Nel 2022 la produzione italiana di frutta secca ha ripreso, dopo l’interruzione della campagna 2020/21, il suo decennale sentiero di crescita. A livello aggregato si evidenzia un aumento sia delle superfici (+1,5%), sia dei livelli di produzione (+11,2%) rispetto al 2021. Le stime relative al 2023, attualmente disponibili per mandorle e nocciole, confermano tale tendenza, particolarmente robusta nel caso delle nocciole.
Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita
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Mandorle, tanti nuovi impianti
A un livello di maggior dettaglio, le mandorle, con 77.700 tonnellate di prodotto raccolto, manifestano un incremento dei volumi di produzione del 4,1% rispetto al 2022, quantitativo che, in controtendenza con le ultime annate, fa registrare un recupero per la mandorlicoltura nazionale sempre più oggetto di attenzione da parte dei frutticoltori italiani. Un risultato ascrivibile in gran parte ai nuovi impianti realizzati anche in aree non storiche per la specie, come nel Lazio per il Centro Italia e in Molise e Sardegna al Sud.
Puglia e Sicilia si confermano i territori più importanti per la coltura, concentrando il 96% della superficie e il 91% del prodotto nazionale. Benché nel 2023 si sia assistito a una riduzione degli areali pugliesi, in maniera speculare a quanto si può osservare l’anno precedente, i volumi produttivi risultano sensibilmente in ascesa. Per la Sicilia la dinamica è esattamente all’opposto: espansione degli areali coltivati che viene accompagnata da una modesta riduzione della produzione (-0,8%).
La scarsa dinamicità dei prezzi, leitmotiv che caratterizza il comparto a partire dall’ultimo triennio, parrebbe aver cambiato direzione secondo gli ultimi dati disponibili. A partire da giugno 2023 si registrano variazioni medie mensili sempre positive con la quotazione di ottobre che ha raggiunto 1,63 €/kg.
Pur rimarcando il carattere strutturalmente deficitario della nostra mandorlicoltura che, insieme a quella spagnola, si trova a fronteggiare la leadership statunitense (si stima che nove mandorle su dieci siano californiane), le dinamiche produttive nazionali lasciano intravedere qualche timido segnale di rilancio, diversamente da ciò che accade sul versante dei prezzi, dove la politica al ribasso imposta dal prodotto californiano sta sempre più condizionando il mercato, richiedendo l’attuazione di strategie di riposizionamento improntate a una migliore qualificazione delle produzioni.
tab. 1 Mandorle e nocciole: superfici e produzione in Italia (anni 2021-2023) |
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Superficie in produzione (ettari) | Produzione raccolta (000 t) | |||||||
2021 | 2022 | 2023* | Var. % 2023/22 | 2021 | 2022 | 2023* | Var. % 2023/22 | |
Mandorle | ||||||||
Nord-ovest | 3 | 4 | 40 | 900 | 0 | 0 | 0 | 486 |
Nord-est | 16 | 46 | 74 | 60,9 | 0 | 0,1 | 0 | -34,1 |
Centro | 204 | 327 | 357 | 9,2 | 0,3 | 1,1 | 1,1 | 3,9 |
Sud | 53.497 | 53.513 | 53.633 | 0,2 | 71,3 | 73,5 | 76,5 | 4,1 |
Italia | 53.720 | 53.890 | 54.104 | 0,4 | 71,6 | 74,6 | 77,7 | 4,1 |
Nocciole | ||||||||
Nord-ovest | 23.910 | 24.812 | 24.815 | 0 | 30,2 | 30,3 | 33,1 | 9,5 |
Nord-est | 927 | 951 | 1.028 | 8,1 | 1,5 | 1,2 | 1,5 | 21,1 |
Centro | 23.385 | 24.071 | 25.054 | 4,1 | 25,9 | 30,6 | 40 | 30,5 |
Sud | 34.368 | 34.592 | 35.224 | 1,8 | 27,1 | 36,5 | 39 | 6,9 |
Italia | 82.590 | 84.426 | 86.121 | 2 | 84,7 | 98,7 | 113,7 | 15,2 |
Fonte: elaborazioni degli autori su dati Istat. * Dati stimati |
tab. 2 Superficie e produzione per castagne, pistacchi e carrube in Italia ( 2021-2022) |
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Superficie in produzione (ettari) | Produzione raccolta (000 t) | |||||
2021 | 2022 | Var. % 2022/21 | 2021 | 2022 | Var. % 2022/21 | |
Castagne | ||||||
Nord-ovest | 977 | 973 | -0,4 | 2 | 2 | 1,6 |
Nord-est | 2.771 | 2.715 | -2 | 2 | 3 | 74,9 |
Centro | 7.067 | 7.726 | 9,3 | 8 | 10 | 21,7 |
Sud | 23.458 | 23.510 | 0,2 | 31 | 40 | 28 |
Italia | 34.273 | 34.924 | 1,9 | 43 | 55 | 27,9 |
Pistacchi | ||||||
Nord-ovest | - | - | - | - | - | - |
Nord-est | - | - | - | - | - | - |
Centro | - | 1 | - | - | 0 | - |
Sud | 3.862 | 3.887 | 0,6 | 4,1 | 4,1 | 1,1 |
Italia | 3.862 | 3.888 | 0,7 | 4,1 | 4,1 | 1,2 |
Carrube | ||||||
Nord-ovest | - | - | - | - | - | - |
Nord-est | - | - | - | - | - | - |
Centro | - | - | - | - | - | - |
Sud | 5.524 | 5.514 | -0,2 | 37,6 | 35,6 | -5,5 |
Italia | 5.524 | 5.514 | -0,2 | 37,6 | 35,6 | -5,5 |
Fonte: elaborazioni degli autori su dati Istat |
Castagne in ripresa, ma il clima...
Nel 2022 i dati sulla castanicoltura da frutto segnalano una decisa ripresa della produzione nazionale. I volumi di prodotto si sono riportati, infatti, sui livelli precedenti all’emergenza fitosanitaria causata dal cinipide galligeno che, a partire dal 2010, ha ridotto drasticamente i quantitativi nazionali. Nell’anno di analisi, la produzione si è consolidata sulle 52 mila tonnellate circa con un aumento del 20,8% rispetto al 2021, mentre la superficie si è attestata sui 34.000 ettari. Preme evidenziare che i dati Istat non riportano i valori relativi al Piemonte, una delle più importanti regioni castanicole (è anche la seconda regione esportatrice, dopo la Campania), per cui la produzione nazionale risulta sottostimata.
Nel 2022, la produzione nelle regioni del Sud si accresce del 28% grazie al contributo campano, che si attesta su 28,6 mila tonnellate con una crescita del 43% rispetto al 2021.
La Toscana spiega l’incremento della produzione castanicola delle regioni del Centro: con un incremento del 36% rispetto all’anno precedente spinge la produzione regionale a poco meno di 5 mila tonnellate. Le regioni del Nord-est registrano un incremento produttivo quasi doppio rispetto al 2021, grazie soprattutto alle perfomance dell’Emilia-Romagna i cui volumi si portano a 2 mila tonnellate.
L’andamento dei prezzi medi mensili, inerenti alla campagna 2023, mostra un incremento dei prezzi che, a inizio campagna, si aggiravano sui 3,50 €/kg con un incremento medio del 15% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tale aumento sarebbe causato dalle condizioni climatiche caratterizzate da temperature molto miti e poche piogge, che hanno influenzato quantità e qualità della produzione.
Nocciolo in salute
Dopo una campagna 2020/21 da dimenticare, in cui la produzione raccolta di nocciole ha fatto registrare uno dei peggiori livelli degli ultimi anni, il 2022 ha mostrato una decisa ripresa per gran parte delle regioni italiane, andamento che viene confermato anche nelle stime per il 2023. Nonostante l’anomalo andamento meteorologico, caratterizzato da siccità prolungata e alte temperature, la produzione ha infatti raggiunto le 113.700 tonnellate, volume comunque al di sotto della media nazionale, con un palese sorpasso delle regioni del Centro che, nell’anno in esame, fanno registrare la performance migliore (+30,5%), generata dall’espansione delle rese (+17% circa) e da un modesto incremento della superficie (+4,1%).
