L’introduzione in coltura dei cereali minori rappresenta un arricchimento della filiera cerealicola biologica della regione Basilicata con ricadute economiche positive che possono interessare l’intera filiera. È sulla base di questa indicazione progettuale che il Con.Pro.Bio. Lucano (Consorzio Produttori Biologici e Biodinamici della Basilicata) da alcuni anni, con l’ausilio del Cnr-Ibbr (Istituto di Bioscienze e Biorisorse) sede di Bari, sta provando la coltivazione di cereali africani in grado di resistere alla siccità e, quindi, ben adattarsi ai territori predesertici lucani: il fonio e il teff.
Dal farro al fonio
Per anni il Con.Pro.Bio. si è dedicato alla coltivazione del farro. «La nostra continua attività di ricerca, in collaborazione con diversi enti istituzionali, ha portato al recupero dalla estinzione di due antiche varietà lucane di farro, Farro Dicoccum Lucanica e Farro Spelta Forenza – informa il presidente del Con.Pro.Bio., Michele Monetta –. Purtroppo le importazioni a prezzi bassi di grosse quantità di farro, provenienti soprattutto dall’Est europeo, hanno messo fuori mercato le nostre produzioni. Così, su consiglio del Cnr-Ibbr e in particolare di Gaetano Laghetti, Senior Researcher della sede di Bari, ci siamo orientati verso il fonio, antico cereale originario della fascia equatoriale africana, potenzialmente interessante anche per gli ambienti agroclimatici aridi del Sud Italia. Il fonio è privo di glutine e si distingue per il suo ricco profilo nutrizionale: è una fonte eccellente di proteine, fibre, ferro, magnesio e vitamine del gruppo B. Queste caratteristiche lo rendono un alimento prezioso per la salute umana, contribuendo a rafforzare il sistema immunitario, a prevenire l’anemia e a fornire energia duratura».
Il primo campo parcellato nel 2018
Nel 2018 il Con.Pro.Bio. realizzò un primo campo parcellato di fonio, ma senza apparenti buoni risultati.
«Il Cnr-Ibbr lo aveva coltivato in serra, in condizioni climatiche ideali, ottenendo buoni risultati. Noi invece, immaginando che il fonio si sarebbe rivelato a noi con le consuete spighe dei cereali a noi familiari, pensavamo di non aver prodotto nulla e che il campo parcellato fosse stato invaso da erbacce. In realtà quelle che stimavamo erbe infestanti erano ciuffi di fonio».
Capito che il fonio è un cereale diverso dal frumento o dall’orzo, nel 2019 il Con.Pro.Bio. Lucano ha posto maggiore attenzione, ma i risultati sono stati comunque dilettanteschi.
La coltivazione del fonio nel progetto Proteagri
Il salto di qualità nella coltivazione del fonio il Con.Pro.Bio l’ha compiuto, sottolinea Monetta, con l’attivazione del progetto del Crea “Proteagri: tecnologie per la riduzione del gap proteico in sistemi agricoli destinati alla alimentazione umana ed animale" finanziato con i fondi del PO Fesr Basilicata 2014-2020, Asse I – Ricerca, Innovazione e Sviluppo Tecnologico - Azione 1B.1.2.1- Area di specializzazione: Bioeconomia.
«Sempre di concerto con il Cnr-Ibbr di Bari abbiamo avviato nuove prove di coltivazione, per individuare il periodo ottimale di semina. Nell’annata 2022-2023 abbiamo effettuato diverse prove di semina in campo parcellato, verificando che la migliore epoca di semina coincide, nei nostri areali, con la fine di aprile e l’inizio di maggio. Poiché il nostro obiettivo è realizzare un autentico processo produttivo in filiera, il secondo anno, il 2024, abbiamo seminato, in agro di Irsina (Mt), con seminatrice pneumatica, un ettaro a fonio e un ettaro a un altro antico cereale africano, il teff, originario della fascia nordafricana, simile ai nostri territori per le caratteristiche pedoclimatiche».
Ottimo per prodotti da forno
Nel campo di Irsina il fonio, così come il teff, è spuntato a macchie di leopardo.
«Alla semina – spiega Monetta – non si sono verificate le condizioni climatiche ottimali. Ci aspettavamo piogge che invece hanno ritardato di un mese. Il fonio ha avuto difficoltà a germinare, perché beneficia molto di una pioggia, anche non eccessiva, alla semina per germinare. Poi non ha più bisogno di acqua e cresce bene spontaneamente. Per noi è stato comunque un inizio promettente. Abbiamo individuato l’epoca corretta di semina, compreso che il ciclo colturale è breve, dura circa tre mesi, con raccolta a settembre. Naturalmente c’è ancora molto da fare. Intanto abbiamo verificato che il fonio si presta molto bene per ottenere prodotti da forno, come abbiamo verificato in un consumer test seguito a un incontro di presentazione a Potenza della nostra attività all’interno del progetto Proteagri».