Irrigazione e difesa, i cardini del melone in pieno campo

melone pieno campo
Superate le difficoltà legate a un clima caldo e siccitoso, la coltura ha bisogno di essere protetta dall’oidio e dal cancro gommoso. La strategia di controllo dei patogeni adottata in un’azienda dell’Emilia-Romagna

Sicilia, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna sono le regioni dove si concentra la produzione di melone italiano. Ma che sia a Nord o a Sud, chi lo produce sa che le problematiche da affrontare per raggiungere buoni risultati produttivi sono principalmente due: il giusto apporto irriguo e la difesa dai patogeni fungini. Se si riescono a superare le difficoltà legate al clima, i ritorni di freddo in primavera e il caldo-secco di inizio estate, allora per il melone in pieno campo rimane solo da impostare un’efficace strategia di difesa contro l’oidio e il cancro gommoso. Come farlo ce lo spiegano Melinda Beccari, dell’azienda agricola Dama, a Codigoro (Ferrara) e Gianluca Finessi, agronomo e tecnico aziendale.

Melone in pieno campo in Emilia-Romagna: strategie di difesa 2021 - Guarda il video

Il melone nel basso ferrarese

«Ci troviamo a Mezzogoro in provincia di Ferrara, un areale vocato per la coltivazione del melone a pieno campo – spiega Melinda Beccari. Coltiviamo melone da ormai 6 anni e ci dà molta soddisfazione. Le varietà sono diverse, con trapianti e raccolte scalari, normalmente iniziano verso l’ultima settimana di giugno e si protraggono fino a metà agosto. In questo momento (inizio luglio) stiamo raccogliendo la varietà Basf Celestial che è stata trapiantata a fine marzo».

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Melinda Beccari nel campo di melone della sua azienda agricola Dama, a Codigoro (Ferrara)

Come per molte altre colture, la campagna 2021 ha avuto un inizio piuttosto burrascoso.

«Prima le gelate ad aprile, poi giornate molto calde, secche e ventose a inizio estate. Sono condizioni che portano in stress la pianta e i frutti ne risentono – continua la coltivatrice ferrarese -. Il melone è una coltura per noi molto importante perché la destiniamo alla grande distribuzione e per questo deve rispondere a rigidi requisiti: i frutti devono avere buone dimensioni e non devono presentare difetti di forma o spaccature. Per assicurare una produzione adeguata sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, si deve prestare molta attenzione all’impianto e alla tecnica agronomica. Nel corso degli anni abbiamo dovuto ridurre il sesto d’impianto da 1,0 x 2,0 a 0,8 x 2,0 m. Questo perché tenendo un metro sulla fila i meloni raggiungevano un peso di 3-4 kg, ma sul mercato dopo i 2 kg scatta un deprezzamento. Per evitare le spaccature dobbiamo assicurare alle piante un apporto idrico quotidiano ed evitare oscillazioni nella disponibilità dell’acqua. Infine, si deve fare attenzione alle patologie. Durante la stagione non abbiamo avuto per fortuna grosse difficoltà e questo è stato possibile grazie all’impiego dei prodotti Basf consigliati dal nostro tecnico di fiducia».

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Melinda Beccari e la sua famiglia, con la quale conduce l'azienda, durante la raccolta del melone

Principali nemici del melone: oidio e cancro gommoso

In Emilia-Romagna le infezioni di Podosphaera xanthii e Golovinomyces cichoracearum, agenti del mal bianco, si verificano generalmente nei mesi di giugno e luglio, soprattutto in corrispondenza di andamenti climatici caldi e asciutti (temperature fra 10 e 35 °C, con l’optimum intorno a 26 °C).  L’oidio sulle cucurbitacee in generale si manifesta su foglie, fusti e piccioli, ma nel caso del melone può colpire anche i frutti. Sulle lamine fogliari compaio prima piccole macchie bianche dall’aspetto polverulento che, col progredire dell’attacco, confluiscono portando le foglie ad ingiallirsi o addirittura a disseccarsi. Ne possono derivare notevoli perdite di produzione e anche effetti negativi sull’aroma dei frutti.

Il cancro gommoso, causato da Didymella bryoniae, è favorito invece da piogge o elevata umidità relativa. Il fungo, che penetra nella pianta dalle ferite, induce macchie fogliari tondeggianti che, partendo dal margine, si estendono verso il centro e successivamente necrotizzano. Sulle nervature compaiono cancri gommosi mentre i frutti possono essere interessati da marciumi molli.

Patologie sotto controllo

Per la gestione agronomica e fitosanitaria delle orticole l’azienda si affida al tecnico agronomo Gianluca Finessi, che ci riporta alcune considerazioni.

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Gianluca Finessi, tecnico di fiducia dell'azienda agricola Dama

«Il melone nel ferrarese viene coltivato in pieno campo in tunnelino e sotto tessuto non tessuto, trapiantato a metà marzo con scopertura verso metà di maggio. Per via del freddo iniziale, e del caldo eccessivo al momento della scopertura, la produzione è rallentata di una decina di giorni ma è rimasta comunque molto buona. Dal punto di vista fitosanitario nel nostro areale le patologie da affrontare sono il cancro gommoso e l’oidio.

La strategia offerta da Basf, che prevede l’uso alternato di Dagonis® (Fluxapyroxad + Difenoconazolo) e Vivando® (Metrafenone)  ci ha aiutato moltissimo già nelle passate stagioni permettendo di fare un vero salto di qualità nel controllo di questi patogeni. I prodotti sono ampiamente testati e, oltre ad aver sempre dato ottimi risultati in termini di efficacia, sono anche risultati essere perfettamente miscelabili con le diverse altre soluzioni disponibili sul mercato. Con Cabrio® Duo, inoltre, proteggiamo le piante anche da altri patogeni e miglioriamo il loro sviluppo vegetativo grazie all’effetto AgCelence della strobilurina pyraclostrobin. Dagonis® è da posizionare in maniera preventiva nei momenti di maggiore pressione dei patogeni. Nelle fasi iniziali si può ricorrere all’uso di molecole con diverso meccanismo d’azione sfruttando Dagonis dalla fioritura in poi».

Grazie a queste soluzioni gli agricoltori possono difendere le proprie produzioni e sviluppare in modo organico e sostenibile la difesa quanti qualitativa delle proprie produzioni rispondendo in modo ottimale alle richieste della filiera.

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Irrigazione e difesa, i cardini del melone in pieno campo - Ultima modifica: 2021-07-28T10:47:02+02:00 da Sara Vitali

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