificati da un ente terzo e l’adozione delle migliori pratiche in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro, salute e welfare, nonché il rispetto dei contratti e dei salari, al fine di scongiurare il verificarsi di casi di sfruttamento della manodopera tra le aziende che raccolgono pomodoro».
La chiave per evitarli rimane però solo una: la meccanizzazione. Il ricorso alla raccolta contoterzi costa al Sud circa il doppio rispetto al Nord, per cui Conserve Italia spinge per l’acquisto diretto di raccoglitrici meccanizzate e ormai la quota di raccolta manuale non supera il 10% del totale del sud.
Una sconfitta per un sistema a forte fabbisogno di manodopera
In un certo senso è una sconfitta. La Puglia è una delle Regioni dove l’agricoltura è più differenziata, caratterizzata dal succedersi di colture ad alta richiesta di manodopera e il pomodoro da industria è la coltura che consente, nei mesi estivi, di saldare e dare continuità tra le colture a raccolta primaverile come molte orticole, e quelle autunnali come carciofo e uva da tavola.
«Oggi sulle aziende agricole pesano però rischi di sanzioni eccessive che non hanno nulla a che fare con lo sfruttamento del lavoro. Introdotte da una legge come quella del caporalato da rivedere perchè mette spesso nello stesso piano reati ed errori formali come la mancanza di certificati medici o dispositivi di protezione come le scarpe anti-infortunio, anche perché formulata in un periodo di forte tensione emotiva».
E un ulteriore motivo che spinge verso le raccoglitrici meccaniche è climatico. A causa dell’impatto del climate change diventa infatti sempre più difficile programmare trapianti e raccolte.
Dieci giorni di ritardo
Tanto che anche sulla campagna di trasformazione del pomodoro 2019 pesano le incognite di una stagione partita in ritardo di circa 10 giorni al Sud e che sarà sicuramente più lunga del solito, fino ad arrivare a tutto il mese di settembre e in parte di ottobre.
L’associazione dell’industria di trasformazione si è già sbilanciata lamentando una probabile carenza di produzione (leggi qui), ma Gardini non ne è convinto.
«Come sarà il raccolto potremmo capirlo solo a settembre, un mese che sarà decisivo per la produzione e per la qualità. Gli ettari ci sono, anzi a Sud sono in leggera crescita, i contratti anche, ma nessuno può ad oggi prevedere quanto prodotto sarà raccolto».
A Mesagne Conserve Italia è pronta a produrre 54mila tonnellate di pomodoro (+6%) avvicinandosi così alla capacità produttiva massima che è di 60mila tonnellate. Per questo sono stati assunti 380 lavoratori stagionali.
Innovazione per il rilancio del pelato Cirio
«Abbiamo acquisito questo stabilimento – ricorda Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia – esattamente 20 anni fa. Da allora non abbiamo smesso di investire in questa realtà produttiva, scegliendo di valorizzare e rilanciare una produzione che appariva in calo come quella del pelato del Sud attraverso un marchio leader di mercato e con una storia di 160 anni come Cirio».
«Solo negli ultimi tre anni – continua il Dg – abbiamo messo in campo investimenti pari a 2 milioni di euro con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la tracciabilità delle produzioni anche attraverso le nuove linee a controllo ottico».
La novità di “Cuor di Pelato”
La novità più significativa del 2019 la spiega Enzo Rossi, direttore dello stabilimento di Mesagne (e anche di quello di Albinia, nel grossetano). «Cuor di pelato sarà l’unica polpa fine non derivata da pomodoro tondo bensì, per l’appunto, dal pelato. La più adatta per la pizza napoletana tradizionale grazie a un sapore più delicato e a una consistenza meno fibrosa. Una novità già molto apprezzata dai clienti della ristorazione nei test che abbiamo effettuato e presto disponibile anche al consumo». Una novità resa possibile anche da una nuova generazione di selezionatrici ottiche capaci di discriminare la qualità di cubettature di polpa con spessore non superiore al millimetro, un lavoro che nessuna operaia specializzata, per quanto scrupolosa, è in grano di eseguire. «Per noi è importante, in questo territorio, salvaguardare i livelli di occupazione. L’innovazione che introduciamo porta più valore ma non meno lavoro».
Raccolta meccanica anche per il pomodorino cherry
Allungare il calendario e il volume di pomodoro da trasformare per ottimizzare la produttività dello stabilimento di Mesagne. Un duplice obiettivo che Conserve Italia raggiunge con la lavorazione del pomodoro cherry, che in genere matura quindici giorni prima rispetto al pomodoro pelato.
Nelle tre cooperative foggiane socie del gruppo emiliano sono in corso delle sperimentazioni che hanno permesso di dimostrare anche per questa tipologia varietale la convenienza della raccolta meccanizzata (nonostante il primo palco di queste tipologie possa portare frutti molto ravvicinati al suolo).Occorre però seguire alcune accortezze agronomiche soprattutto nella sarchiatura. Le varietà che si sono dimostrate più convenienti sono quelle che non favoriscono il distacco dei frutti (es Minidor di Isi sementi), da trattare in stabilimento con una depicciolatura.
I numeri di Conserve Italia
Conserve Italia è un consorzio cooperativo con sede a San Lazzaro di Savena (Bo), leader in Italia nel settore della trasformazione alimentare, che associa 14.000 produttori agricoli e trasforma oltre 600.000 tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali, che vengono lavorati in 12 stabilimenti produttivi, di cui 9 in Italia, 2 in Francia e uno in Spagna. Il fatturato del Gruppo Conserve Italia è di circa 900 milioni di euro. Conserve Italia dà lavoro in Italia a circa 3.300 persone tra lavoratori fissi e stagionali e detiene marchi storici del made in Italy alimentare come Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani.