Agrumi, ecco come irrigare con la metà dell’acqua

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I risultati di una ricerca del Crea su tecniche irrigue innovative per gli agrumi. Studiati i volumi d'acqua persi per evaporazione dal suolo e per traspirazione dalla pianta

In Sicilia numerosi impianti agrumicoli già colpiti dal virus della Tristeza sono stati reimpiantati e si stima che nel prossimo ventennio saranno rinnovati oltre 20mila ettari. Questa riconversione rappresenta un’occasione per realizzare una riorganizzazione che coinvolga tutte le fasi della filiera, dalle produzioni vivaistiche, alla tecnica produttiva, fino alle fasi post-raccolta. Con riferimento alle fasi della produzione di agrumi, le problematiche relative alla gestione della risorsa idrica hanno assunto un’importanza determinante.

Obiettivi della moderna agrumicoltura

La riduzione dei volumi di irrigazione per abbassare i costi di produzione degli agrumi e limitare l’impatto derivante da un eccessivo consumo idrico rappresenta l’obiettivo principale che la moderna agrumicoltura deve porsi. In questa direzione, i produttori agrumicoli si mostrano sensibili all’esigenza di ottimizzare la gestione dell’acqua per i nuovi impianti.

Sempre più spesso, infatti, abbandonano i sistemi di irrigazione per aspersione, funzionanti a elevate pressioni e non del tutto utili ai fini della riduzione dei volumi irrigui, a favore di sistemi a microportata di erogazone, che funzionano a basse pressioni (0,5-2 bar) e consentono una significativa riduzione dell’acqua utilizzata a fronte di turni di irrigazione più ravvicinati.

Le ricerche scientifiche più recenti in tema di gestione dell’irrigazione in agrumicoltura sono pertanto volte a fornire indicazioni circa la gestione razionale ed efficiente della risorsa idrica e a migliorarne l’efficienza dell’utilizzo attraverso l’applicazione di tecniche irrigue innovative. Per il raggiungimento di entrambi gli obiettivi, risulta essenziale avere la possibilità di un costante monitoraggio delle relazioni esistenti tra suolo, pianta e atmosfera.

Nello specifico, il monitoraggio dell’umidità del suolo, dello stato idrico della pianta e delle principali variabili climatiche, quando messi in relazione, possono fornire indici bioclimatici e fisiologici utili ai fini della programmazione dell’irrigazione. In particolare, attraverso lo studio dei fattori del clima e dei volumi di acqua persi per evaporazione dal suolo e per traspirazione dalla pianta, è possibile valutare gli effettivi fabbisogni irrigui della coltura.

Un’ulteriore evoluzione delle strategie di gestione dell’irrigazione è rappresentata dalla possibilità di applicare uno stress idrico controllato alle piante che non comprometta l’efficienza produttiva. In quest’ultima tesi l’irrigazione era settimanale ovvero un lato della porzione radicale era irrigato, mentre l’altro lato era mantenuto asciutto e viceversa.

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Agrumi, le ricerche del Crea di Acireale

Il Crea, Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura di Acireale è da anni impegnato in ricerche finalizzate a ottimizzare la gestione delle predette strategie irrigue. Le ricerche sono svolte presso l’Azienda sperimentale Palazzelli (37° 17’ N, 14° 50’ E; Lentini, Siracusa), in un impianto dell’età di otto anni di arancio Tarocco clone Sciara C1882 [Citrus sinensis (L.) Osbeck] con piante innestate su citrange Carrizzo [Poncirus trifoliata (L.) Raf. X C. sinensis (L.) Osbeck] e con sesto di impianto di 6 x 4 metri.

Strategie di irrigazione per gli agrumi

A tal fine è stata realizzata una ricerca scientifica che prevedeva un disegno a blocchi randomizzati con tre repliche, dove sono stati applicati quattro trattamenti di irrigazione: T1 controllo, Drip irrigation (C), con un sistema di irrigazione a goccia in cui era distribuito il 100% dell’evapotraspirazione colturale (ETc). T2, con Sustained Deficit Irrigation (SDI) dove, con sistema di subirrigazione a goccia posto alla profondità di 0,35 metri, si irrigava restituendo il 75% di ETc; T3, Regulated deficit irrigation (Rdi), in cui il deficit idrico era modulato a seconda delle fasi fenologiche della pianta (fase successiva la cascola fisiologica dei frutti), restituendo il 50% di ETc da metà luglio a fine settembre attraverso un sistema di micro-irrigazione a goccia superficiale; T4, Partial root dry-zone Irrigation (Prd) , il cui il deficit idrico è pari al 50%.

Qualsiasi sia la strategia adottata è necessario prevedere una programmazione dei volumi irrigui applicati nel periodo estivo (giugno-settembre) ed effettuare la stima dei fabbisogni idrici colturali (ETc) attraverso l’approccio del “mean crop coefficient” (Kc). Coefficiente che prevede la stima dell’ET di riferimento (ET0) calcolata utilizzando i dati climatici provenienti da stazioni meteo prossime agli appezzamenti da irrigare. Noti i valori di ET0, la stima dell’ETc è effettuata, con cadenza settimanale, applicando specifici coefficienti di riduzione legati alla tipologia colturale (Kc = 0,7) e al rapporto copertura chioma/suolo rispetto al sesto di impianto (Kl = 0,7) e tenendo conto di eventuali apporti meteorici nel periodo di irrigazione. Il controllo dei volumi irrigui distribuiti è effettuato mediante lettura di contatori volumetrici posti sulle linee eroganti.

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L’apporto idrico si riduce dal 21 al 52%

Il risparmio idrico ottenuto mediante l’applicazione delle strategie di deficit irrigation applicate hanno permesso di ridurre l’acqua del 21, 32 e 52% nei trattamenti deficitari Ssdi, Rdi e Prd rispetto al controllo (312,4 mm). I flussi di ET0 ed ETc registrati nel periodo in studio (giugno–settembre 2018) sono pari rispettivamente a 646 e 317. Le strategie di Di applicate non fanno registrare condizioni di stress prolungato potenzialmente dannoso alle piante.

Quando le condizioni climatiche sono meno limitanti, gli effetti dovuti alle differenti strategie di irrigazione deficitaria diventano più evidenti. Tra i parametri rilevati il tasso fotosintetico della pianta sembra essere quello meno soggetto allo stress idrico e alle alte temperature. Dal punto di vista quanti-qualtativo delle produzioni di agrumi non sono state riscontrate particolari riduzioni, mentre l’incremento di alcune sostanze antiossidanti, quali le antocianine e la vitamina C, risulta evidente nei frutti prodotti dalle piante sottoposte a stress idrico.

Agrumi, ecco come irrigare con la metà dell’acqua - Ultima modifica: 2019-11-26T15:43:38+01:00 da K4

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