Per le sue proprietà organolettiche e nutrizionali, la ciliegia è un frutto assai popolare sul mercato nazionale e internazionale sia per il consumo fresco sia per la produzione di derivati come succhi di frutta, marmellate e gelatine. L’Italia è il sesto produttore di ciliegie al mondo dopo Turchia, Stati Uniti, Iran, Uzbekistan e Cile, e il primo in Europa, con una produzione di 118.259 tonnellate. La Puglia è la principale regione produttrice di ciliegie a livello nazionale con 17.800 ettari di coltivazione e quasi 40.800 tonnellate di prodotto, principalmente della cultivar Ferrovia. Il 96% della produzione pugliese è concentrato nelle province di Bari e Taranto, con 14.000 ettari di ciliegeti per un totale di 9.701 aziende. In virtù dell’alto valore che le ciliegie raggiungono lungo la filiera che va dalla coltivazione fino al consumo, è di fondamentale importanza evitare perdite di prodotto, incluse quelle che possono verificarsi durante le fasi di lavorazione e stoccaggio. Ne sono spesso responsabili patogeni fungini (per esempio specie dei generi Monilia e Botrytis) che possono essere presenti sia sulla superficie del frutto, sia al suo interno come infezioni latenti. In seguito a ferite dovute alla manipolazione o alla naturale senescenza dei tessuti, i frutti diventano suscettibili all’infezione sviluppando sintomi spesso durante le fasi successive alla raccolta.
Nuovo agente causale di marciume post-raccolta su ciliegia
Ebbene, nel giugno 2019, su ciliegie commercializzate nella provincia di Bari sono stati osservati sintomi di un marciume simile a quello causato da specie appartenenti al genere Alternaria. In particolare, i tessuti diventavano inizialmente soffici e imbruniti, per poi ricoprirsi di un micelio bianco-grigiastro (Fig. 1), seguito da annerimento degli strati interni della lesione. In uno studio condotto presso il CIHEAM Bari con la supervisione di Simona Marianna Sanzani, dottore di ricerca in Patologia Vegetale e Scientific Administrator presso l’unità di ricerca “Minacce transfrontaliere per alimenti e ambiente”, con la collaborazione di Antonio Ippolito, docente di Patologia Vegetale dell’Università di Bari Aldo Moro, è stato identificato il relativo agente causale. «In particolare – spiega Sanzani – dai tessuti marcescenti sono state isolate colonie fungine con morfologia simile, caratterizzata principalmente da un micelio bianco-grigiastro (Fig. 2) e conidi oblunghi, di colore marrone, con 1-6 setti trasversali. Tali caratteristiche morfologiche sono riconducibili a Stemphylium sp., un genere già responsabile della maculatura bruna del pero. La caratterizzazione molecolare di un isolato rappresentativo, utilizzando un approccio multi-genico come raccomandato dalla più recente bibliografia, ha consentito di validare l’identificazione del ceppo come Stemphylium eturmiunum, noto agente causale di marciume post-raccolta su pomodoro e aglio, di ruggine e macchie fogliari su cipolla e di nerume su grano e orzo. Tuttavia, in questo studio, esso è riportato per la prima volta come agente di marciume post-raccolta su ciliegia».
Somiglianza con il genere Alternaria
La patogenicità e la virulenza di S. eturmiunum su ciliegia, confermate da appositi saggi, hanno evidenziato la necessità di contrastarne l’incidenza prima e soprattutto dopo la raccolta, sottolinea Sanzani. «La somiglianza con il genere Alternaria, in termini sia di sintomi, sia di alcune caratteristiche macro- e micro-morfologiche, potrebbe aver comportato fino a questo momento una sottostima dell’effettiva incidenza di tale patogeno. Il genere Stemphylium non produce micotossine come il genere Alternaria, ma comunque rilascia metaboliti quali la macrosporina, che potrebbe svolgere un ruolo nella necrosi tissutale, favorendo così l’insorgenza della malattia. La somiglianza con il genere Alternaria potrebbe suggerire una certa diffusione anche per Stemphylium, che comunque andrebbe accertata con specifiche indagini. È un fatto che, probabilmente a causa delle mutate condizioni climatiche e dell’ampio spettro d’ospite, le segnalazioni di marciumi da Alternaria si stanno facendo sempre più frequenti».