Mosca dell’olivo, si sperimentano i droni

Per facilitarne l’applicazione anche negli oliveti ubicati in zone impervie, si sta sperimentando la distribuzione di Spinosad per via aerea utilizzando dei droni appositamente modificati. Servirebbe però una modifica alla normativa attuale, che vieta l’applicazione di prodotti fitosanitari con mezzi aerei
Spinosad arriva per via aerea, una soluzione che sarebbe ottimale in particolare per gli oliveti ubicati nelle zone più impervie, ma anche nelle altre aree per abbassare l’impatto ambientale della difesa contro la mosca dell'olivo. Ma serve un aggiornamento normativo

La mosca dell’olivo (Bactrocera oleae) è ormai la specie chiave per la difesa di questa coltura anche negli areali più settentrionali.

Da alcuni anni la lotta ha cambiato rotta.

Nuove tecniche a basso impatto

Accanto ai tradizionali insetticidi applicati sulla chioma, vengono ampiamente utilizzate delle tecniche innovative (pannelli attrattivi, esche proteiche e sistemi tipo attract and kill) che:

  • permettono una forte riduzione delle quantità di insetticida impiegate,
  • hanno un’ottima selettività sulla coltura e sugli organismi utili,
  • riducono i tempi di applicazione, i costi di distribuzione e i consumi d’acqua,
  • si tratta, inoltre, di tecniche senza impatto residuale sui frutti e prive di rischi per gli operatori.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Ci vuole competenza

Di contro questi metodi sono più complicati da impiegare rispetto ai tradizionali trattamenti a chioma.

Le esche vanno applicate all’inizio dei voli della mosca utilizzando un ugello in grado di produrre un getto a schizzo unico che deve essere indirizzato sulla chioma preferibilmente nel lato della pianta più esposto al sole.

A seconda del sesto d’impianto l’esca può essere applicata solo su alcune piante secondo schemi prefissati e il trattamento va ripetuto dopo 10-12 giorni dal precedente o in seguito a dilavamento.

Con il drone lo Spinosad arriva per via aerea

Per facilitarne l’applicazione anche negli oliveti ubicati in zone impervie, si sta sperimentando la distribuzione di Spinosad per via aerea utilizzando dei droni appositamente modificati. Distribuire l’esca in questo modo fornisce alcuni importanti vantaggi: nessun calpestio della coltura, la possibilità di eseguire il trattamento anche con ostacoli in campo (pivot, manichette ecc.), la possibilità di intervenire anche in aree collinari o montane, ma soprattutto permette la massima precisione nella distribuzione dell’esca insetticida in quanto la particolare forma dei droni permette di eliminare i rischi di deriva.

Occorre un aggiornamento normativo

Purtroppo per potere impiegare questa tecnica bisogna cambiare le regole; attualmente la normativa sull’utilizzo degli agrofarmaci vieta l’applicazione di prodotti fitosanitari con mezzi aerei; e il drone, nonostante le ridotte dimensioni e l’assenza di un pilota a bordo, viene considerato un velivolo. Paradossalmente una norma che mira a ottenere un uso mirato degli insetticidi, finisce per essere di ostacolo all’adozione di una tecnica ambientalmente favorevole.


L’identikit di Bactrocera oleae

La mosca dell’olivo è un dittero Tefritide infeudato all’olivo di origine pan-mediterranea (Sud Europa, Nord Africa, e Medio Oriente fino all’India) che oggi è presente nelle isole Canarie, in Eritrea, in Sud Africa, in Medio Oriente e, più di recente, anche in California.

Adulto di Bactrocera olea, la mosca dell'olivo

Diffusione e biologia

Bactrocera oleae sverna prevalentemente allo stadio di pupa nel terreno o nelle olive rimaste sulle piante. Nelle aree settentrionali di coltivazione dell’olivo la mosca compie solo due o tre generazioni annuali di cui le prime complete mentre l’ultima termina l’anno seguente.

Gli adulti si nutrono di materiali zuccherini, proteici e del succo che fuoriesce dalle olive in seguito alle punture da ovideposizione. La femmina inizia a deporre le uova sulle olive quando queste si trovano nella fase di indurimento del nocciolo. Arrivata sulla drupa, pratica una fessura trasversale sull’epidermide con cui introduce l’uovo a poca profondità nella polpa dell’oliva. La puntura risulta ben evidente e ha l’aspetto di una piccola macchiolina scura, più o meno triangolare. La femmina può deporre circa 200-300 uova distribuendo quasi sempre un solo uovo per ogni drupa ed è in grado di riconoscere il frutto già occupato da una precedente deposizione.

Tre stadi di sviluppo

Le giovani larve fuoriescono dopo circa tre giorni e iniziano a nutrirsi della polpa dell’oliva nella quale scavano lunghe e tortuose gallerie che si sviluppano prima in superficie e poi in profondità e vicino al nocciolo. Le larve completano il loro sviluppo nel periodo estivo, passando attraverso tre stadi di sviluppo al termine dei quali si impupano nell’oliva preparando un foro ben evidente per la fuoriuscita dell’adulto. In autunno le larve possono anche uscire e impuparsi nel terreno dove passeranno l’inverno.

Mosca dell’olivo, si sperimentano i droni - Ultima modifica: 2020-09-29T23:59:43+02:00 da Lorenzo Tosi

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