Campus Peroni punta sulla blockchain per valorizzare la filiera

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Per un agroalimentare più tracciabile e sostenibile investire su innovazione tecnologica, ricerca, formazione, imprese e start up, questi i temi al centro del convegno

«Valorizzare l'italianità e la sostenibilità della nostra filiera rendendola visibile attraverso la tecnologia della blockchain non solo ci consente di rispondere alla crescente domanda di trasparenza che viene dai consumatori, ma ci permette di fare un ulteriore passo in avanti nelle nostre strategie di sostenibilità». Lo ha affermato l'amministratore delegato di Birra Peroni Enrico Galasso in occasione del convegno di Campus Peroni, il centro di eccellenza per la promozione e la diffusione della cultura della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo, nato nel 2018 dalla collaborazione tra Birra Peroni e Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Galasso ha raccontato come, proprio grazie al progetto Campus, a partire da quest’anno l’orzo italiano necessario per la produzione della famiglia Peroni sarà tracciato in blockchain e le informazioni accessibili in etichetta tramite QR code per i consumatori.

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Enrico Galasso

Innovazione tecnologica e sostenibilità, binomio imprescindibile

Nel corso del dibattito si è messo l'accento su quanto progetti innovativi e nuove tecnologie siano le vere leve per una sostenibilità di filiera, capaci di generare benefici in termini di competitività economica e trasparenza per l’intero comparto. Per farlo è necessario stimolare un confronto aperto tra tutti gli attori del sistema agroalimentare e guardare al futuro, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all'evoluzione in chiave sostenibile della filiera e alla tutela del made in Italy, come i sistemi di tracciatura e etichettatura.

Sul ruolo di abilitatore che la tecnologia può svolgere per valorizzare le produzioni nazionali è intervenuto il sottosegretario al Mipaaf Gian Marco Centinaio: «si sta andando verso un settore agroalimentare sempre più innovativo per rispondere all’esigenza dei consumatori sempre più attendi a una qualità certificata. L’innovazione sta consentendo al Made in Italy di rispecchiare quelle determinate caratteristiche che rendono i nostri prodotti unici nel mondo».

Il presidente GS1 Italy, Francesco Pugliese, ha evidenziato come la standardizzazione delle informazioni sia essenziale per favorire un reale approccio alla tracciabilità «non ci può essere nessuna trasparenza senza omogeneità del dato» e come la tecnologia possa essere un abilitatore che dà senso e concretezza al legame finora solo affettivo tra consumatore e marchio.

Sannella: «Per sviluppo filiera agroalimentare serve gioco di squadra»

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Federico Sannella

«Campus Peroni nasce con l’ambizione di mettere insieme il mondo della formazione, della ricerca, dell’impresa e delle start-up innovative per l’evoluzione in chiave sostenibile di un comparto fondamentale del Made in Italy e per contribuire con azioni concrete e progettualità allo sviluppo e alla transizione ambientale della filiera agroalimentare», ha affermato il direttore relazioni esterne ed affari istituzionali Birra Peroni, Federico Sannella.

Giansanti «Vincere le resistenze per mettere in campo la smart agriculture»

Massimiliano Giansanti

«Gli agricoltori devono vincere le resistenze, che abbiamo tutti, per affrontare la sfida della sostenibilità. La tecnologia - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - ci aiuterà nel realizzare la smart agriculture. L'intelligenza artificiale, la bioeconomia, l'agricoltura di precisione, l'economia circolare, sono fattori che incrementeranno la sostenibilità. Serve un’attenzione particolare alle potenzialità delle innovazioni per l’impiego di strumenti e tecnologie digitali».

Prandini: «Lavorare sul sistema logistico integrato»

Ettore Prandini
Ettore Prandini

«Per fare un vero salto di qualità sulla sostenibilità - ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - è necessario fare un discorso complessivo a livello di Paese e agire non solo sul comparto agricolo. Occorre un ragionamento ampio che incida anche sul sistema logistico integrato consentendo ai prodotti di arrivare in modo sostenibile sulle nostre tavole. Essenziale inoltre ricominciare a investire con decisione su formazione e ricerca, vitali per il futuro del sistema produttivo».

Spena: «La politica ha il dovere di sostenere il Made in Italy e il reddito degli agricoltori»

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Maria Spena

Nel sottolineare quanto il Campus Peroni sia un modello virtuoso di filiera integrata e interamente italiana, che deve essere supportato, la vice presidente commissione agricoltura della Camera dei Deputati, Maria Spena ha sottolineato: «La politica ha il dovere di sostenere il Made in Italy, perché l’agroalimentare è una componente molto importante del fare italiano».

Spena ha poi ribadito l’importanza di rafforzare il legame tra l’industria della trasformazione e l’agricoltura per assicurare che la filiera sia sostenibile anche sotto l’aspetto economico. «Ogni occasione è buona per sostenere il settore agricolo e agroalimentare, perché non dobbiamo dimenticare che per arrivare al prodotto finito c’è un grande lavoro sul campo. Quindi dobbiamo sostenere concretamente anche il reddito dei nostri  imprenditori agricoli. Non c’è agroalimentare senza il lavoro degli agricoltori».

In conclusione, Spena ha ricordato gli emendamenti a supporto del comparto agroalimentare: «per la filiera brassicola sono stati stanziati nello scorso bilancio 10 milioni di euro, così come per le filiere agroalimentari - perché se parliamo di Made in Italy dobbiamo sostenere tutte le filiere - sono stati stanziati 300 milioni di euro. Voglio ricordare anche altri due emendamenti da noi proposti a sostegno delle aziende brassicole e vitivinicole, entrambe provate dalla chiusura dell’Horeca: l’abbattimento delle accise sulla birra e la sospensione del versamento dell’iva finché non vengono pagati i corrispettivi alle aziende vitivinicole».

Leggi anche: Qualità e sostenibilità nella filiera dell’orzo da malto con il Dss orzobirra.net

Filiera Birra Peroni in cifre

Birra Peroni si basa su una filiera agricola composta da 1.500 aziende che coltivano ogni anno orzo distico da birra per una produzione complessiva di circa 55 mila tonnellate su circa 17 mila ettari di campi coltivati tra Umbria, Lazio, Toscana, Molise, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche, Campania e Puglia. L'orzo una volta raccolto, viene conferito e lavorato presso la malteria Saplo di Pomezia che produce per Birra Peroni Malto 100% Italiano, ingrediente principale delle birre della famiglia. 

Campus Peroni punta sulla blockchain per valorizzare la filiera - Ultima modifica: 2021-04-09T16:48:29+02:00 da Laura Saggio

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