Controlli più precisi e selettivi sull’import di prodotti bio

Firmato il nuovo Decreto Ministeriale che disciplina le importazioni in Italia di prodotti biologici da Paesi extra UE. Una nuova normativa che pone l’Italia ai vertici con buone prassi da trasferire anche agli altri Paesi Membri per scoraggiare il fenomeno delle “triangolazioni” per evitare i controlli più rigorosi

Il 24 febbraio è stato firmato il nuovo Decreto Ministeriale che disciplina le modalità di importazione in Italia di prodotti biologici provenienti da Paesi Terzi.

Il Decreto si inserisce all’interno di un percorso contraddistinto dalla costante attenzione del Mipaaf verso la tematica delle importazioni di prodotti biologici da Paesi terzi, particolarmente sentita sia dai consumatori che dagli operatori del settore.

La sede del Mipaaf a Roma in via XX settembre

La valutazione del rischio

In particolare, la nuova norma è volta a garantire un adeguato controllo sulle importazioni dai Paesi extra UE, disciplinando, mediante due appositi allegati tecnici, le modalità con cui gli Organismi di controllo devono procedere ad effettuare la valutazione del rischio.

Cinque fattori per stabilire la frequenza dei controlli

Fanno parte integrante del Decreto appena firmato due allegati:

  • Il primo detta criteri omogenei per valutare il livello di rischio degli importatori, individuando cinque fattori di rischio, al fine di calcolare la frequenza dei controlli da svolgere presso gli stessi importatori.
  • Il secondo definisce i fattori di rischio che determinano l’incremento dei campionamenti obbligatori sulle partite importate e prevede il campionamento obbligatorio di tutti i prodotti biologici provenienti dai Paesi Terzi ed appartenenti alle categorie indicate annualmente nelle linee guida della Commissione Europea sui controlli addizionali per i prodotti biologici importati.

In linea con le raccomandazioni di Bruxelles

Il nuovo Decreto risponde alle raccomandazioni della Commissione Europea rivolte all’Italia in occasione dell’ultimo rapporto di audit sul settore biologico, al fine di perseguire un approccio comune tra Commissione e Stati Membri sul tema dei controlli all’importazione, basato sulla valutazione del rischio e sulla verifica della tracciabilità dei prodotti.

È previsto, inoltre, il campionamento di tutte le partite di prodotto biologico importate che possiedano almeno uno dei seguenti fattori di rischio:

  • particolari tipologie di prodotto, ulteriori Paesi Terzi considerati a rischio,
  • merce importata da un Paese di spedizione diverso da quello di origine.

Infine, per ogni importatore, dovrà essere effettuato un campionamento e conseguente analisi di almeno una partita di prodotto biologico importato nel corso dell’anno.

L’auspicio di maggiore uniformità in Europa

Con l’approvazione del nuovo decreto, l’Italia, leader in Europa per l’agricoltura biologica, individua un percorso volto a garantire soprattutto i consumatori di prodotti biologici, definendo i controlli da effettuare sia sugli importatori sia sulle partite di prodotto biologico importate da Paesi Terzi. Le norme introdotte costituiscono un esempio di “buona prassi” da trasferire e diffondere anche presso gli altri Stati membri, al fine di uniformare gli standard di controllo ed evitare il fenomeno delle cosiddette  “triangolazioni” , ossia l’ ingresso dei prodotti biologici in Italia per il tramite di altri Stati membri, al fine  precipuo di eludere i controlli imposti dall’ autorità nazionale.

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Controlli più precisi e selettivi sull’import di prodotti bio - Ultima modifica: 2021-02-25T16:31:54+01:00 da Lorenzo Tosi

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