Le due certezze Ue cui gli agricoltori possono aggrapparsi

L'editoriale di Terra e Vita

Paolo De Castro, Capogruppo S&D Commissione Agricoltura del Parlamento europeo
L'accordo sul Recovery plan è il risultato di una democrazia compiuta, ma l'agricoltura paga lo scotto del dimezzamento delle risorse per lo Sviluppo Rurale. Gli agricoltori possono però fare affidamento su due certezze: il regolamento transitorio e l'impegno dell'EuroParlamento per anticipare di un anno i fondi del Recovery.

L’accordo raggiunto all’alba del 21 luglio tra i capi di Stato e di Governo sul Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2021-2027 e il Recovery Plan, ribattezzato “Next Generation Eu” per la ricostruzione post-Covid, è un fatto molto positivo.

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Perché è il risultato di una democrazia compiuta dell’Unione, e soprattutto un segnale forte per il futuro dell’Europa.

Un conto salato per l'agricoltura

Anche se l’agricoltura paga un taglio delle risorse proposte dalla Commissione per lo Sviluppo rurale – da 15 a 7,5 miliardi di euro – che potrebbe essere compensato con un piccolo aumento del cofinanziamento nazionale.

Così, per ora, agli agricoltori non resta che aggrapparsi a due certezze. La prima è rappresentata dal regolamento Transitorio, sul quale il 30 giugno scorso l’Unione europea ha trovato un’intesa politica, prorogando di due anni – dal 2020 al 2022 – l’attuale Politica agricola comune (Pac). Un quadro giuridico certo per chi, come le aziende agricole, ogni giorno deve cercare di far quadrare i bilanci a prescindere dalle intemperie.

La prolunga della Pac

Tra le misure adottate da questo “nuovo regolamento Omnibus”, fortemente voluto dalla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, insieme all’estensione di un biennio delle regole Pac in vigore c’è il contestuale rinvio dell’attuale programmazione dello Sviluppo rurale, incluso il programma Leader, con la possibilità di utilizzare i fondi ancora a disposizione fino a tutto il 2025. Tra i punti fermi, l’estensione da 1 a 5 anni – rispetto ai massimo 3 proposti dalla Commissione – della durata delle misure pluriennali, come agroambiente e benessere animale.

Tra queste misure figura anche l’agricoltura biologica. Il regolamento transitorio rafforza poi le misure della Gestione del rischio, abbassando dal 30 al 20% le soglie minime di perdita di reddito, o di produzione, per l’attivazione dei fondi mutualistici contro le avversità climatiche e dello strumento di stabilizzazione del reddito aziendale, equiparandoli alle assicurazioni sulla produzione e allo strumento di stabilizzazione del reddito settoriale.

Anche i programmi operativi per ortofrutta e apicoltura vengono estesi di due anni. E le Op ortofrutticole potranno continuare con i loro programmi fino alla naturale scadenza.

Nel settore del vino, i diritti di impianto dei vigneti potranno essere convertiti in autorizzazioni fino al 31 dicembre 2022, consentendo ai nostri viticoltori di utilizzare i loro diritti in portafoglio senza perdere, come già è avvenuto in Italia, diverse migliaia di ettari di potenziale vitivinicolo. Senza dimenticare che, con il regolamento Transitorio, la Commissione si è impegnata a rafforzare, nell’ambito del nuovo Qfp, la riserva di crisi agricola. Su questo fronte, come ComAgri abbiamo chiesto che la riserva sia finanziata con fondi esterni alla Pac per un ammontare annuo minimo di 478 milioni (a prezzi correnti).

L'impegno dell'EuroParlamento

La seconda certezza su cui gli agricoltori possono contare è che il Parlamento europeo, e la commissione Agricoltura in particolare, continuerà a dare battaglia per anticipare al 2021, non al 2022 come proposto dalla Commissione, gli oltre 16 miliardi di euro aggiuntivi previsti per la parte agricola del Recovery Fund.

Non a caso nei giorni scorsi, intervenendo sulle priorità della Presidenza tedesca del semestre Ue, abbiamo definito “inaccettabile” la proposta del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, di contrastare i poteri co-legislativi del Parlamento anche in un settore strategico come l’agricoltura. Su alcuni punti chiave della Pac dal livello dei pagamenti diretti dei produttori italiani nel processo di convergenza progressiva dei contributi Ue, tra vecchi e nuovi Stati membri, oltre che sul plafonamento degli aiuti, o sulla possibilità di trasferire fondi dal primo al secondo pilastro, e viceversa, non siamo disposti a transigere. Anche per questo continueremo a lavorare per far rispettare le prerogative del Parlamento a difesa di tutti gli agricoltori.

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Le due certezze Ue cui gli agricoltori possono aggrapparsi - Ultima modifica: 2020-07-28T04:05:45+02:00 da K4

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