La qualità di un fieno è il risultato di una serie di scelte agronomiche e di meccanizzazione condotte in un determinato territorio e soggette ad andamenti meteorologici prevedibili solo con brevissimo anticipo.
Le scelte che influenzano la qualità finale del fieno iniziano con l’impianto del prato e coinvolgono le specie seminate, e sono determinate dal modello di gestione applicato all’interno del quale pesano in modo rilevante la concimazione e l’irrigazione. Fondamentale diventa poi l’individuazione della fase fenologica per eseguire il taglio del prato che influenza in misura decisiva le quantità prodotte e soprattutto le caratteristiche nutrizionali e di digeribilità del foraggio. La successiva fienagione, infatti, non può migliorare la qualità del foraggio, ma solo tentare di salvaguardarla riducendo al minimo le perdite quantitative e soprattutto qualitative. Produrre un fieno di qualità quindi non è facile e richiede grande attenzione in tutte le fasi di coltivazione e la disponibilità di una linea di macchine adeguata alla superficie da trattare e alle caratteristiche del foraggio.
La particolarità della fienagione risiede nel fatto che questo è l’unico processo di trasformazione agricolo che avviene sul campo e per questo è soggetto all’andamento meteorologico.
Il meteo fa meno paura
Il modo migliore per svincolarsi dalla spada di Damocle rappresentata dal rischio di pioggia, è quello di abbreviare la permanenza sul campo del foraggio. Ciò è perseguibile adottando strategie precise che iniziano all’atto del taglio, con il condizionamento del foraggio, proseguono con la scelta di un modello di gestione appropriato che può prevedere la reiterazione di interventi di arieggiamento finché l’umidità del prodotto lo consente o la gestione del foraggio mediante rivoltamenti dell’andana, e si concludono con il comple- tamento del processo evaporativo all’interno di impianti per la ventilazione artificiale del foraggio.
La tipologia del prato, la sua produttività e lo stadio fenologico al quale è eseguito il taglio influiscono sul processo di fienagione. Semplificando, possiamo considerare che maggiori quantità e migliori caratteristiche nutrizionali possiede il foraggio al taglio e più diventa conveniente implementare una linea di macchine capace di preservare tali caratteristiche. Bisogna però chiedersi quale ruolo svolge il fieno in un allevamento di bovine da latte di pianura e quindi quali siano le implicazioni sulla linea di macchine per la fienagione.
L'innovazione scende in campo
Anche per rispondere a queste domande Nova Agricoltura dedica alla fienagione una giornata in campo che si svolgerà il 16 maggio nei medicai della cooperativa Bonlatte a Manzolino di Castelfranco Emilia. Durante l’evento si potranno vedere in azione le macchine più innovative per eseguire le operazioni di sfalcio, arieggiamento, andanatura, raccolta, pressatura, movimentazione delle balle ed essiccazione del foraggio.
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Saranno mostrate e illustrate le tecnologie che permettono di valorizzare il foraggio, come ad esempio falciacondizionatrici a rulli che tagliano e sfibrano lo stelo delle piante per favorirne l'essiccazione, ma senza staccare le foglie, la parte più pregiata e ricca di proteine. Un dettaglio che può fare la differenza è la scelta del voltafieno di larghezza giusta e di un ranghinatore con specifici requisiti di delicatezza sul trattamento del prodotto. Anche per la raccolta servono macchine in grado di fare un lavoro "pulito" cercando di limitare al minimo la raccolta di corpi estranei come terra e sassi che andrebbero ad abbassare la qualità del prodotto che sarà somministrato alle vacche.