Patate, il settore in Emilia-Romagna è in ginocchio. E arriva la firma del contratto triennale

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    Soddisfazione tra le organizzazioni e gli operatori per la definizione e firma del contratto quadro per i prossimi tre anni. Tra gli obiettivi, il miglioramento della qualità della materia prima conferita e lo sviluppo di relazioni economiche fra i soggetti della filiera

    I protagonisti della filiera pataticola emiliano-romagnola hanno sottoscritto il contratto quadro per la cessione delle patate da consumo fresco per il prossimo triennio. Ma i problemi del settore restano.

    «Il prezzo minimo inserito nel contratto è di 25 cent/chilo, ma è solo un valore di garanzia che verrà sicuramente superato dalla decisione che arriverà entro fine settembre, quando si capirà l'andamento della raccolta, iniziata in queste settimane» riferisce a Terra e Vita Riccardo Rocchi di Agripat. «Il prezzo finale verrà deciso anno per anno, con due pagamenti ai produttori: uno entro il 16 ottobre e l'altro a fine anno».

    Dopo la firma, apposta venerdì 30 giugno presso la sede del Ce.pa (Centro di Documentazione per la Patata) a Bologna, il documento verrà trasmesso alla Regione per le apposite verifiche e, successivamente, al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per il completamento dell'iter amministrativo previsto dalla normativa vigente.

    Hanno sottoscritto il contratto: l’associazione di produttori AgriPat, le cooperative agricole di commercializzazione Apofruit Italia, Cico, Patfrut, gli operatori commerciali, Baschieri Rino srl, Fuitem & Orsini Fruttaexport srl, Leonesi srl, Orsini Ercole srl, Ortofrutticola Parma srl, Romagnoli Fratelli spa, Pizzoli spa, Marmocchi Angiolino srl e Fruitimprese.

    L’accordo interessa una quantità di tuberi di poco inferiore al milione di quintali, un quantitativo importante che rappresenta circa il 10% dell’intera produzione nazionale (1650 ettari) e che, se trovasse una maggiore adesione alla sottoscrizione da parte di altri operatori delle aree produttive limitrofe, potrebbe condurre a risultati più importanti sotto il profilo tecnico e commerciale.

    «Settore in forte sofferenza»

    «Il documento – fanno sapere i firmatari – assume un importante significato in un momento in cui il settore è ancora in forte sofferenza a causa delle conseguenze dovute alle forti piogge che hanno interessato il territorio emiliano romagnolo lo scorso mese di maggio. La situazione climatica che l’Italia sta attraversando, con fenomeni intensi ed estremi, crea un contesto difficile per l’agricoltura: di fronte a questo, la pataticoltura reagisce facendo sistema e individuando una serie di regole comuni a sostegno dell’intero comparto».

    Massimo Cristiani, presidente del Ce.Pa, si dice soddisfatto per il risultato ottenuto, frutto del lavoro di regolamentazione, difesa e valorizzazione di una delle più qualificate e innovative produzioni pataticole in Europa. Un’intesa ottenuta grazie al lavoro portato avanti da 35 anni da produttori e operatori commerciali coordinati dal Ce.Pa

    Ma i problemi strutturali del settore in Emilia-Romagna restano. «La prova è il forte calo dell’areale produttivo (-11mila ettari negli ultimi 12 anni)» dicono da Agripat. In più le rese sono precipitate, specialmente nell’ultimo anno, a causa di malattie e climate change. E le previsioni per il prossimo raccolto, dopo l'alluvione di maggio, non sono rosee. «La qualità del prodotto è ottima, ma a causa dell'alluvione le dimensioni sono molto ridotte, quindi il problema di quest'anno è rappresentato dalle quantità: prevediamo un calo del 20-25%» spiega Rocchi.

    Gli obiettivi del contratto nel triennio

    Per il prossimo triennio il contratto quadro firmato, in analogia a quello precedente, prevede  come obiettivi prioritari:

    • il miglioramento della qualità della materia prima conferita in linea con le aspettative dei consumatori;
    • lo sviluppo di relazioni economiche fra i soggetti della filiera;
    • l'aggiornamento continuo degli andamenti di mercato a livello nazionale e internazionale;
    • la definizione del prezzo di conferimento al "conto deposito" secondo le modalità previste;
    • la promozione degli elementi qualificanti e distintivi delle produzioni ottenute nel rispetto del contratto quadro sottoscritto.

     

     

     

    Patate, il settore in Emilia-Romagna è in ginocchio. E arriva la firma del contratto triennale - Ultima modifica: 2023-07-12T07:16:56+02:00 da Redazione Terra e Vita

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