I nuovi dati del censimento: giovani agricoltori pochi ma “buoni”

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Negli ultimi dieci anni le imprese agricole condotte da under 41 sono diminuite anziché aumentare. Però quelle attive sono più propense all'innovazione, al biologico e alle attività connesse

Ricambio generazionale solo sulla carta. Nonostante gli incentivi della politica agricola comune per il primo insediamento di imprenditori agricoli under 41, dal 2010 al 2020 le aziende condotte da giovani sono diminuite del 2,2% passando dall'11,5% del totale al 9,3%. E nello stesso periodo quelle guidate da chi non ha ancora compiuto 35 anni sono diminuite di un quinto: da 186.491 a 104.886. Cifre che fotografano una realtà in gran parte già nota quelle diffuse dall'Istat in merito al settimo censimento dell'agricoltura, con una serie di approfondimenti sui giovani agricoltori.

Segnali positivi

Se invece si restringe l'analisi agli ultimi cinque anni consultando i dati del Registro delle imprese, si scopre che dal 2017 a oggi sono nate ogni giorno per mano di giovani fino a 35 anni 21 nuove aziende agricole, mentre 5 hanno chiuso i battenti, rendendo il saldo tra iscrizioni e cessazioni in attivo per oltre 6.000 imprese nella media del quinquennio. Per effetto di queste dinamiche, a fine 2021 le imprese agricole condotte da giovani agricoltori erano 56.172, in crescita dello 0,4% all’anno negli ultimi 5 anni. Nello stesso periodo il numero complessivo delle aziende agricole si è ridotto al ritmo dello 0,7% all’anno e quello delle aziende "giovani" dell’intera economia addirittura del 2,4%, equivalenti a oltre 70.000 imprese.

Quelle con a capo i nati dopo il 1980 sono aziende più grandi della media, con terreni in affitto e non di proprietà, con almeno un’attività connessa, propense verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali, estremamente digitalizzate (le aziende informatizzate dei giovani sono il 33,6% contro il 14% dei non giovani) e innovative (il 24,4% dei giovani ha realizzato innovazioni contro il 9,7% dei non giovani).

Inoltre, il capo azienda giovane ha un titolo di studio più elevato della media (solo uno su cinque non va oltre la licenza elementare, rispetto ai tre su cinque tra i capo azienda over 40) e frequenta corsi di aggiornamento (il 46,5% ha frequentato almeno un corso di formazione; fra gli over 40 il 27,2%).

Dunque le imprese agricole giovani sono più digitalizzate, multifunzionali e competitive ma ancora troppo poche per tenere il passo con un settore che offre invece molte potenzialità.

I nuovi dati del censimento: giovani agricoltori pochi ma “buoni” - Ultima modifica: 2022-09-23T12:33:02+02:00 da Redazione Terra e Vita

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