Sostanza organica e Legge del Minimo

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La Legge del Minimo, altrimenti nota come Legge di Liebig, ha ancora valore nella determinazione delle strategie di fertilizzazione? Sì, ma nell’attuale contesto colturale il vero fattore limitante è la sostanza organica.

La Legge del Minimo, sviluppata da Carl Sprengel nel 1828, è stata resa popolare in seguito da Justus von Liebig, tanto da essere nota anche come Legge di Liebig. Liebig studiò nello specifico la nutrizione minerale delle piante, giungendo a stabilire che le rese delle colture dipendono principalmente dall’elemento nutritivo disponibile in minori quantità tra quelli di cui la pianta necessita.

Un principio di sostenibilità

Questo comporta che, fin tanto che la disponibilità dell’elemento nutritivo limitante non diventa ottimale, la somministrazione degli altri nutrienti di cui la pianta necessita non porterà comunque a un incremento delle performance produttive. Conoscere questa evidenza è certamente importante non solo per sapere come agire per migliorare le rese, ma anche per evitare costi inutili e altrettanto inutili impatti sull’ambiente, cui oggi siamo certamente più attenti rispetto al passato.

La Legge del Minimo oggi

La Legge del Minimo ha ancora validità nella pratica agricola attuale. Tuttavia, nell’agricoltura di oggi, risultato di decenni di fertilizzazioni minerali orientate al recupero della fertilità chimica dei suoli con scarsa considerazione per quella fisica e ancor meno per quella biologica, la risorsa che più frequentemente diventa limitante nella fertilizzazione delle colture è la sostanza organica, in particolare la sua frazione umificata e la sua versione “viva” (microbiota).

Un’agricoltura che non si cura del ripristino e del mantenimento di un coretto equilibrio tra le diverse forme di sostanza organica nei suoli sperimenterà costantemente problemi come

  • carenze nutrizionali (anche in presenza di somministrazioni abbondanti di elementi nutritivi),
  • suscettibilità delle colture a parassiti e malattie (anche con l’adozione di strategie di protezione)
  • e sofferenze da stress ambientali, legate a uno stato fisiologico e nutrizionale della pianta non ottimale.

Agire sul fattore limitante

Ne deriva la centralità della sostanza organica nei programmi di fertilizzazione. Se insufficiente, la sostanza organica diventa il vero fattore limitante, perché in grado di ridurre o azzerare gli effetti positivi sulle rese di input come l’acqua, gli elementi nutritivi e gli agrofarmaci. Per questo in Agribios Italiana crede, fin dalle origini, nel valore della concimazione organica e organo-minerale, così come nell’utilità di stimolare e/o ripristinare la presenza di microrganismi utili nei suoli coltivati. Tali pratiche, migliorando la fertilità del suolo intesa nella sua globalità e non solo dal punto di vista chimico, consentono una riduzione globale degli input perché ne incrementano l’efficienza.

In questa nuova chiave interpretativa, la Legge del Minimo assume un valore agronomico molto più ampio di quello di origine e diventa uno strumento utile al perseguimento di obiettivi propri non solo dell’agricoltura sostenibile, dal punto di vista economico e ambientale, ma anche dell’agricoltura rigenerativa, oggi più che mai al centro dell’attenzione del settore primario.

Sostanza organica e Legge del Minimo - Ultima modifica: 2024-06-04T11:50:17+02:00 da Redazione Terra e Vita

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