Un andamento analogo, anche se più contenuto, si osserva nelle regioni del Sud dove aumentano i volumi di produzione del 7% e le superfici di circa il 2%, ma si riduce la resa (-5,1%); bene anche i nuovi areali localizzati nel Nord-est dove si può osservare una crescita dell’8,1% a fronte di una sostanziale stabilità nel Nord-ovest.
Come per il mandorlo, anche nel caso del nocciolo esiste un forte legame con il territorio: la produzione è infatti localizzata essenzialmente in Campania, Lazio e Piemonte. Tuttavia, l’ascesa nelle preferenze dei consumatori, associata alle proprietà benefiche della frutta a guscio, e le richieste dell’industria dolciaria e agroalimentare stanno spingendo un numero sempre maggiore di agricoltori a convertire i propri terreni in corileti. La diffusione della coltura anche in territori tradizionalmente meno vocati si può ormai considerare una connotazione strutturale della corilicoltura nazionale, favorita anche dai progetti di due grandi multinazionali italiane, Loacker e Ferrero, interessate a strutturare una filiera della nocciola tutta italiana.
Se da un lato la crescita della domanda stimola gli acquisti sul mercato interno, dall’altro lo stesso fattore contribuisce ad acuire il deficit strutturale della produzione nazionale, favorendo le importazioni. In aggiunta, l’espansione delle superfici in Italia non è un fenomeno isolato, in quanto la crescita sta interessando anche i noccioleti turchi, cileni, georgiani e azeri.
Per quanto concerne la dinamica dei prezzi delle nocciole, il 2022 si è caratterizzato per prezzi all’origine più alti rispetto all’anno precedente, soprattutto nei primi tre trimestri dell’anno. Il livello delle quotazioni si è poi gradualmente ridotto negli ultimi mesi dell’anno, in contemporanea all’aumento dell’offerta conseguente alla raccolta. L’effetto complessivo di questo andamento si è manifestato attraverso un valore dell’indice Ismea dei prezzi all’origine, su base annua, in crescita di 11,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Tale dinamica non trova però riscontro nell’anno in corso, che vede un graduale peggioramento dei prezzi all’origine. Solo nel mese di settembre 2023, infatti, i prezzi hanno ripreso a crescere convergendo verso quelli dell’anno precedente.
tab. 3 Frutta a guscio: importazioni (2022) |
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Prodotto | Valore(mln €) | Quantità(000 t) | Variazione % 2022/21 | |
Valore | Quantità | |||
Nocciole | 354,6 | 74,6 | -0,8% | 11,5% |
Mandorle | 304,6 | 64,4 | 10,7% | 1,5% |
Pistacchi | 222,3 | 22,1 | 5,7% | -12,4% |
Noci | 148,4 | 40,9 | -4,5% | -14,3% |
Castagne | 49,7 | 18,7 | -18,3% | -11,3% |
Fonte: elaborazioni degli autori su dati Coeweb - Istat |
tab. 4 Frutta secca: esportazioni (2022) |
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Prodotto | Valore(mln €) | Quantità(000 t) | Variazione % 2022/21 | |
Valore | Quantità | |||
Nocciole | 164,7 | 22,1 | -43,5% | -41,4% |
Mandorle | 106 | 15,7 | -7,3% | -9,1% |
Pistacchi | 37,5 | 2,3 | 16,8% | 2,1% |
Noci | 8,2 | 1,4 | -3,5% | -7,7% |
Castagne | 71,9 | 15,8 | 7,6% | 6,5% |
Fonte: elaborazioni degli autori su dati Coeweb - Istat |
Importatori netti
L’Italia è importatore netto di frutta secca. Ad eccezione delle castagne, gli altri principali prodotti scambiati con l’estero (nocciole, mandorle, pistacchi, noci) hanno tutti un saldo negativo.
