Corte dei Conti Ue: Fead utile ma non dimostrato che riduca la povertà

Fead Ue
Luci e ombre nella Relazione della Corte dei conti europea sul programma annuale di distribuzione di alimenti agli indigenti (Fead). Secondo l'istituzione comunitaria lo strumento è utile ma va migliorato per aiutare chi ha davvero bisogno

Il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead) è un sostegno prezioso, ma il contribuito fornito alla riduzione della povertà non è ancora dimostrato. È questo il titolo e la sintesi della Relazione della Corte dei conti europea sul programma annuale di distribuzione di alimenti agli indigenti. Il Fead è il programma che fa seguito al precedente Programma europeo di aiuti a favore delle persone indigenti (Pead). Fornisce 3,8 miliardi di euro di finanziamenti dell’Ue per il periodo 2014-2020 ed è attuato a livello nazionale attraverso i programmi operativi.
Rispetto al programma precedente, il Fead ha introdotto due importanti innovazioni nella lotta contro la povertà. In primo luogo, oltre agli aiuti alimentari offre sia assistenza materiale che misure di inclusione sociale. In secondo luogo, la gestione del Fondo all’interno della Commissione europea è stata trasferita dalla Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale alla Direzione generale Occupazione, affari sociali e inclusione. Questo cambiamento organizzativo, con spostamento verso la politica sociale, è stato anche attuato dalla maggior parte delle autorità degli Stati membri.

Individuare meglio i beneficiari

Sebbene il Fead si prefigga esplicitamente l’obiettivo dell’inclusione sociale, la Corte ha rilevato che resta prevalentemente un regime di aiuto alimentare, con oltre l’80% della dotazione destinata a tale sostegno. Ciononostante, è altamente apprezzato dai soggetti che si occupano degli indigenti e anche la Corte lo considera uno strumento importante per fornire sostegno materiale e alimentare. In altri termini il Fondo serve forse più ad aiutare i soggetti che svolgono il servizio di aiuto che agli stessi beneficiari.
D’altra parte, osserva l'istituzione presieduta da Klaus-Heiner Lehne, “persone indigenti” resta un termine generico, per cui spetta agli Stati membri definire chi sono i soggetti più esposti alla povertà su cui mirare il sostegno del Fead attraverso i programmi operativi nazionali. In metà degli Stati membri esaminati dalla Corte gli aiuti non sono stati mirati a uno specifico gruppo di persone vulnerabili o a specifiche situazioni di povertà. Tuttavia, se il Fead deve fornire valore aggiunto insieme agli altri regimi di aiuto, deve essere mirato alle categorie più bisognose o alle situazioni più estreme di povertà.

Fead

Proposte per migliorare il Fead

Complessivamente la Corte ritiene che il Fead costituisca uno strumento utile che ha consentito di fornire sostegno materiale e alimentare alle persone più bisognose, risultando complementare alle iniziative degli Stati membri e dei privati, ma non necessariamente ad altre iniziative dell’Ue. Il Fead è accolto favorevolmente anche dai soggetti che si occupano di indigenti. Tuttavia, il contributo da esso fornito alla riduzione della povertà non è dimostrato.
La Corte formula raccomandazioni che tengono conto delle proposte della Commissione per il periodo di programmazione 2021-2027, riguardanti:

  1. a) una migliore focalizzazione degli aiuti;
  2. b) la salvaguardia delle misure per l’inclusione sociale dei destinatari dell’assistenza materiale di base;
  3. c) il miglioramento della valutazione dell’inclusione sociale dei destinatari finali del Fead.
Corte dei Conti Ue: Fead utile ma non dimostrato che riduca la povertà - Ultima modifica: 2019-04-04T14:23:11+02:00 da Simone Martarello

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