Le affinità (elettive) tra New Green Deal e florovivaismo

Per il presidente di Cia Scanavino il florovivaismo avrà un futuro nell’era della transizione ecologica perché in linea con le politiche di sostenibilità

L’dea della sostenibilità connaturata al florovivaismo, gli incentivi per il comparto e l’iter del disegno di legge di riforma al centro dell’incontro di ieri a Roma organizzato dall'Associazione Florovivaisti Italiani a Roma nell’Auditorium Cia

Il concetto è lapalissiano: il verde non solo con funzione ornamentale, ma necessario per la protezione dell’ambiente. Così  il florovivaismo diventa protagonistadel New Green Deal e  lo stesso concetto di sostenibilità ambientale, oggi supportato anche dalle nuove strategie comunitarie, trova perfetta corrispondenza nei ruoli e negli obiettivi del settore.

In questa svolta green si inserisce la proposta “suggestiva” della Commissione europea di piantare 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030, ma ci sono anche le nuove opportunità di accesso, sempre con finalità eco, ai fondi del Pnrr per il settore florovivaistico.

A fare il punto su new Green Deal e florovivaismo, nonchè sull'iter del disegno di legge del comparto, sono stati ieri i rappresentanti degli operatori e della politica nel corso dell'evento organizzato dall'Associazione Florovivaisti Italiani a Roma, nell’Auditorium Cia, "Giuseppe Avolio".

Scanavino: «Florovivaismo ha un futuro grazie alle politiche green europee»

«Si tratta - ha detto Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia - di un settore strategico, non solo perché occupa il 10% dei lavoratori agricoli, occupa poca terra sviluppando in proporzione un grande fatturato, ma soprattutto perché grazie al segmento forestale è in grado di produrre energie rinnovabili e grazie al verde ornamentale urbano di migliora la qualità della vita dei cittadini».

florovivaismo«Se la cura delle piante e del verde urbano - ha continuato Scanavino -  genera benessere, questo settore ha un futuro di sviluppo nell’era della transizione ecologica perché è in linea con le politiche per la sostenibilità. Se come chiede Ursula von der Leyen l’Europa dovrà diventare il continente più green del mondo occorrerà potenziare il settore florovivaistico».

Aldo Alberto, presidente dei Florovivaisti italiani, si è soffermato sull'annoso problema della Xylella in Puglia che sta mettendo in seria difficoltà il segmento del vivaismo soprattutto sul fronte dell'export. E' positiva inoltre, nella proposta di una nuova legge quadro del settore, la creazione di un ufficio statistico che sarà fondamentale per la programmazione della produzione flororovivaistica.

Una certezza: il verde genera benessere

Nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nella tutela della biodiversità, è fondamentale il ruolo della produzione florovivaista, come ha spiegato Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università degli Studi di Firenze e presidente del Distretto Rurale Vivaistico-Ornamentale della Provincia di Pistoia. «In un anno e mezzo, complice la pandemia, è cambiato tutto molto velocemente; ad esempio il lockdown ci ha fatto apprezzare di più la natura e il verde La stessa salute umana dipende dalla salute ambientale, intesa come ricchezza di vegetali e proprietà del suolo. Al verde in senso lato è riconosciuta la capacità di i migliorare l’ambiente abitativo, incrementare la produttività dei lavoratori. Ogni euro investito in verde ambientale ha un ritorno di 9 euro che non sono immediatamente quantificabili, ma contribuiscono ad arricchire la comunità».

La nuova strategia Ue per le foreste al 2030

E’ partita dalla Commissione europea, come ha spiegato sempre Ferrini,  la proposta “suggestione” di piantare 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030 in ambiente urbano nellambito della nuova strategia Ue per le foreste. Si tratta di 7 alberi per abitante e per raggiungere l’obiettivo si dovranno piantare qualcosa come un milione e mezzo di alberi al giorno. «Sarà necessario, quindi, investire – ha continuato Ferretti - nella programmazione produttiva del settore vivaistico per arrivare a soddisfare i volumi stabiliti. Il vivaio che è oggi considerato spesso  soggetto “esterno” rispetto a questi tipi di progetti, dovrà diventare il motore del cambiamento». Secondo Ferretti sarebbe necessario partire allora da una programmazione della produzione cominciando dai contratti di coltivazione.

Nella linea di uno sviluppo sostenibile rientrano poi anche le innovazioni di processo e di prodotto utili anche nella produzione di arbusti e alberi, così come lo sviluppo delle tecnologie smart e dell’automazione o, ancora il miglioramento genetico per la resistenza delle piante alle malattie e allo stress.

Pnrr, tutte le opportunità per il florovivaismo

Delle misure del Pnrr (fondi del Next Generation Eu) dedicate all’efficienza energetica del  settore agricolo, in particolare accessibili al settore florovivaistico, ha parlato Valeria Verga, responsabile sviluppo e marketing di Esco Agroenergetica, costituita da Cia e da Aiel (l’associazione delle energie agroforestali) sottolineando anche che stanno per essere emanati i relativi decreti attuativi.

Nel dettaglio (vedi il prossimo numero di Colture Protette in corso di pubblicazione) sono gli incentivi (sostenuti dai fondi Ue in conto capitale e in parte con prestiti agevolati) per i parchi agrisolari (1,5 miliardi), per lo sviluppo dell’agrovoltaico (1,1 miliardi), la promozione delle rinnovabili per l’autoconsumo (2,2 miliardi di euro) e le comunità energetiche (140milioni di euro), lo sviluppo del biometano (1,92 miliardi) oltre all’Ecobonus e Sismabonus al 110%, o, ancora, lo sviluppo del teleriscaldamento.

Cento emendamenti nel disegno di legge sul florovivaismo

 E’ attualmente al vaglio del Senato il disegno di legge sul florovivaismo, come ha spiegato Patrizio La Pietra della Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato. La proposta di legge «nasce dall’esigenza di dare finalmente una cornice normativa nazionale al comparto filiera e dare chiarezza e omogeneità alle varie leggi regionali. Oltre ai produttori ci sono molti soggetti che si inseriscono nella filiera che è strategica per il settore primario.

«Abbiamo ricevuto – ha detto La Pietra - il testo dalla Camera in commissione a metà gennaio con la possibilità di applicare gli articoli in base agli emendamenti presentati, per velocizzarne l’approvazione. Oggi ci sono circa 100 emendamenti e il secondo passaggio al Senato deve essere preso come un’opportunità per migliorare il disegno di legge».

La Pietra ha inoltre sottolineato l’esigenza di politiche di ampio respiro per il comparto, capaci di fare squadra tra le aziende e le associazioni per competere nel mercato globale che però oggi è aperto da Paesi che in ambito extra-Ue coltivano con prodotti che non rispettano l’ambiente e le regole di produzione italiane ed europee in tema di sostenibilità.

 

 

Le affinità (elettive) tra New Green Deal e florovivaismo - Ultima modifica: 2021-09-15T10:56:11+02:00 da Francesca Baccino

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