Credito, Intesa San Paolo accende i riflettori sull’agricoltura

Psr
A Pavia nasce la direzione Agribusiness: 85 filiali e mille specialisti concentrati sulle aree a maggior vocazione agricola del Paese. Servirà circa 80.000 clienti
Intesa San Paolo punta con decisione sul settore primario italiano. Infatti, il gruppo bancario guidato da Carlo Messina ha creato la Direzione Agribusiness, un network dedicato al credito per l’agricoltura, che punta a cogliere le enormi potenzialità di uno dei settori produttivi più importanti del Paese e, al contempo, a valorizzare ulteriormente il legame con i territori e le risorse provenienti dall’integrazione con Ubi Banca.

Sostegno alle imprese che investono per la sostenibilità 

La Direzione - che rientra nella nuova configurazione della Divisione Banca dei Territori - avrà sede a Pavia e potrà contare su 85 filiali sul territorio nazionale e circa 1.000 specialisti a servizio di circa 80mila clienti. "Il network di Agribusiness si concentrerà in particolare nelle aree a maggior vocazione agricola del Paese al fine di valorizzarne le peculiarità e le eccellenze e si rivolgerà alle imprese che operano nell’agricoltura, allevamento, silvicoltura e utilizzo delle aree forestali, pesca, acquacoltura e agriturismi, oltre alle aziende attive nella trasformazione e distribuzione della produzione agricola" si legge in una nota della banca.
In particolare, il centro di Pavia si propone come interlocutore principale e qualificato per accompagnarne gli operatori in tutte le fasi dello sviluppo, nonché sostenere investimenti finalizzati a promuovere nuovi progetti imprenditoriali, con una particolare attenzione ai criteri della sostenibilità e della circular economy. Alla guida della Direzione è stato nominato Renzo Simonato, manager di lunga esperienza sviluppata all’interno del Gruppo bancario torinese, dove ha ricoperto incarichi di responsabilità in diversi ambiti, tra cui la Direzione Regionale Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Trentino Alto-Adige, da cui proviene.
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Renzo Simonato

Agroalimentare settore strategico

Da una ricerca della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo emerge che nel 2019 il sistema agroalimentare italiano ha generato un valore aggiunto di 64,8 miliardi di euro e ha occupato oltre 1,4 milioni di persone, con un peso sull’economia rispettivamente del 4% e del 5,5%. L’agroalimentare vede l’Italia al terzo posto per valore aggiunto tra i grandi paesi europei. In particolare, nell’agrifood italiano lavora il 9,2% dei lavoratori europei del settore, distribuiti per circa due terzi nel primario e per circa un terzo nella trasformazione.

L’agroalimentare è senz’altro un comparto strategico per l’Italia, in grado di crescere anche nei periodi di crisi, grazie alle stesse caratteristiche strutturali che ne hanno determinato il successo sui mercati mondiali. Il settore italiano è, infatti, sostenuto da produzioni di maggiore qualità, che esprimono un elevato valore aggiunto e spingono l’Italia ai vertici nel ranking internazionale delle quote di mercato nella fascia premium.
 
«La nuova Direzione vuole essere un modello di eccellenza a servizio dell’agricoltura, che raggrupperà al proprio interno le molte competenze del Gruppo, diventando un punto di riferimento qualificato a livello nazionale – ha dichiarato il responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo Stefano Barrese – Agribusiness è anche un segnale di vicinanza al territorio e alle sue eccellenze locali, con cui daremo vita a una nuova realtà in grado di rappresentare un motore per la ripresa e la crescita del Paese».
 
Credito, Intesa San Paolo accende i riflettori sull’agricoltura - Ultima modifica: 2021-03-01T15:04:56+01:00 da Redazione Terra e Vita

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