Dall’Umbria una “Carta” per accelerare l’innovazione agrifood

The Edible Planet Summit: 15 tavoli di lavoro con 150 delegati da 5 continenti per far emergere strategie e linee guida per traghettare l’attuale sistema del cibo verso un modello più sostenibile

Confronto su innovazione AgTech, nuovi sistemi agricoli, cambiamenti climatici, prodotti alternativi, salute e nutrizione, economia circolare, informazione e politica agricola, spreco e sicurezza alimentare

Per due giorni si sono confrontati su innovazione AgTech, nuovi sistemi agricoli, cambiamenti climatici, proteine e prodotti alternativi, salute e nutrizione, spreco alimentare, economia circolare, informazione e politiche agricole, sicurezza alimentare.
Nessun convegno o seminario ma 15 tavoli di lavoro con 150 delegati da 5 continenti per far emergere strategie e linee guida concrete per traghettare l’attuale sistema del food verso un modello più sostenibile.
Il tutto in Umbria, a Perugia, presso il complesso del Santa Giuliana, sede della Scuola di lingue estere dell'Esercito Italiano, con l'organizzazione di Sharon Cittone, nota in ambito internazionale come una delle più autorevoli "guru" in tema di futuro del cibo.

The Edible Planet Summit dal 16 al 19 settembre

Durante The Edible Planet Summit, questo il nome dell'iniziativa, il confronto è stato serrato e diretto, con la richiesta ad ogni tavolo di identificare soluzioni e problemi concreti da far confluire, al termine in una "Carta" finale con le azioni concrete da indicare a tutti gli attori della filiera.
Il vertice è iniziato il 16 settembre a Todi, la città indicata negli anni Novanta da un'Università americana come la "città più sostenibile del pianeta", per poi proseguire il 17 e 18 a Perugia e, lunedì 19 settembre, concludersi con una serie di visite ad alcune aziende agroalimentari della regione individuate in coerenza con lo spirito "rigenerativo" dell'evento.

Il network internazionale di Sharon Cittone

Sharon Cittone (nella foto sotto), ideatrice del Summit, è founder & ceo di Edible Planet Ventures, una piattaforma nella quale gli stakeholder della catena alimentare globale possono condividere know-how, risorse e best practice, individuando le direttrici di sviluppo e investimento. È convinta che per trasformare il sistema alimentare globale sia essenziale promuovere la cooperazione tra player ad ogni livello della filiera ed è per questo che ha dedicato la sua carriera a costruire un ampio network internazionale che oggi coinvolge i leader e le organizzazioni più influenti del settore, tutte rappresentate in questi giorni in Umbria.

Presenti istituzioni come la FAO e Ong

Al Summit hanno preso parte esponenti del mondo dell’industria alimentare e dell’agricoltura, compresa quella dei Paesi in via di sviluppo, ma anche Ong, istituzioni internazionali come la Fao, influencer e politici, investitori e ricercatori universitari, per la maggior parte provienienti dall'estero, grazie anche al supporto che l'iniziativa ha avuto dall'agenzia governativa ICE, forte di una rete di uffici esteri presenti in 65 paesi nel mondo. Minimo comun denominatore per tutti la convinzione che, dopo la pandemia, ci si trovi ormai difronte alla necessità di un cambiamento strutturale e radicale del sistema alimentare globale, profondamente interconnesso nelle sue dinamiche di produzione, commercializzazione e consumo.

I temi al centro dei quindici tavoli di lavoro

Questo l’elenco dei tavoli di dibattito: Climate Change & Food Security, Food Access, Justice & Sovereignty, Food Waste & Circularity, Foodservice, Health & Nutrition, Investments, Media, Policy Innovation, Proteins – Biotech, Proteins – Fermentation, Proteins – Plant Based, Regenerative Agriculture, Resources, Retail, Supply Chain & Food Production, Sustainable Agriculture, Urban & Controlled Environment Agriculture. Tema comune a tutti come la combinazione di cibo, tecnologia e innovazione può essere utilizzata per migliorare l'ambiente, la salute umana e le disparità a livello di accesso al cibo nelle diverse aree del mondo.

