Due giovani agricoltori italiani al Gymnasium Oma per studiare il futuro

Matteo Pagliarani e Angelica Monti
Matteo Pagliarani e Angelica Monti sono fra i 27 under 35 selezionati dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori per la seconda edizione del Gymnasium, il percorso di specializzazione internazionale per giovani agricoltori

Sono Matteo Pagliarani, ventiseienne imprenditore agricolo romagnolo di Agia-Cia, e Angelica Monti, ventiduenne imprenditrice agricola della provincia di Ravenna di Giovani Impresa Coldiretti, i due under 35 selezionati dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma) per la seconda edizione del Gymnasium, il percorso di specializzazione internazionale per giovani agricoltori.

Matteo e Agelica, unici italiani scelti tra 27 partecipanti di tutto il mondo, prenderanno parte al biennio formativo, inaugurato online lo scorso fine novembre. Ad attenderli, un lungo percorso di crescita professionale che l’Oma ha pensato per i futuri protagonisti del settore, che prevede una interattiva condivisione delle conoscenza attraverso lezioni in aula impartite da leader internazionali e il coinvolgimento in eventi internazionali come le sessioni plenarie del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, il Forum globale sull'alimentazione e l’agricoltura e la Conferenza delle parti Unfccc, Cop e Forum politico ad alto livello delle Nazioni Unite.

Giovani agricoltori futuri leader settore agroalimentare

Tenuto conto delle sfide che i giovani agricoltori sono chiamati a fronteggiare per garantire la sicurezza alimentare a livello globale, tra cui il cambiamento climatico e la creazione di filiere agricole trasparenti capaci di riconoscere il giusto reddito agli agricoltori, il Gymnasium si pone come obiettivo quello di fornire ai futuri leader dell'agroalimentare tutti gli strumenti e le conoscenze gestionali affinché possano raggiungere al meglio tali ambiziosi obiettivi.

Conosciamo meglio i due giovani agricoltori italiani 

Pagliarani: «Rivalorizzare il settore agricolo»

Matteo Pagliarani

Matteo Pagliarani è perito agrario e lavora nella Cooperativa di famiglia “Clorofilla”, azienda agricola multifunzionale e sociale con produzione principalmente di farina, formaggi caprini, pasta e vino biologici. Gestisce personalmente tutto il ramo turistico dell’azienda, quello che porta il lavoro agricolo a diretto contatto con le persone in agriturismo. Matteo è coordinatore di Agia-Cia Romagna e formatore professionale per il settore agrituristico. Autore del libro "Non volevo fare il contadino” da tempo porta avanti il suo progetto di sensibilizzazione dedicato alla riscoperta e valorizzazione del settore agricolo, soprattutto tra le nuove generazioni.

«La terra è il nostro bene primario. E l’agricoltura – afferma Matteo – non è solo produzione di cibo, è molto altro. E’ territorio, è ambiente. Ed è proprio questa bellezza che va custodita e salvaguardata e l’agricoltore, che vive sul proprio territorio, ha questa grande responsabilità. Puntiamo sul settore primario e sull’ambiente in cui viviamo».

Monti: «Preservare la biodiversità agricola»

Angelica Monti

Angelica, prossima alla laurea in Economia e Marketing nel Sistema Agroindustriale presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, gestisce con la famiglia un’azienda sulle colline di Riolo Terme. L'attività principale è l'allevamento di bovini da carne. I capi allevati sono 105, 102 di razza Romagnola, due esemplari di Bruna e uno di Simmental. Le fattrici sono 50, 2 i tori, 18 le manze, 20 i vitelli da ingrasso e il resto vitellini. Gli ettari destinati al pascolo sono circa 40. Tutte le carni che escono dall'azienda sono marchiate Igp, dato che la Romagnola fa parte del Consorzio di Tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.

Insieme alla madre e alla sorella, si prende cura con passione del bestiame, investendo in genetica e innovazione. Amante della natura, Angelica è desiderosa di preservare la biodiversità agricola, punto di forza del Paese e di contribuire con la sua passione ed esperienza al prestigioso momento di dialogo internazionale costituto dal Gymnasium.

Le tematiche affrontate durante il primo meeting

Tanti i temi affrontati nel primo incontro formativo “Scienza, ricerca e innovazione nel settore agricolo: come colmare il divario con gli agricoltori”. Dall’importanza di promuovere la ricerca volta all’innovazione del settore, agli elementi essenziali per una transizione green dell’agricoltura, fino alle politiche capaci di promuovere il ricambio generazionale, l’uso sostenibile del suolo e la valorizzazione della biodiversità, nonché i finanziamenti per poter attuare un’agricoltura sostenibile.

«Il primo incontro della nuova edizione del Gymnasium è stato interessante - dichiara Angelica - anche in considerazione delle sfide a cui siamo chiamati a rispondere a seguito della pandemia che ha coinvolto tutto il mondo agricolo. Problematiche comuni che abbiamo affrontato in un dialogo costruttivo e aperto abbattendo ogni confine e vedendo nell’altro una risorsa in termini di esperienze da poter replicare».

Gli under 35 hanno rivoluzionato il comparto

Il futuro del settore è nelle mani delle giovani generazioni formate. Già oggi «la presenza dei giovani ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra - sostiene Coldiretti - dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l'agricoltura sociale per l'inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agri-benessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili».

Le aziende giovani fatturano +75% rispetto alla media

«l'agricoltura - evidenzia Coldiretti - è diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo». Non è dunque un caso, che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura (indagine coldiretti/ixe). Questo perché «La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54% rispetto alla media e un fatturato più elevato del 75% della media», spiega Coldiretti, che precisa:« la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione».

 

 

 

Due giovani agricoltori italiani al Gymnasium Oma per studiare il futuro - Ultima modifica: 2020-12-03T22:02:32+01:00 da Laura Saggio

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