Bruxelles sblocca la partita delle Nbt.
La Commissione europea ha infatti pubblicato oggi, su richiesta del Consiglio, uno studio sulle nuove tecniche genomiche (Nbt). Secondo l’analisi strumenti come il genome editing e la cisgenesi hanno il potenziale per contribuire a realizzare il sistema agroambientale più sostenibile postulato dagli obiettivi del Green Deal e della strategia Farm to Fork. Allo stesso tempo, lo studio rileva che l'attuale legislazione sugli Ogm (Dir.18/2001 “Novel food”) non è adatta a regolare queste tecnologie innovative.
La sentenza blocco della Corte di Giustizia sarà superata
È il preludio per una riforma normativa che consentirà di superare il blocco determinato dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea che tre anni orsono, rispondendo al ricorso di un gruppo di associazioni ambientaliste francesi, aveva equiparato dal punto di vista legislativo le Nbt agli Ogm, una tecnologia che risale a oltre 30 anni prima.
La Commissione avvierà ora un ampio e aperto processo di consultazione per discutere la progettazione di un nuovo quadro giuridico per queste biotecnologie.
Aperto l'iter per un nuovo regolamento sulle Nbt
«Lo studio che pubblichiamo oggi – dichiara Stella Kyriakides, Commissario per la salute e la sicurezza alimentare- garantisce che le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola, in linea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork».
«Assumendo come principi guida – continua -la sicurezza dei consumatori e dell'ambiente, è ora il momento di avere un dialogo aperto con i cittadini, gli Stati membri e il Parlamento europeo per decidere congiuntamente la via da seguire per l'uso di queste biotecnologie nell'Ue».
Europa in forte ritardo rispetto al resto del mondo
Un risultato che non appariva scontato. Una delle ipotesi che nei giorni scorsi era filtrata dalla Commissione era infatti quella non ricorrere ad una riforma normativa ma solo a una nuova interpretazione della Dir. 18/2001 che rischiava di mantenere inalterato il distacco che il Vecchio Continente sta accumulando rispetto agli altri paesi sviluppati nell’innovazione genetica in agricoltura.
Le Nbt, o Tea (tecnologie di evoluzione assistita, come propone di chiamarle in Italia Siga (Società di genetica agraria) sono infatti in rapido sviluppo in molte parti del mondo, con alcune applicazioni già registrate e commercializzate di alcuni partner commerciali dell'Ue.
I risultati dello studio sulle Nbt
Tra i punti messi in luce dallo studio emerge che:
- le Nbt hanno il potenziale per contribuire a sistemi alimentari sostenibili con piante più resistenti alle malattie, alle condizioni ambientali e agli effetti dei cambiamenti climatici;
- i prodotti ottenuti possono beneficiare di qualità nutrizionali più elevate come un contenuto di acidi grassi più sano e una ridotta necessità di input agricoli (agrofarmaci, acqua e fertilizzanti);
- contribuendo agli obiettivi di innovazione e sostenibilità dei sistemi alimentari, nonché a un'economia più competitiva, le Nbt possono avere vantaggi per molti settori delle nostre società.
Lo studio ha anche analizzato le preoccupazioni associate a questi strumenti e alle loro applicazioni attuali e future. Le preoccupazioni includevano il possibile impatto sulla sicurezza e sull'ambiente, ad esempio, sulla biodiversità, la coesistenza con l'agricoltura biologica e senza ogm, nonché l'etichettatura.
L’analisi ha però messo in luce come queste biotecnologie di precisione siano «costituite da un insieme molto diversificato di tecniche, e che alcuni prodotti vegetali prodotti da Nbt siano sicuri quanto le piante allevate convenzionalmente per la salute umana e animale e per l'ambiente».
Tutti questi punto portano lo studio a concludere che vi sono forti indicazioni che l'attuale legislazione sugli ogm del 2001 debba necessariamente essere adeguata al progresso scientifico e tecnologico.
Prossimi passi
Lo studio sarà discusso con i ministri dell'UE al Consiglio Agricoltura e pesca a maggio. La Commissione discuterà inoltre i suoi risultati con il Parlamento europeo e tutte le parti interessate.
Nei prossimi mesi sarà effettuata una valutazione dell'impatto, inclusa una consultazione pubblica sul tema.
Un anno e mezzo per scriverlo
Lo studio è stato preparato a seguito di una richiesta del Consiglio dell'Unione Europea che, in data 8 novembre 2019, ha chiesto alla Commissione di effettuare «uno studio alla luce della sentenza della Corte di giustizia nella causa C-528/16 sullo status delle tecniche genomiche ai sensi del diritto dell'Unione».
Lo studio è stato condotto dalla Commissione grazie a pareri di esperti e contributi delle autorità competenti degli Stati membri e delle parti interessate a livello dell'UE tramite consultazioni mirate.
Una vasta gamma di partecipanti è stata coinvolta nella consultazione, che ha preceduto la preparazione del rapporto.