Nel 2022 l’andamento delle importazioni e delle esportazioni è fortemente differenziato in base al prodotto considerato. Le nocciole sono il primo prodotto del comparto per valore degli scambi, con circa 355 milioni di euro di importazioni (75mila tons) e 165 milioni di esportazioni (22mila tons), per un saldo negativo di -190 milioni. Il 2022 segna una contrazione superiore al 40%, in valore e quantità, delle esportazioni di nocciole a fronte di importazioni stabili in valore e in crescita in volume. Tuttavia, va precisato che tale andamento segue il netto aumento del 2021, quando l’export di nocciole era cresciuto di circa il 45% rispetto al 2020.
Anche per le mandorle il saldo è negativo (-198,6 milioni di euro) e in ulteriore peggioramento nel 2022, dato l’aumento delle importazioni e la contestale riduzione delle vendite all’estero.
Migliora invece il deficit della bilancia per i pistacchi, sebbene rimanga fortemente negativa (-184,8 milioni di euro). Sugli scambi di questo prodotto nel 2022 incide fortemente l’andamento dei prezzi internazionali, con l’import in volume in calo del 12,4% a fronte di un valore cresciuto del 5,7%. Anche dal lato delle esportazioni l’aumento dei prezzi spinge al rialzo il valore delle vendite (+16,8%) con un aumento molto più contenuto dei volumi esportati (+2,1%).
Per le noci la contrazione dei flussi riguarda sia l’import che l’export, con un deficit della bilancia, che si attesta a circa -140 milioni di euro.
L’unico prodotto tra quelli considerati con un saldo positivo sono le castagne, che migliorano ulteriormente questo valore grazie alla buona performance di vendite all’estero in valore (+7,6%) e la contestuale contrazione degli acquisti (-18,3%).
Per quanto riguarda i nostri mercati di riferimento, nel 2022 la Turchia si conferma il principale fornitore dell’Italia di nocciole e castagne, con quote di volume rispettivamente del 56,7% e 47,3%. Dopo alcuni anni di riduzione, tornano a crescere le importazioni di nocciole dall’Azerbaijan che nel 2022 valgono oltre 7.000 tonnellate, quasi il 10% del totale. La Turchia conferma ulteriormente il suo primato come fornitore italiano di castagne incrementando la sua incidenza, complici anche le minori importazioni da altri fornitori quali Spagna, Cile e Portogallo.
Gli Stati Uniti rappresentano il mercato di riferimento per l’approvvigionamento nazionale degli altri prodotti considerati. In particolare, quasi il 58% delle mandorle importate nel 2022 proviene dagli Usa, nonostante una riduzione di circa 4.000 tonnellate rispetto al 2021, più che compensata dai maggiori flussi dalla Spagna.
Per l’import di pistacchi si registrano forti cambiamenti nella struttura dei mercati di approvvigionamento: si consolida il ruolo degli Usa e cresce nettamente quello della Grecia che, grazie ai flussi più che triplicati, si afferma come quarto fornitore dell’Italia nel 2022, sopra l’Iran in netto ridimensionamento (-78%). Per le noci, invece, il calo in volume delle importazioni coinvolge tutti i principali fornitori, e soprattutto Cile, Francia e Argentina.
