La generazione Z punta su un’agricoltura sostenibile e digitale

grano
Per l’89,5% dei giovanissimi il settore agricolo crea occupazione di qualità e per l’85% dall’agricoltura dipende la ripresa di turismo e filiera del food. I dati del terzo numero dell’Osservatorio del mondo agricolo presentato da Enpaia e Censis

Agricoltura sostenibile per i giovani significa prima di tutto concrete opportunità di lavoro. A dirlo, i dati del terzo numero dell’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis: “La riscoperta dell’agricoltura nella youth economy”. L’88,7% degli intervistati è convinto, infatti, che il settore agricolo possa creare occupazione di qualità, con valori che arrivano all’89,5% tra i giovanissimi della GenZ (composta dai 15-24enni). Per il 51,7% dei giovani il settore agricolo si rilancerà prima degli altri nel post Covid-19 e per l’82% - e l’85% nella GenZ – questa ripresa sarà decisiva in altri ambiti oggi in difficoltà, come il turismo e la filiera del food.

Le nuove generazioni, insomma, puntano sull’agricoltura e non è un caso se tra le imprese agricole nate nell’ultimo decennio l’11,3% abbia un titolare giovane, pronto a scommettere sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei sistemi di produzione (Dati: Enpaia-Censis).

Lo studio, che fotografa il rapporto dei giovani con la terra, la produzione e il consumo del cibo, con l'impresa e il lavoro in agricoltura, evidenzia come i giovani siano pronti a rilanciare i valori di un’agricoltura sostenibile nel perimetro della youth economy dopo l’esperienza dell’emergenza sanitaria.

giovaniAgricoltura protagonista nel futuro post Covid-19

Per nove giovani su dieci sostenibilità ambientale e lotta al riscaldamento globale sono le priorità nell’agenda italiana del futuro prossimo, e l’agricoltura, in particolare, è il settore che prima e meglio degli altri ha interpretato queste urgenze. Per il 60% della GenZ e il 48% dei Millennial, infatti, gli agricoltori hanno operato per rendere la filiera del cibo sostenibile.

Giovani sostenibili e digitali

Il 60,2% dei giovani è convinto che il percorso verso lo sviluppo nel dopo pandemia sarà lungo e difficile. Ad esserne più sicuri sono i Millennial (63,8%), scottati in prima persona dalla crisi del 2008. Nonostante ciò, l’89,8% dei giovani ritiene che per questa fase lo stato d’animo appropriato sia essere orientato allo sforzo per realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi.

Non sorprende, allora, che quasi il 91,7% dei giovani italiani sia favorevole a dare aiuti alle imprese agricole che scelgono di investire nelle tante forme di sostenibilità ambientale, coerenti con nuovi stili di vita più digital e aperti a un’economia di tipo circolare.

L’agricoltura praticata dai giovani in questi anni, come riportato dal rapporto, è ad alta intensità di tecnologie e le aziende hanno saputo valorizzare le opportunità dell’Ict.

Economia e società, i giovani chiedono stabilità del lavoro e protezioni sociali

Per i giovani, la sostenibilità resta il criterio regolatore per eccellenza di economia e società. Pensando al post Covid-19, infatti, emerge che il 62,8% farà più attenzione a ridurre gli sprechi, con quote analoghe tra GenZ (60,7%) e Millennial (63,5%); il 46,4% farà la raccolta differenziata per i rifiuti, mentre il 32,2% acquisterà prodotti locali, a km zero, per limitare l’inquinamento; il 32,1%, poi, eviterà acquisti di prodotti in plastica (è il 43,8% tra la GenZ e il 27,9% tra i Millennial).

Secondo il rapporto, sono alte le quote di giovani che invece non hanno fiducia in istituzioni di vario tipo: è così per partiti politici (78% GenZ, 75% Millennial), amministrazioni locali (62% GenZ, 61% Millennial), Pubblica amministrazione (61% GenZ, 61% Millennial), Europa (48% GenZ, 56% Millennial) e mass media (50% GenZ, 54% Millennial).

Il lavoro, come emerge dallo studio, è la grande incertezza per i giovani italiani: il 43,3% teme di perdere il proprio lavoro. Infine, la grande maggioranza di GenZ (82%) e Millennial (81%) ritiene che la competizione sui mercati debba contemperarsi con una buona protezione sociale.

Piazza: «L’agroalimentare è il settore del futuro»

Enpaia
Giorgio Piazza, presidente della Fondazione Enpaia.

Secondo il presidente della Fondazione EnpaiaGiorgio Piazza: «i dati dell’Osservatorio dimostrano ancora una volta come il settore agricolo costituisca un asset strategico per l’economia nazionale e per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. L’agroalimentare è il settore del futuro e sarà il traino per la ripresa economica del Paese post pandemia. A mio avviso – aggiunge Piazza - sono tre i cardini su cui puntare: innovazione tecnologica, sostenibilità e giovani. Soprattutto bisognerà sostenere concretamente questi ultimi, convinti che il percorso post Covid sarà lungo e difficile, ma al tempo stesso determinati nel realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi. Stabilità del lavoro e protezioni sociali costituiscono le maggiori incertezze delle nuove generazioni, ma anche il terreno su cui verranno misurate le istituzioni e la rappresentanza politica».

De Rita: «I giovani pronti a giocarsela in agricoltura»

Per il presidente del Censis, Giuseppe De Rita: «per tornare a crescere non basteranno Stato, piani dall'alto e tanti soldi: fondamentale sarà stimolare la voglia di fare impresa degli italiani combattendo la tentazione psichica ad accucciarsi, a valutare il rischio come minaccia e a cercar sempre e solo protezione. Ecco perché i giovani sono pronti a giocarsela in agricoltura. Sono un esempio concreto di come ripartire dal basso, dalla voglia di fare delle persone. Su questo è importante puntare, tutto il resto, inclusi i piani con tanti finanziamenti, servono d'aiuto».

Qui la Sintesi 3° numero Osservatorio Enpaia-Censis_La riscoperta dell'agricoltura nella youth economy

La generazione Z punta su un’agricoltura sostenibile e digitale - Ultima modifica: 2021-05-19T18:39:56+02:00 da Laura Saggio

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