Il Data Governance Act presentato dalla Commissione Ue includa e valorizzi il ruolo del settore agricolo, riconosca il valore della fonte dei dati, ovvero del mondo produttivo agroalimentare, e garantisca loro adeguati benefici nel rispetto del principio di equità. Questo il messaggio lanciato all’Europa da Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, in occasione del terzo e ultimo webinar del ciclo di incontri dedicati all’agricoltura digitale con focus su produzione dei dati in agricoltura, processo di regolamentazione circa l’uso, tutela ed equità. Occasione, rende noto Agia- Cia, per presentare e vedere accolte diverse delle proposte al documento Ue.
Big data per un’agricoltura più innovativa e sostenibile
Il primo regolamento sulla governance europea dei dati rappresenta, secondo i giovani di Cia, un passo storico non solo nel campo dei big data, ma anche nel processo di realizzazione di un’agricoltura più innovativa e sostenibile.
Oggi, sottolinea Agia-Cia, si dice che i dati digitali siano il petrolio del XXI secolo. In questo contesto, le aziende agricole sono un giacimento inesauribile. Inoltre, se è la sfida green ad attenderci, è tempo che si realizzi il passaggio da una logica estrattiva a una generativa, con il comparto agricolo già ampiamente protagonista. Dunque, per Agia-Cia, occorre, grazie all’occasione presentata dalla Commissione Ue, rivendicare la proprietà dei dati. L’uso che ne viene fatto deve coinvolgere non solo chi è in grado di aggregarli e gestirli, ma anche chi li produce nei campi con i proprio macchinari.
Francia: «Tutela ed equità nel Data Governance Act»
«Tutela ed equità - ha spiegato il presidente di Agia-Cia, Stefano Francia - sono stati volutamente i temi al centro dell’ultimo incontro della rassegna dedicata all’agricoltura digitale. Inserirli nel Data Governance Act vuol dire non permettere che l’agricoltura subisca processi che la vedono in realtà molto coinvolta. E’ fondamentale che le grandi aziende del digitale, i provider che assemblano e generano nuovo valore, riconoscano, anche in questo ambito, i diritti degli agricoltori».
Con il confronto rilanciato tra agricoltura e digitale, Agia-Cia si è messa in ascolto dei più avanzati attori della innovazione tecnologica e dei legislatori in materia di big data, con l’obiettivo di essere parte attiva nella gestione dei dati e senza subalternità.
«Abbiamo in modo proficuo avviato un lavoro importante con esperti e istituzioni per definire una strategia ad hoc in tal senso - ha aggiunto Francia -. Le voci raccolte anche attraverso i webinar sono, infatti, già state recepite nei documenti e nel dibattito dei provvedimenti sul tema del governo dei dati del digitale, in corso di approvazione a livello comunitario. Si tratta di un’azione concreta da parte di Agia-Cia, a garanzia del settore e delle produzioni alimentari, che consideriamo un punto di partenza sul fronte big data in agricoltura e un tassello chiave della sua transizione ecologica».
Per approfondire: CIA-AGIA - Proposte di emendamenti sulla Governance dei dati europea
Agricoltura digitale, serviranno nuove figure professionali
Il valore che avranno i dati conduce in una nuova era anche per l’agricoltura che dovrà sapersi muovere, specifica Agia-Cia, nell’ambito di concetti come “proprietà” e “codifica”. Serviranno dunque nuove professionalità utili al modello “Future Farm: small and smart”.
E servirà a monte un chiaro intervento sulle infrastrutture. «Senza reti digitali e fisiche adeguate, ovvero stabili, capillari e potenti, non sarà possibile - ha incalzato Francia - parlare di agricoltura 4.0. Oggi è urgente metterci mano e risolvere la questione del divario digitale con l’ultimo miglio ancora da raggiungere nelle aree rurali d’Italia che la pandemia ha, in qualche modo, riportato al centro, facendo emergere l’urgenza anche tra le istituzioni preposte, di governance, incentivi e tutele che rispettino davvero il diritto alla digitalizzazione».
Utilizzare le risorse del Next Generation Eu e Pnrr
Dal Next Generation Eu al Pnrr, ha sottolineato il presidente di Agia, ci sono fondi importanti da utilizzare in questa direzione e in modo integrato, utili in diversi ambiti, dall’agricoltura al digitale. «Faranno bene al miglioramento produttivo e al risparmio di risorse impiegate anche indirettamente, con minore impatto ambientale, maggiore sicurezza sul lavoro e qualità delle produzioni».
Giovani agricoltori già pronti alla rivoluzione digitale
«Robotizzazione in campo, elettrificazione delle macchine, sistemi satellitari e big data guideranno la “rivoluzione tecnologica interconnessa” e i giovani imprenditori agricoli sono già pronti a mettere in campo questa rivoluzione per rendere l’agricoltura protagonista di una vera transizione ecologica. In Agia-Cia diverse le testimonianze di quanti già stanno sperimentando e applicando tecnologie satellitari e sensoristica integrata, sistema aziendale di DSS (Decision Support System) e FieldView».
E' il tempo, ha ribadito Agia-Cia, di creare un dizionario condiviso tra pubblico e privato, oltre a una rete aperta di dialogo che richiami anche le istituzioni sul ruolo della digitalizzazione come opportunità di crescita economica e culturale.
«L'Europa dovrà fare un salto da gigante, gradi attese ci sono rispetto all’annunciata creazione di un Geoportale. Di sicuro - ha concluso Francia - occorrerà cominciare a sburocratizzare la Pac, semplificando le domande Uniche e accelerando i pagamenti».