tab. 5 Principali mercati dai quali l’Italia importa frutta secca (2022) |
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Prodotto | Paese | Valore(mln €) | Quantità(000 t) | Variazione % 2022/21 | |
Valore | Quantità | ||||
Nocciole | Turchia | 193,5 | 42,3 | -10,4% | 11,5% |
Cile | 66,2 | 9,8 | 4,0% | 14,4% | |
Georgia | 29,7 | 8,1 | 10,1% | 2,7% | |
Altri | 65,2 | 14,4 | |||
Mandorle | Stati Uniti | 169,4 | 37,2 | 5,4% | -9,6% |
Spagna | 104,1 | 21 | 43,0% | 44,4% | |
Paesi Bassi | 8,8 | 2 | 45,6% | 66,1% | |
Altri | 22,3 | 4,2 | |||
Pistacchi | Stati Uniti | 72,2 | 7,9 | 53,6% | 37,0% |
Germania | 36,5 | 3,8 | -18,3% | -26,9% | |
Turchia | 47,1 | 3,3 | 5,8% | -8,2% | |
Altri | 66,5 | 7 | |||
Noci | Stati Uniti | 59,8 | 19 | 10,9% | -5,2% |
Cile | 39,5 | 9,1 | -11,6% | -21,7% | |
Francia | 19,8 | 6,6 | -10,9% | -12,1% | |
Altri | 29,2 | 6,2 | |||
Castagne | Turchia | 24,7 | 8,8 | -6,8% | 11,0% |
Grecia | 7,7 | 3,6 | -31,8% | 7,7% | |
Spagna | 7,2 | 2,1 | 21,4% | -10,3% | |
Altri | 10,1 | 4,1 | |||
Fonte: elaborazioni degli autori su dati Coeweb - Istat |
tab. 6 Principali mercati dove l’Italia esporta frutta secca (2022) |
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Prodotto | Paese | Valore(mln €) | Quantità(000 t) | Variazione % 2022/21 | |
Valore | Quantità | ||||
Nocciole | Germania | 85,2 | 11,5 | -43,0% | -41,8% |
Francia | 21,8 | 2,8 | -30,9% | -31,7% | |
Polonia | 21,3 | 2,8 | -44,3% | -35,3% | |
Altri | 36,4 | 5 | |||
Mandorle | Germania | 26,3 | 4,4 | -2,6% | 0,9% |
Belgio | 18,9 | 2,8 | -9,9% | -4,4% | |
Francia | 21,9 | 2,7 | -8,4% | -9,9% | |
Altri | 39 | 5,7 | |||
Pistacchi | Francia | 14,1 | 0,8 | 16,8% | 0,9% |
Germania | 7 | 0,5 | 14,6% | 1,0% | |
Spagna | 6,3 | 0,3 | 7,6% | 1,8% | |
Altri | 10,1 | 0,6 | |||
Noci | Austria | 0,9 | 0,2 | -26,9% | -47,1% |
Belgio | 2 | 0,2 | -13,5% | -13,2% | |
Slovenia | 0,7 | 0,2 | 10,0% | -23,4% | |
Altri | 4,6 | 0,8 | |||
Castagne | Germania | 14,5 | 3 | -3,1% | -3,1% |
Svizzera | 14,4 | 2,8 | -2,7% | -0,9% | |
Francia | 8,4 | 1,9 | 10,1% | -17,2% | |
Altri | 34,7 | 8,1 | |||
Fonte: elaborazioni degli autori su dati Coeweb - Istat |
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Export, male le nocciole
Riguardo alle esportazioni, la riduzione di vendite all’estero di nocciole è generalizzata e colpisce tutte le principali destinazioni (Germania, Francia e Polonia), con contrazioni in valore e quantità superiori al 30%. Diversamente, tiene l’export di mandorle verso la Germania, tradizionale mercato di riferimento per l’Italia, ma calano sia i volumi che i valori delle spedizioni verso Belgio e Francia.
Per i pistacchi i dati per Paese mostrano l’importanza dell’effetto prezzo già evidenziato in precedenza: le quantità esportate verso i principali partner (Germania, Francia e Spagna) rimangono stabili o in leggera crescita mentre il valore aumenta in misura anche importante, come nel caso della Francia (+16,8%). Il calo dell’export di noci verso i primi tre Paesi clienti (Austria, Belgio e Slovenia) viene solo in parte compensato dai maggiori flussi verso la Turchia.
Anche l’export di noci verso il Regno Unito nel 2022 segna un incremento rispetto al 2021, ma i valori rimangono ben lontani da quelli precedenti alla Brexit, quando rappresentava il nostro primo mercato di destinazione. A trainare la crescita dell’export di castagne nel 2022 sono le maggiori vendite verso gli Stati Uniti ma soprattutto verso la Penisola iberica, dopo la deludente annata precedente.