Solo l’agricoltura digitale potrà sfamare il mondo

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Il punto sulle potenzialità delle nuove tecnologie applicate all'agricoltura in un convegno a Lomazzo (Co). Solo così si potranno sfamare 10 miliardi di persone nel 2050

Lo scenario è quello di un futuro non lontano: un’agricoltura che, nel 2050, sarà chiamata a sfamare 10 miliardi di persone, con il 40% dei suoli mondiali coltivati degradati e il condizionamento sempre più pesante dei cambiamenti climatici che, già oggi, stanno modificando profondamente le dinamiche produttive ed economiche del settore primario.

Incognite e sfide che il sistema agricolo può vincere grazie all’innovativo concetto di Agricoltura 4.0: il tema è stato affrontato a ComoNext Innovation Hub, con susseguirsi di interventi che approfondiranno diversi ambiti, dalle sostenibilità di filiera, all’implementazione tecnologica, agli strumenti per la competitività, al valore della rintracciabilità. Titolo dell’incontro, Il nuovo volto dell’agricoltura in ottica 4.0.

Temi strategici che si riflettono nell’azione delle start-up che, attraverso gli strumenti di maggior avanguardia, possono far camminare su un binario parallelo i principi di maggior produttività e sostenibilità economico/ambientale in agricoltura.

Iot, big data, rilevazioni satellitari, genomica, nuovi materiali, blockchain, robotica, droni e integrazione diventano quindi concetti (e nuove frontiere) di importanza imprescindibile di oggi e di domani.

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Un momento del convegno

Il futuro dell'agricoltura è digitale

L’incontro di Lomazzo, nella pianura comasca, nasce per iniziativa della Camera di Commercio di Como Lecco e, in particolare, dal lavoro e dall’impegno del rappresentante camerale del settore agricolo, Roberto Magni, che ha aperto i lavori rimarcando la strategicità dei processi di digitalizzazione d’impresa in ambito agricolo.

«Il concetto di agricoltura 4.0  - ha rimarcato Magni - parte dalla consapevolezza di come le nuove tecnologie possano supportare il settore primario offrendo strumenti di crescita e competitività, ottimizzando i processi produttivi  e di ciclo di vita del prodotto in armonia con l’innovazione e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica».

Droni, robotica e ricerca diventano quindi basilari per una visione di agricoltura del futuro in un futuro che è tutt’altro che lontano, ma che nei fatti rappresenta già un presente tangibile.

Ritorno al passato

Un futuro (e un presente) che talvolta possono aiutare a rigenerare il passato, come l’ambiziosa realtà presentata in una delle case history della mattinata, ovvero la sperimentazione che ha portato a ricreare in ambito rurale le dinamiche della pianura padana preistorica all’interno di Neorurale hub, la realtà di coworking e open innovation che, alle porte di Milano (Giussago, Pv), annovera 1700 ettari di  campi agricoli, zone test e network di competenze a soli 18 km dalla centralissima piazza Duomo di Milano. All'Innovation Center Giulio Natta, si trova quindi primo laboratorio naturale per lo sviluppo di soluzioni innovative per la sostenibilità.

Luca Pilenga (COO NeoruraleHub) nel suo intervento su ‘Nuove soluzioni e tecnologie per una filiera agroalimentare sostenibile e competitiva: il caso NeoruraleHub  ha rimarcato l’obiettivo di trasformare le aree agricole periferiche alle città in produttori di ambiente. In primis nutrendo e fortificando il terreno prima ancora che le piante: il deserto agricolo è un terreno attaccabile da parassiti, libero da altri organismi e da una biodiversità che nel corso del tempo gli ha sempre assicurato protezione.

Fertilità del suolo e tracciabilità

Giovanni Boschin, (NeoruraleHub) su Agricoltura rigenerativa 4.0 per la competitività delle aziende agricole e la fertilità del suolo; Fabio Scalise (Founder SISSPre) ha invece rimarcato la strategicità dei Sistemi di tracciabilità dal campo alla tavola a sostegno delle produzioni di qualità: partendo dalla centralità crescente dei processi di tracciabilità, ha evidenziato la strategicità di progetti di tracking completo secondo il modello di Tracciabilità 2.0 già sperimentato sull’Olio extravergine (la cui biodiversità che distingue le oltre 500 cultivar nazionali va valorizzata) ed estendibile a filiere agricole diverse.

Sensori per l'apicoltura

Marta Toppan (CSR Manager 3Bee) ha approfondito il tema del monitoraggio in apicoltura, attraverso i sistemi di sensori che consentono il monitoraggio sull’intero ciclo vitale dell’alveare: la raccolta di dati, archiviata e resa disponibile in cloud, consente un controllo in tempo reale da remoto e permette all’apicoltore di pianificare al meglio gli interventi. Ciò può valere anche per gli altri ambiti, uno su tutti quello della viticoltura.

Gli orti biologici

Infine, l’intervento di Lorenzo Cilli (YouFarmer) su Rivoluzione Bio e filiera sostenibile, dove ha esemplificato la possibilità, per i cittadini, di adottare un proprio orto biologico o biodinamico, presso imprese agricole terze e con la cura di agronomi professionisti a pochi chilometri dalla città: realtà che il consumatore può seguire direttamente, ricevendo a casa o presso un punto di prelievo il raccolto settimanale dei prodotti coltivati.

Solo l’agricoltura digitale potrà sfamare il mondo - Ultima modifica: 2019-12-05T14:09:39+01:00 da Simone Martarello

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