A Bruxelles si è compiuto un passo importante: il Consiglio Agricoltura (Agrifish) ha approvato il mandato negoziale per la regolamentazione delle Nuove tecniche genomiche (NGTs), sbloccando cosi lo stallo generato dalla presidenza Belga e aprendo alle tecnologie genetiche non Ogm. L’accordo sulle Tea (cioè Tecniche di evoluzione assistita, come sono chiamate in Italia le NGTs), atteso da tempo, apre ai negoziati interistituzionali con il parlamento europeo. Una svolta per la filiera agroalimentare, garantendo varietà colturali più resistenti alla siccità e alle malattie, minore uso di agrofarmaci e una maggiore produttività.
Un punto di svolta accolto con entusiasmo dalle organizzazioni agricole europee, come CopaCogeca, che vedono nelle NGTs uno strumento fondamentale per affrontare le sfide imposte dal cambiamento climatico e dalla sicurezza alimentare. Ma il percorso non è privo di ostacoli. La divisione tra gli Stati membri nella votazione e il nodo dei brevetti restano temi caldi nel dibattito politico.
Un’Europa divisa: chi ha detto no alle NGTs?
L’accordo non ha ottenuto un sostegno unanime. Slovenia, Croazia, Ungheria, Austria, Romania e Slovacchia hanno votato contro il mandato, mentre Germania e Belgio si sono astenuti. Una spaccatura che riflette le diverse sensibilità nazionali sulle NGTs: da un lato, chi vede in queste tecnologie un’opportunità per un’agricoltura più competitiva e sostenibile; dall’altro, chi teme ripercussioni sulla biodiversità, sul mercato delle sementi e sulla percezione dei consumatori.
Nonostante le divergenze, il mandato conferma la distinzione tra le piante NGTs di categoria 1, considerate equivalenti alle varietà convenzionali e quindi esentate dalla normativa sugli Ogm (pur con l’obbligo di etichettatura dei semi), e quelle di categoria 2, sottoposte invece alle stesse regole degli Ogm, compresa l’etichettatura obbligatoria.
Un altro punto chiave riguarda l’esclusione delle piante NGTs dall’agricoltura biologica, una scelta che ribadisce la volontà di mantenere separati i due modelli produttivi.
Più trasparenza e autonomia per gli Stati membri
Tra le modifiche introdotte rispetto alla proposta della Commissione Europea del luglio 2023, spiccano alcune novità che puntano a garantire un maggiore controllo sugli sviluppi delle Tea:
- Libertà agli Stati membri: ogni Paese potrà vietare la coltivazione di piante NGTs di categoria 2 sul proprio territorio.
- Misure anti-contaminazione: saranno adottate strategie per evitare la presenza involontaria di NGTs in altre coltivazioni e per prevenire la diffusione transfrontaliera.
- Database sui brevetti: chi registra una nuova varietà NGT 1 dovrà dichiarare l’elenco completo dei brevetti di cui è titolare. I dati saranno raccolti in un registro pubblico, aggiornato periodicamente.
- Gruppo di esperti: sarà istituito un team tecnico con rappresentanti degli Stati membri per monitorare gli effetti dei brevetti sulle NGTs.
Un altro elemento importante riguarda la tolleranza agli erbicidi: per evitare che le piante Tea di categoria 1 vengano utilizzate come varietà resistenti agli erbicidi, il mandato prevede che queste caratteristiche rimangano vincolate alla categoria 2, soggetta a monitoraggio e tracciabilità.
Brevetti sulle piante: rischio od opportunità?
Uno dei nodi più controversi riguarda la questione dei brevetti sulle varietà vegetali ottenute con le NGTs. Con l’introduzione di queste tecnologie, si teme che il mercato sementiero possa finire nelle mani di poche grandi aziende, limitando l’accesso ai materiali genetici e mettendo sotto pressione gli agricoltori.
Per affrontare la questione, il mandato negoziale impone alla Commissione Ue di realizzare due studi di impatto sulle pratiche brevettuali:
- Il primo studio, previsto a breve, valuterà le conseguenze dell’attuale sistema di brevetti nel settore agroalimentare. Se emergessero criticità, la Commissione sarebbe obbligata a presentare una proposta legislativa per correggere eventuali distorsioni del mercato.
- Il secondo studio, atteso tra 4 e 6 anni, monitorerà gli effetti a lungo termine delle nuove regole.
La posizione di CopaCogeca su questo tema è chiara: nessun brevetto sulle varietà vegetali. Gli agricoltori europei vogliono mantenere la libertà di selezionare, riprodurre e scambiare semi, senza vincoli imposti dai brevetti industriali.
Verso il negoziato finale: cosa aspettarsi?
Dopo il via libera del Consiglio, la palla passa ora al Parlamento europeo, che dovrà negoziare il testo definitivo della normativa. Le aspettative sono alte, sia da parte degli agricoltori che delle industrie del settore, e il rischio di uno stallo politico è concreto.
Il tempo stringe: la presidenza polacca punta a chiudere il primo ciclo di letture entro la fine del semestre, per permettere ai negoziati di procedere in parallelo su più fronti. Resta da vedere se Parlamento e Consiglio riusciranno a trovare un punto d’incontro su innovazione, sostenibilità e accesso equo alle risorse genetiche. L’Europa ha aperto la porta alle Tea. Ma il cammino verso un’agricoltura moderna e regolamentata è tutt’altro che concluso.