Le Regioni del Nord: «Serve un piano contro la cimice asiatica»

Cimice asiatica
Un tavolo di emergenza con gli assessori all’Agricoltura di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte chiede ai ministri Centinaio, Grillo e Costa l’attivazione di un fondo mutualistico per le aziende colpite e altre misure d’emergenza

La cimice asiatica (Halyomorpha halys) sta creando notevoli danni all’agricoltura della Pianura Padana, con pesanti perdite economiche per i coltivatori. Gli assessori all’Agricoltura di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte si sono perciò riuniti il 31 luglio per discutere della in una prima seduta di un tavolo di confronto promosso e coordinato dalla Regione Veneto.

Le colture colpite

Danni su pere

La diffusione di Halyomorpha, un emittero introdotto accidentalmente dall’estremo oriente, sta avendo effetti distruttivi in particolare per le coltivazioni ortofrutticole ma anche per altre coltivazioni erbacee, generando una grande preoccupazione per il futuro di queste colture. Anche perché al momento mancano gli strumenti per contenerla, in quanto non ci sono insetticidi registrati per questo impiego e l’introduzione dei parassitoidi specifici rimane bloccata dai vincoli della direttiva habitat (leggi qui). L’insetto rimane oltretutto presente sulla coltura per un periodo molto lungo dell’anno.

Sostegni specifici

Durante la riunione gli assessori all’Agricoltura delle Regioni coinvolte hanno fatto il punto della situazione sui risultati della sperimentazione scientifica attivata finora e sulle misure di prevenzione. Alla luce del perdurare dell’emergenza, è stato deciso di sollecitare un incontro congiunto con il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e la Ministra della Salute Giulia Grillo per coordinare un piano di azioni organico sia dal punto di vista della lotta fitosanitaria, sia per quanto riguarda le risorse da mettere in campo a sostegno del mondo agricolo.

Cimice al Nord, Xylella al Sud

«Le Regioni – sottolinea l’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Giuseppe Pan - chiedono che questo intervento sia nazionale, con l’istituzione di un fondo mutualistico o di un aiuto di stato per assistere le imprese agricole in questo momento di grande difficoltà. Parallelamente è necessario attivare un tavolo nazionale per tenere monitorato il fenomeno».

«Se non troviamo una soluzione al più presto – chiude preoccupato l’assessore Pan –  rischiamo di perdere un’importante percentuale della produzione di ortofrutta nazionale. È fondamentale che la risposta complessiva sia commisurata alla gravità della situazione, che è del tutto simile a quella della Xylella per gli olivicoltori del Sud».


Cosa sta facendo la Regione Emilia-Romagna

In questi anni, per contrastare il fenomeno, la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato due bandi con risorse PSR per attivare interventi di prevenzione rispetto ai danni provocati dalla cimice asiatica, come ad esempio le reti antinsetto a protezione della frutticoltura. L’ultimo bando, pubblicato a inizio 2019 con una dotazione di 2,7 milioni di euro, fa seguito a quello pubblicato nel 2017, con una dotazione di 10 milioni di euro.

Inoltre, un progetto di un Gruppo Operativo per l’Innovazione, da poco concluso e finanziato, sempre con risorse PSR per 340.000 euro, ha avuto come obiettivo la sperimentazione di “Tecniche di monitoraggio e strategie innovative per il controllo della Cimice asiatica”.

Infine, è stato finanziato un progetto coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, con il sostegno anche del Servizio Fitosanitario Regionale, per l’individuazione di competitors biologici della cimice asiatica.

Rimane sempre costante, naturalmente, l’attività di monitoraggio da parte del Servizio Fitosanitario Regionale.


Vanno accelerati i lanci degli antagonisti

L’impatto della cimice asiatica sulle colture della nostra regione ha superato i livelli di guardia. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare una situazione che nella pianura Padana si sta facendo sempre più insostenibile per gli agricoltori che vedono il loro reddito in pericolo per via dei danni del parassita alieno della “cimice marmorata asiatica”, che dal 2012 imperversa nelle nostre campagne.

Da un lato è necessario accelerare il più possibile i lanci degli insetti antagonisti – sostiene Coldiretti Emilia Romagna – ma dall’altro è importante che le istituzioni non facciano mancare il loro apporto.

Il settore frutticolo dell’Emilia Romagna – afferma Coldiretti regionale – è a rischio e chiediamo a  tutte le istituzioni competenti di mettere subito in campo soluzioni che vadano a prevenire e risarcire i danni alle aziende agricole.

Inoltre riteniamo che la Regione – continua Coldiretti Emilia Romagna – possa attivare, come già avvenuto in passato per altre emergenze fossero esse zoopatie o fitopatie,  una serie di interventi finanziari e agevolativi per far fronte al mancato reddito delle imprese, attraverso convenzioni con le banche, l'intervento dei Consorzi Fidi, la sospensione di mutui, pagamenti, tasse, contributi per compensare e non appesantire il bilancio delle aziende gravato  dalle spese colturali sostenute per una produzione che rischia di venire azzerata e di non produrre quindi alcun reddito.

La cimice asiatica è solo l’ultimo dei parassiti alieni che hanno invaso l’Italia con i cambiamenti climatici e la globalizzazione degli scambi commerciali, dal moscerino dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) che colpisce ciliegie, mirtilli e uva al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), fino all’Aethina tumida, il coleottero killer delle api, provocando all’agricoltura danni stimabili in oltre un miliardo.

Le Regioni del Nord: «Serve un piano contro la cimice asiatica» - Ultima modifica: 2019-08-01T16:28:07+02:00 da Lorenzo Tosi

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