Dalla fava fresca un grosso contributo alla salute umana

    Campo catalogo presso l’Azienda sperimentale “La Noria” (Mola di Bari) dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Cnr-Ispa) per la caratterizzazione di quattro varietà locali di fava (Cegliese, Iambola, San Francesco e FV5), nell’ambito delle attività del progetto “Biodiversità delle Specie Orticole della Puglia (BiodiverSO)”.
    Uno studio comparativo dell’Università e del Cnr-Ispa di Bari su quattro varietà locali ha evidenziato un elevato contenuto di vitamina C e di L-dopa, un precursore naturale del neurotrasmettitore dopamina

    La fava fresca (o fava novella) ha un elevato contenuto di vitamina C e di L-dopa (levo-diidrossifenilalanina), un precursore naturale del neurotrasmettitore dopamina (viene utilizzato dai pazienti affetti dal morbo di Parkinson). È quanto è emerso da una ricca caratterizzazione qualitativa di sei genotipi di fava contenuta in un articolo pubblicato dalla rivista internazionale “Agriculture”.

     

    La fava, legume dalle peculiarità non adeguatamente apprezzate

    Come è noto, i legumi rivestono un ruolo importante sia per la sostenibilità ambientale in agricoltura (grazie ai batteri azotofissatori che vivono in simbiosi con le radici delle leguminose favorendo l’arricchimento in azoto del terreno), sia per la nutrizione umana (grazie al loro contenuto di proteine, carboidrati e minerali). Come altri legumi, la fava (Vicia faba var. major) può essere consumata sia allo stato secco, sia come ortaggio (seme immaturo: fava novella). Tuttavia, le peculiarità della fava non sono adeguatamente apprezzate, probabilmente a causa della presenza di vicina e covicina, fattori anti-nutrizionali che possono causare il favismo (sintomatologia di emolisi acuta) nei soggetti predisposti.

     

    Caratterizzazione di quattro varietà locali di fava

    Sui semi freschi (fave novelle) sono stati determinati i parametri qualitativo-nutrizionali, confrontandoli anche con quelli di due cultivar commerciali (Aguadulce supersimonia e Viola extra precoce).

    Al fine di ottenere maggiori informazioni in merito alle caratteristiche qualitativo-nutrizionali delle fave novelle, presso l’Azienda sperimentale “La Noria” (Mola di Bari) dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Consiglio nazionale ricerche - Cnr-Ispa), sono state caratterizzate quattro varietà locali di fava (Cegliese, Iambola, San Francesco e FV5), nell’ambito delle attività del progetto “Biodiversità delle Specie Orticole della Puglia (BiodiverSO)” finanziato con i Programmi di sviluppo rurale della Puglia 2007-2013 e 2014-2020. Sui semi freschi (fave novelle) sono stati determinati i parametri qualitativo-nutrizionali, confrontandoli anche con quelli di due cultivar commerciali (Aguadulce supersimonia e Viola extra precoce). I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’ultimo numero della rivista scientifica internazionale “Agriculture” dai ricercatori Francesca De Cillis, Beniamino Leoni, Maria Massaro e Pietro Santamaria del Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali (Disaat) dell’Università di Bari e dal ricercatore Massimiliano Renna del Cnr-Ispa.

     

    Elevata concentrazione di vitamina C e alto contenuto di L-dopa


    Lo studio ha evidenziato elevata concentrazione di vitamina C in tutti i genotipi, nonché presenza di un alto contenuto di L-dopa, specialmente nella varietà Cegliese (nella foto), senza differenze tra i genotipi in termini di produzione areica e di dimensioni dei semi immaturi.

    Lo studio evidenzia l’elevata concentrazione di vitamina C in tutti i genotipi, nonché la presenza di un alto contenuto di L-dopa, specialmente nella varietà Cegliese, senza differenze tra i genotipi in termini di produzione areica e di dimensioni dei semi immaturi. Le conclusioni dello studio, che presenta anche i dati relativi a proteine, solidi solubili totali, pH, acidità titolabile, colore, clorofille, fenoli e carotenoidi, mettono in risalto le peculiari caratteristiche delle fave novelle e le loro potenzialità per la salute umana.

    La rivista “Agriculture” è ad accesso libero e l’articolo può essere scaricato in formato pdf (https://www.mdpi.com/2077-0472/9/12/253/htm).

    Dalla fava fresca un grosso contributo alla salute umana - Ultima modifica: 2019-12-04T10:06:06+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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