Un nuovo marciume minaccia il finocchio

Marciume da Ochraceocephala foeniculi. (foto: Aiello D., Vitale A., Polizzi G., Voglmayr H. -2020)
Ochraceocephala foeniculi: un nuovo fungo patogeno, agente di marciumi, si aggiunge alla lista dei funghi e batteri in grado di provocare questo tipo di danni al finocchio. Come prevenirli

Per marciume si intende la perdita di consistenza di un tessuto o di un organo che diviene molle e umido.

L’evento alla base di tale disorganizzazione tissutale è la separazione di una cellula da un’altra, con rottura della parete e fuoriuscita del plasma, derivante dalla lisi della lamella mediana per azione di enzimi pectinolitici secreti da patogeni fungini e/o batterici. Può interessare diversi organi o porzioni di organi e da essi prenderà il nome (es. marciume radicale, marciume del colletto, marciume apicale ecc.).

Articolo tratto dalla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita 33/2022

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Marciumi da funghi e da batteri

Numerosi marciumi a eziologia fungina possono interessare il finocchio. Fra questi, quelli che riguardano la parte edule sono: Sclerotium rolfsii, Pythium spp., Fusarium oxysporum, Rhizoctonia solani, Phytophthora megasperma, Sclerotinia sclerotiorum, Didymella glomerata ecc.

Fra i marciumi batterici sono da segnalare Pseudomonas marginalis pv. marginalis e Pectobacterium carotovorum subsp. carotovorum (Erwinia carotovora subsp. carotovora). Ambedue i patogeni provocano marcescenze nerastre sulla pianta che, nel caso di Pseudomonas interessano le foglioline apicali e le parti esterne del grumolo, mentre in Pectobacterium si ritrovano anche sulle radici.

Anche i piccioli vanno soggetto a marcescenza e mettono in evidenza imbrunimenti vascolari in sezione. In condizioni di elevata umidità possono formarsi essudati. Generalmente Pectobacterium tende a svilupparsi maggiormente in primavera.

Marciumi batterici possono confondersi con quelli provocati da sclerotinie; la diagnosi differenziale deve considerare che nel caso del fungo le macchie necrotiche sul grumolo hanno, all’inizio del processo infettivo, una colorazione brunastra con sfumature rossastre.

Un nuovo fungo patogeno

Già nel 2017 Dalia Aiello e altri colleghi dell’Università di Catania segnalavano un nuovo patogeno di origine fungina su alcune cultivar di finocchio in Sicilia. I sintomi consistevano in lesioni necrotiche depresse vicino alla linea del terreno e sulla corona, radice e stelo. Queste erano prima marrone chiaro con aspetto umido, poi bruno scuro tendente al nero; talvolta apparivano secche.

In condizioni favorevoli (elevata umidità) l’infezione provocava il marciume della corona e delle radici. Sui tessuti infetti venivano costantemente isolate colonie fungine. Il nuovo patogeno è stato identificato come Ochraceocephala foeniculi.

Va segnalato che la malattia ha sintomi molto simili con diversi altri marciumi del finocchio, pertanto è possibile che possa essere già diffusa in altri comprensori interessati alla coltivazione.

Aumentare la sostanza secca

Per prevenire i marciumi è fondamentale accumulare nelle piante, durante tutto il ciclo vegetativo, un buon contenuto di sostanze strutturali (cellulosa, emicellulosa e lignina), zuccheri solubili e minerali per “rinforzare” le pareti delle cellule vegetali. Tutto ciò si ottiene con una oculata scelta del sito di impianto e con una corretta gestione agronomica della coltura (fertilizzazione, irrigazione ecc.).

Articolo tratto dalla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita 33/2022

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Italia primo produttore mondiale

L’Italia è il primo produttore mondiale di finocchi con circa 20mila ettari e una produzione di oltre 500mila tonnellate. L’esportazione interessa, ogni anno, circa 25mila tonnellate di prodotto, indirizzate principalmente verso Francia e Svizzera. Le regioni più importanti per la coltivazione di questo ortaggio sono la Puglia, da cui proviene circa il 30% del raccolto nazionale, la Campania (18%), il Lazio (11%), la Sicilia (9%), le Marche (9%), l’Abruzzo (5%), la Calabria (4,5%) e l’Emilia-Romagna (4%).

Il finocchio si coltiva in primavera-autunno nel Fucino e in autunno-primavera al sud (Campania, Puglia, Molise, Basilicata e Calabria) con un ciclo variabile in funzione delle cultivar: quelle precoci presentano un ciclo di 70-80 giorni dal trapianto, le cv. medie 90-120 giorni, mentre quelle medio tardive presentano un ciclo di 130-160 giorni e, infine, le cv. tardive 180-200 giorni.

Fonte: Aiello D., Vitale A., Polizzi G., Voglmayr H. -2020. Ochraceocephala foeniculi gen. et sp. nov., a new pathogen causing crown rot of fennel in Italy. MycoKeys, 66: 1–22

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Un nuovo marciume minaccia il finocchio - Ultima modifica: 2022-10-25T12:06:15+02:00 da K4

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