Slow Food, FAO e Enel X tra gli ospiti

"Tra gli altri delegati invitati - sottolinea Sharon Cittone - figurano Edward Mukiibi, nuovo presidente di Slow Food International, Jorge Pinto Ferreira, FAO Food Safety Officer, e Nicola Tagliafierro di Enel X: l’intera delegazione è stata selezionata con l’obiettivo di arrivare ad elaborare proposte concrete, da adottare su scala globale per dare forma ad un modello alimentare più equo e sostenibile". Essenziale anche il mix tra aziende private e le amministrazioni pubbliche, per una condivisione dello spostamento del proprio focus sulla sostenibilità.

Nicola Tagliafierro di Enel X

"The Edible Planet Summit – sottolinea Nicola Tagliafierro, Head of Global Sustainability di Enel X – è un tavolo internazionale per un Food System radicalmente diverso attraverso la collaborazione con leader del settore, attivisti, visionari e changemaker. L’approvvigionamento alimentare globale è più fragile che mai. Cambiamento climatico, rifiuti alimentari, pratiche agricole, sicurezza alimentare, rifornimento energetico e disuguaglianza nutrizionale hanno creato una tempesta perfetta di sfide che ora dobbiamo affrontare insieme. Le soluzioni stanno emergendo da ogni angolo del pianeta".

Navad Berger di PeakBrigde

Tra gli investitori, Nadav Berger, Founding General Partner di PeakBrigde, precisa: «Il nostro obiettivo di investimento è guidato da punti deboli unici che abbiamo riconosciuto lungo la catena del valore agroalimentare dal lato dei consumatori, dell’industria e dell’impatto. Crediamo che il FoodTech sia un’area di investimento che promette grandi ritorni e risultati positivi per la salute umana e del pianeta. C’è molto da migliorare attraverso l’implementazione di nuove tecnologie, quindi l’impatto è parte integrante della due diligence, del processo di investimento e del quadro in corso per la gestione del portafoglio».

Merijn Dols di Danone

Sull’importanza della sfida all’innovazione nel food interviene Merijn Dols, Global Director of open innovation and circular economy for food di Danone: "Il nostro sistema alimentare esistente non è più sostenibile, non è più in grado di assolvere al suo scopo. Servono sostanziali innovazioni sistemiche in tutte le parti interessate, in ogni livello di sistema e in tutte le aree geografiche. Questo summit, mettendo insieme tutti gli attori, è essenziale per cercare soluzioni".

Rana Edwards di Love Poke

"Nel foodservice l’innovazione tecnologica è fondamentale per ridurne l’impatto sul Pianeta – commenta Rana Edwards co-founder ed Executive Director di I Love Poke – da molti anni mi interesso di nutrizione e di salute e temi come la sostenibilità, la lotta allo spreco alimentare e la qualità della filiera alimentare sono importantissimi per il nostro brand. È auspicabile che le aziende del foodservice si impegnino per limitare la carbon footprint e ripensare i loro business model in un’ottica che sia socialmente sostenibile".

Cambiare i modelli lineari di business dell'agrifood

Dal mosaico di incontri one-to-one, attività di co-design, workshop, esperienze immersive e networking uscirà nei prossimi giorni la Edible Planet Charter che si prefigge di cambiare i modelli lineari di business dell'agrifood e della food chain con modelli circolari o rigenerativi, definendo strategie di breve termine che possano fare da ponte alle visioni dell’Agenda 2030. Un obiettivo ambizioso. Non a caso l'iniziativa umbra è stata presentata in fase di organizzazione come la "Davos del cibo".

Dall’Umbria una “Carta” per accelerare l’innovazione agrifood - Ultima modifica: 2022-09-18T20:04:49+02:00 da Gilberto Santucci

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