Contrordine: la diga Trinità non era da svuotare

diga trinità
Una super perizia commissionata dalla Regione smentisce il ministero delle Infrastrutture, ma intanto molta dell'acqua che conteneva è stata sversata

Secondo il Ministero delle Infrastrutture la diga Trinità in provincia di Trapani doveva essere messa fuori servizio. E ligia al diktat di Roma la Regione Sicilia si è adeguata: ha aperto lo scarico di fondo a partire da gennaio per svuotarla del tutto. Troppo “vetusta” la costruzione del manufatto in terra la cui costruzione risale al periodo realizzato tra il 1954 e il 1959 e quindi antecedente alle normative antisismiche. Ma anche giudicate insufficienti le opere di manutenzione straordinaria. E risposte lacunose o contraddittorie, o forse in qualche caso assenti da parte dell’ente gestore a fronte di comunicazioni rituali sulla verifica della sicurezza dell’opera.

Un mix confuso che lo scorso 14 gennaio, ha portato il Mit a comunicare ufficialmente all’ente gestore (la Regione Siciliana con il proprio Dipartimento Acque e Rifiuti) la decisione di mettere fuori esercizio dell’invaso.

La perizia che riabilita l'invaso

Di questi giorni la sorpresa. La diga non è affatto a rischio crollo e pertanto può tornare in esercizio. Lo ha affermato la “super perizia” richiesta dalla Regione Siciliana e redatta da un team di esperti coordinati da Salvatore Miliziano, originario di Porto Empedocle in provincia di Agrigento, ingegnere civile e docente alla Sapienza, esperto in geotecnica e meccanica delle terre. Sulla base di questo importante responso la Regione ha così richiesto non solo la revoca della messa fuori servizio della diga, ma anche di potere invasare acqua fino a quota 64 metri (l’ultimo livello concesso dal Mit era compreso tra 50 e 54 metri). Nel frattempo lo scarico di fondo è stato richiuso cosicché la riserva idrica rimasta all’interno dell’invaso non si disperda più nel corso d’acqua ricevente.

Richiesta danni alla Regione

E adesso, dopo che una enorme quantità d’acqua è andata perduta che fare? Bisogna sperare nelle piogge primaverili. Non ci sta il sindaco di Marsala Massimo Grillo che starebbe valutando, insieme all’avvocatura comunale, di avviare una richiesta di risarcimento danni nei confronti della Regione: «Lo svuotamento della diga – afferma il primo cittadino di Marsala – ha causato danni gravissimi agli agricoltori, compromettendo la disponibilità di acqua per le coltivazioni e mettendo a rischio l’intero settore. Un errore di valutazione che ha avuto conseguenze pesantissime. E siccome i danni subiti dagli agricoltori restano - conclude Grillo - servono risposte immediate per salvaguardare il futuro del comparto agricolo marsalese».

Ma le grane di Palazzo d’Orleans non finiscono qui. Dopo il caso della diga Trinità, un manufatto - che è il caso di ricordare - non è mai stato sottoposto al collaudo finale e che condivide questo problema con altri invasi artificiali, i 48 funzionari responsabili delle dighe e della sicurezza, quasi un mese fa hanno comunicato che, in presenza di problemi da sempre irrisolti e chiamati a un carico di responsabilità eccessivo, hanno preferito fare un passo indietro.

Contrordine: la diga Trinità non era da svuotare - Ultima modifica: 2025-03-12T09:32:12+01:00 da Simone Martarello

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