L’Italia olivicola si è ritrovata a Corato, il paese barese che dà il nome alla più diffusa varietà regionale di olive: la Coratina. L'ha fatto in occasione della giornata, piovosa ma ricca di iniziative, dedicata alla quarta edizione di Nova Agricoltura in Oliveto, la manifestazione organizzata da Edagricole in collaborazione con Assam Marche (Agenzia servizi al settore alimentare delle Marche), durante la quale si è svolta anche finale del 17esimo Campionato nazionale di potatura dell’olivo allevato a vaso policonico “Forbici d’Oro”, organizzata proprio da Assam con giuria presieduta da Franco Famiani, docente dell’Università di Perugia. Finale che tra l’entusiasmo e il tifo dei seicento spettatori presenti a bordo campo e partecipanti alla premiazione, curata da Barbara Alfei di Assam, ha visto primeggiare la squadra delle Marche e vincitore assoluto il marchigiano Marco Lanciotti con 55,8 punti su 60.
Potatura, operazione fondamentale per l'olivo
La potatura come tecnica fondamentale per il sano sviluppo e la produttiva conduzione dell’olivo è stata testimoniata non solo dalla gara, ma anche dalla dimostrazione di potatura dell’olivo a vaso policonico curata da Giorgio Pannelli, direttore della scuola www.scuolapotaturaolivo.it. «La Scuola di potatura dell’olivo è sorta con l’intento di divulgare l’ormai affermata tecnica in tutta Italia della potatura dell’olivo a vaso policonico – ha detto Panelli – la scelta di questa forma di allevamento poggia su precisi criteri: il rispetto della fisiologia della pianta, cioè del suo equilibrio vegeto-produttivo; la facilità di potatura, dopo una prima riforma, negli anni successivi, con impiego di 10 minuti al massimo per pianta, quindi con riduzione dei costi di gestione; la semplificazione della struttura legnosa della pianta; la facilitazione della raccolta e dei trattamenti».
Sostenibilità e difesa: l'innovazione in oliveto
Ma Nova Agricoltura in Oliveto non è stata solo gara e dimostrazione di potatura. Nel suo intento di divulgare le innovazioni per l’oliveto ed essere luogo di discussione dei problemi al centro dell’attenzione degli olivicoltori ha promosso due interessanti laboratori: “olivo.net, per la gestione sostenibile di un oliveto”, a cura di Horta, spin off dell’Università Cattolica di Piacenza, e “Xylella, un problema da conoscere per saperlo affrontare”, a cura di Francesco Bellino, tecnico agrario pugliese.
«Olivo.net è un nuovo strumento web interattivo per la coltivazione dell’olivo secondo i principi dell’olivicoltura sostenibile e di precisione – ha informato Andrea Anselmi, referente Horta per olivo.net – è stato progettato per aiutare il “manager dell’oliveto” (cioè colui che si occupa della gestione dell’oliveto o fornisce assistenza tecnica all’olivicoltore) a prendere decisioni più mirate e quindi più corrette. Olivo.net non sostituisce l’esperienza del manager, ma la arricchisce con una molteplicità di informazioni sempre aggiornate».
«Il batterio Xylella fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53 è un patogeno da quarantena, agente di una nuova fitopatia, segnalata nel 2013 in Puglia e chiamata “Quick Decline Syndrome of Olive (QDSO) o Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO) – ha precisato Bellino – le azioni di contrasto alla diffusione del batterio prevedono misure agronomiche per il contenimento delle forme giovanili dei vettori del batterio e misure fitoiatriche contro gli adulti dei vettori».
Difesa: attenzione ai principi attivi da usare
Discutere di Xylella in un territorio, a nord-ovest di Bari, dove il batterio non è presente, ha comunque un senso «perché anche nella zona indenne sono raccomandati le lavorazioni del terreno o il diserbo chimico o la trinciatura delle erbe infestanti nel periodo marzo-aprile per il controllo delle forme giovanili del vettore, i due trattamenti chimici contro gli adulti del vettore con insetticidi a maggio e giugno, la potatura ordinaria e l’eliminazione annuale dei polloni». È quanto ha suggerito Enza Dongiovanni, ricercatrice del Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura (Crsfa) “Basile Caramia” di Locorotondo (Ba), alla tavola rotonda “Olivicoltura tradizionale ad alta densità, un patrimonio da preservare e valorizzare. Soluzioni sostenibili per far prosperare un territorio fondamentale per il comparto olivicolo italiano”.
Ma difesa dell’oliveto non significa solo attenzione alla Xylella, ha sostenuto Antonio Guario, agronomo fitoiatra. «In alcune partite di olio di oliva, anche di questo territorio, è stata riscontrata presenza di clorpirifos, principio attivo non registrato sull’olivo che si lega fortemente ai grassi, per cui, seppur in piccola quantità, viene facilmente rintracciato. Attenzione, perché la Gdo rifiuta olio con presenza di tale molecola, proprio perché vietata per l’olivo. Altro principio attivo da quest’anno non più utilizzabile contro la mosca è l’imidacloprid, neonicotinoide il cui impiego è stato vietato su tutte le colture arboree, olivo compreso».