Tea, l’Italia può arrivare prima

tea
Mario Pezzotti, professore di Genetica agraria all’Università di Verona
Nell'editoriale di Terra e Vita n. 16/2024 Mario Pezzotti plaude al lavoro sinergico di ricercatori, istituzioni e stakeholder per arrivare alla prima sperimentazione in campo di una pianta ottenuta con le tecniche di evoluzione assistita. Ma avverte che bisogna insistere con la ricerca e investire per supportarla

Il 13 maggio 2024 è una data storica per i ricercatori italiani impegnati nella genetica agraria. Dopo sei anni trascorsi al “confino” in un fitotrone – una piccola stanza illuminata con luce artificiale nei laboratori dell’Università di Milano – il riso resistente al brusone derivante da tecnologie di evoluzione assistita (Tea) ottenuto dal gruppo di ricercatori coordinato da Vittoria Brambilla e Fabio Fornara è stato finalmente messo a dimora in un campo sperimentale.

Anteprima di Terra e Vita 16/2024

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Un grande successo che dobbiamo al dialogo tra scienziati, operatori del settore agricolo, decisori politici e comunicatori. Ma il percorso non è stato facile. Per molto tempo gli attori coinvolti – scienziati per primi – stentavano a parlarsi e a raggiungere un consenso, spesso a causa di forma mentis e strategie diverse. Alla fine hanno prevalso buon senso, praticità e la grande voglia di mettere a terra – in senso letterale – tutti gli sforzi fatti negli ultimi dieci anni nei laboratori, nei convegni, nelle riunioni plenarie degli stakeholder agricoli, e, non ultimo, nelle Commissioni e aule parlamentari. Altrettanto utile è stato il dialogo degli scienziati con i portatori d’interesse del settore agricolo, che hanno facilitato e sollecitato il percorso della decisione politica conclusosi con l’emendamento del senatore De Carlo al Dl siccità e la possibilità semplificata di presentare le notifiche autorizzative. Un grazie speciale al giornalista scientifico Giovanni Carrada, che ci ha aiutati a sviluppare una strategia comunicativa e ha coniato il termine “tecnologie di evoluzione assistita”, che ben descrive natura e obiettivi dell’editing delle piante agrarie.

Insomma, abbiamo messo a terra – questa volta in senso figurato – il meglio dell’ingegno italico senza disperderlo in inutili competizioni e incomprensioni tra le varie categorie. Complimenti a tutti!

Questa solenne e meritata autocelebrazione si scontra però con quanto poteva succedere, ma non è successo, a Bruxelles. A fronte della votazione favorevole del Parlamento europeo del 7 febbraio 2024 sulla proposta del nuovo regolamento sulle Tea (in Europa New Genomic Techniques – Ngt), la presidenza di turno belga del Consiglio Ue non ha ritenuto prioritario portare a conclusione l’iter di approvazione in questa legislatura. Si ricomincerà con il nuovo Parlamento, intanto teniamoci stretto il voto della sessione plenaria.

Anteprima di Terra e Vita 16/2024

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Ora sarebbe utile sperimentare in pieno campo il maggior numero possibile di Tea ottenute nei laboratori e dare il via al più presto a un rilevante e inclusivo progetto di ricerca coordinato dal Masaf, con l’obiettivo di ottenere piante Tea da utilizzare nell’agricoltura italiana. I laboratori di ricerca stanno preparando le notifiche autorizzative ma ci vuole ancora tempo per sottometterle, perché è necessario disporre di tutti i dati richiesti dall’autorità competente. A breve ci saranno richieste per pomodoro, vite, frumento, ma è necessaria una proroga di un altro anno, almeno fino alla fine del 2025, per la presentazione delle notifiche. Quanto al progetto di ricerca, il Masaf mostra alta sensibilità all’argomento, ma bisogna fare presto con risorse adeguate per finanziare, in proporzione adeguata, sia progetti di ricerca di base sia quelli con un alto livello di maturità tecnologica.

In sintesi: dobbiamo fare ancora di più e meglio, per arrivare primi come promotori dell’innovazione genetica per la sostenibilità agricola in Europa e come numero di prototipi di piante agrarie sperimentati e pronti per la coltivazione. La strada da percorrere sarà entusiasmante se sapremo evitare gli errori del passato e riusciremo a portare in campo il meglio dei semi e delle piante Tea ottenuti dall’attività di ricerca dei genetisti agrari italiani.


di Mario Pezzotti
Professore di Genetica agraria all’Università di Verona

Tea, l’Italia può arrivare prima - Ultima modifica: 2024-05-22T14:56:07+02:00 da K4

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