Benessere animale, riforme a rischio

L’entusiasmo delle origini è intatto nel settore della zootecnia bio. Mammuccini (Federbio): «La crescente attenzione al benessere animale, gli obiettivi di riduzione degli antibiotici della Farm to Fork e i dubbi sulla carne sintetica riportano infatti al centro dell’interesse dei consumatori il modello di allevamento basato sul pascolo». I tre regolamenti per normare il benessere animale, richiesti dai cittadini Ue e la cui pubblicazione è prevista entro il prossimo autunno potrebbero però essere bloccati o ridimensionati. L’allarme lanciato nel corso del seminario “Zootecnia italiana: perché il futuro non può che essere biologico”, organizzato al Sana nell’ambito della campagna “Being organic in Eu”.

L’entusiasmo degli esordi del bio non si è assopito.

Per ritrovarlo intatto basta entrare nelle stalle biologiche o biodinamiche.

Maria Grazia Mammuccini

Nel mercato dei prodotti zootecnici bio la domanda continua infatti ad essere ben superiore dell’offerta. Lo ha ricordato Maria Grazia Mammuccini di Federbio al seminario “Zootecnia italiana: perché il futuro non può che essere biologico”, organizzato al Sana nell’ambito della campagna “Being organic in Eu”.

Pascolo al centro

«La necessità – dice – di superare il modello di allevamento intensivo, la crescente attenzione al benessere animale, gli obiettivi di riduzione degli antibiotici della Farm to Fork e i dubbi sulla carne sintetica riportano al centro il nostro modello di allevamento basato sul pascolo».

Raffaella Ponzio di Slowfood

«Le radici territoriali – testimonia Raffaella Ponzio di Slow food – degli allevamenti bio delle aree interne rappresentano l’eccellenza del nostro comparto agroalimentare e sono la base per un cibo buono, pulito e giusto».

Modelli ipertecnologici insostenibili

«Slowfood – continua – non ha un preconcetto nei confronti della ricerca, ma occorre evidenziare i problemi di sostenibilità e di salute di sostituti vegetali della carne che sono un concentrato di additivi, addensanti, aromatizzanti, edulcoranti».

«Riguardo, poi, all’alienazione della produzione di carne sintetica attraverso bioreattori di colture cellulari, per ora vietata in Italia, occorre ribadire che il cibo non è per l’uomo un semplice carburante, ma un modello culturale e sociale che caratterizza l’identità collettiva». «Si tratta di un’involuzione tecnologica che esaspera tutte le problematiche connesse all’intensivizzazione della produzione di cibo, lo dimostra anche il fatto che questo modello distopico attiri gli investimenti di quelle che sono le major mondiali di questo settore».

L’uomo ha la responsabilità di garantire il benessere animale. L’idea di garantirlo estromettendo gli animali dalla produzione del cibo rimane un’illusione se poi questo modello non è in grado di assicurare la sostenibilità dell’ambiente in cui vivono.

Il rispetto dell’etologia

Marcello Volanti

«Gli attuali modelli – contesta Marcello Volanti, medico veterinario – di benessere animale anche sostenuti dalle istituzioni stanno creando solo confusione (un riferimento che chiama in causa lo standard Sqnba messo a punto dal Masaf, ndr)». «Il concetto di benessere animale è in continua evoluzione ma non ha nulla a che fare con la proiezione delle nostre sensibilità, bensi sul rispetto dell’etologia animale: i bovini devono poter allattare, i suini grufolare, gli avicoli razzolare».

«Anche per garantire questi aspetti è nato il progetto del protocollo high welfare Federbio». «Gli animali non sono solo “materia”, trasformano e rielaborano il mondo tramite processi complessi  non ancora totalmente indagati nelle loro implicazioni e non riproducibili in un laboratorio».

Ifoam contro il revisionismo Ue

«Un recente sondaggio – ricorda Eduardo Cuoco di Ifoam Ue – della Commissione ha messo in luce che l’82% dei cittadini Ue chiede riforme normative per garantire maggiore benessere animale».

Eduardo Cuoco, Ifoam Ue

L’esecutivo Ue si è messo quindi al lavoro elaborando tre bozze di regolamento che toccano vari aspetti, dall’allevamento per le pellicce, al trasporto degli animali al macello. Dovrebbero essere pubblicati il prossimo autunno ma, secondo il Financial Times, che cita “non meglio identificati alti funzionari comunitari”, l'Ue sta valutando la possibilità di abbandonare o ridimensionale tali riforme per non incidere ulteriormente sui costi di produzione e sull'inflazione alimentare.

Un ridimensionamento a cui si oppone fortemente Ifoam. «Sullo sviluppo della zootecnia bio in Europa – mette in guardia Cuoco – pesa però anche l’effetto distraente del green washing».  «Bruxelles sta intervenendo anche su questo fronte normativo. Se la direttiva sui “green claims” non sarà accantonata da questo clima di revisionismo e sarà approvata come previsto entro il prossimo autunno, sarà un passo decisivo contro il proliferare di affermazioni come ecologico, naturale e anche contro il finto rispetto del benessere animale».

Il più efficace modello di economia circolare

Marco Paravicini nella stalla di Cascine Orsine

«Il più efficace modello – conclude Marco Paravicini, vicepresidente Federbio e titolare di Cascine Orsine – di economia circolare è ancora quello che si basa sull’efficiente interazione tra agricoltura e allevamento».

«È il modello che, da più di un secolo, è alla base dell’agricoltura biodinamica e il nostro impegno è quello di chiudere ulteriormente il nostro ciclo produttivo per aumentarne il livello di sostenibilità».

 

Benessere animale, riforme a rischio - Ultima modifica: 2023-09-14T13:34:00+02:00 da Lorenzo Tosi

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