Continua l’impegno di Corteva per la sicurezza delle produzioni agrarie

Corteva
Corteva Agriscience, nata dalla fusione di Dow e Dupont, ha recentemente ribadito il suo impegno nell’immissione sul mercato di agrofarmaci di ultima generazione che rispettano l'ambiente e garantiscono la sicurezza delle produzioni

In piena consultazione sulla versione definitiva del prossimo Piano d’azione nazionale (Pan), strumento attuativo della Dir 2009/128, la difesa delle colture, i prodotti fitosanitari di sintesi e i residui negli alimenti sono più che mai temi scottanti.
Quando si parla di prodotti fitosanitari i giudizi sono spesso condizionati dalla paura più che dal buon senso. Tuttavia, davanti al fatto che l’agricoltura non può fare a meno della protezione delle colture, l’Unione europea, a partire dal Regolamento 1107/2009, si è via via dotata di procedure, requisiti registrativi e criteri di valutazione e approvazione a livelli nazionali, per garantire un iter di valutazione approfondito e sicuro prima che una sostanza attiva e un prodotto fitosanitario arrivino sul mercato. Prima vi è una valutazione preventiva che esclude, nelle normali condizioni d’uso, il rischio di effetti avversi sull’uomo e sull’ambiente, poi vengono stabiliti i valori limite di presenza negli alimenti e, con criteri molto prudenziali, si stabiliscono anche i limiti per la salute.

Il punto fondamentale è che ci sono tanti tipi di difesa, tanti agrofarmaci di ultima generazione e soluzioni alternative sempre più sostenibili a disposizione degli agricoltori e solo una corretta informazione può fare luce su un tema così delicato.
Lo ha ricordato Paolo Marchesini, Industry e government affairs manager di Corteva Sud Europa, nell’incontro “Sostenibilità e sicurezza ambientale a tutela delle produzioni” all’Orto Botanico di Padova, organizzato da Corteva AgriScence, il nuovo player nel settore delle tecnologie per le sementi e nella difesa, nato dalla fusione di Dow e DuPont. Durante tutta la mattinata l’azienda ha voluto rimarcare il profondo impegno che mette e metterà,  soprattutto dal 3 giugno quando diventerà una società indipendente, nell’adozione delle misure necessarie a garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente prima dell'immissione sul mercato di un agrofarmaco.

Il supporto normativo all'uso sostenibile degli agrofarmaci

Rita Bradascio

Rita Bradascio, Regulatory affairs leader di Corteva Italia, ha spiegato quanto sia rigidamente regolamentata in Europa la gestione degli agrofarmaci, «la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente sono certamente di importanza primaria, le aziende che operano sul mercato ne sono consapevoli e sono chiamate a rispettare una serie di requisiti per poter immettere sul mercato un agrofarmaco: Reg. 1107/2009, Cut off, procedure zonali, direttiva acque, norme sugli imballaggi, Lmr e così via».

Il vero problema puntualizza Rita Bradascio «non è tanto la pericolosità dei prodotti firosanitari, quanto piuttosto l’uso scorretto che spesso se ne fa. Se non si seguono le buone pratiche agricole, ovvero le indicazioni sui numeri di trattamenti, gli intervalli di sicurezza e le dosi di impiego raccomandate, è evidente che il lavoro fatto fino a quel momento viene vanificato. Gli agrofarmaci che arrivano sul mercato sono sicuri, resta il problema di sensibilizzare l’agricoltore sull’uso razionale e responsabile del prodotto e tranquillizzare il consumatore, in questo la comunicazione è indispensabile».

Insetti impollinatori e tutela delle acque

In vista anche del nuovo Pan, due temi chiave sono la necessità di mettere in pratica maggiori azioni per la tutela delle acque sotterranee e superficiali dagli inquinanti chimici e la necessità di preservare le api e gli altri insetti impollinatori.

«Un nuovo agrofarmaco, prima di ottenere la registrazione, deve superare una serie di test (Tier tests) che prevedono prove di laboratorio, di semi-campo e di campo richiesti dai Regolamenti specifici (Eu) n°283/2013 per la sostanza attiva e n°284/2013 per il prodotto formulato. Vengono quindi calcolate le dosi distribuite in campo e si confrontano con i dati derivati dai vari studi ecotossicologici. Una volta elaborate tutte queste informazioni, viene calcolato e valutato il Rischio Ambientale. E comunque se si ritiene che le misure non siano sufficienti a garantire la salvaguardia delle api, l’agrofarmaco non ottiene la registrazione» ha sottolineato Enzo Tescari, Principal biologist insetticidi/fumiganti di Corteva Italia.

Mentre per la salvaguardia delle acque, Claudia Vaj, Regulatory affair manager di Corteva Italia, ha spiegato che Corteva porta avanti il progetto “Miralbeersaglio” per il trasferimento delle conoscenze verso gli agricoltori per l’uso sostenibile del clorpirifos. Alcune delle attività hanno riguardato la descrizione delle tecnologie, i corretti comportamenti da adottare e applicazioni dimostrative con acqua su colture arboree e/o vite con ugelli convenzionali e antideriva. Altre azioni proattive hanno riguardato il monitoraggio di myclobutanil e del suo metabolita nelle acque sotterranee e la stewardship e il monitoraggio in aree specifiche del fumigante 1,3-D.

Il punto di vista economico della difesa

Ersilia di Tullio, Nomisma

Quando si parla di difesa non vanno sottovalutati gli aspetti economici. Ersilia Di Tullio, Senior project manager di Nomisma, ha infatti sottolineato l’importanza degli agrofarmaci per la produttività delle coltivazioni, «le rese stimate in uno scenario “senza difesa” sarebbero dell’80% - 60% inferiori a quelle che abbiamo nella situazione attuale. Ma la difesa oggi si può fare in tanti modi e non è la stessa di dieci o vent’anni fa, solo dal 2007 i volumi di principi attivi distribuiti si sono ridotti notevolmente e i controlli sulle sostanze attive si sono fatti sempre più stringenti. A oggi su circa 951 sostanze attive, 547 (58%) non sono state approvate ed eliminate dal mercato, 377 (40%) sono state autorizzate e 27 sono in valutazione (3%)».

Il coinvolgimento di tutta la filiera

Matteo Piombino

Sul lato della comunicazione, invece, Matteo Piombino, Food chain manager, ha ricordato l’impegno di Corteva nella ricerca costante di nuove soluzioni con cui ampliare il proprio portfolio di prodotti e nella trasmissione delle informazioni lungo tutta la filiera grazie al progetto Food CoNnext. Una piattaforma che consentirà di far avere ai produttori una serie di documenti tecnici contenenti informazioni specifiche, per coltura e paese di produzione, sulla sostanza attiva, sulla gestione dell’agrofarmaco e sul comportamento residuale. In questo contesto si inserisce anche il Food chain probability project, ovvero una collaborazione diretta con gli agricoltori che forniranno i dati delle analisi residuali, che fanno normalmente per verificare di essere allineati con le richieste della Gdo, e che verranno poi integrati con i dati di utilizzo in campo per identificare quali fattori influenzano il livello di sostanza attiva (es. intervallo fra applicazione e raccolta, dose, stadio applicativo ecc.) e definire la probabilità di trovare un residuo inferiore ad uno specifico livello (es. 30% Lmr o <0,01 mg/kg) nelle produzioni. Insomma, un sistema trasparente per lo scambio di informazioni che coinvolge tutta la filiera, dal produttore al consumatore.

Continua l’impegno di Corteva per la sicurezza delle produzioni agrarie - Ultima modifica: 2019-04-20T17:04:18+02:00 da Sara Vitali

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