Crisi dell’ortofrutta, come superarla

biologico
Dino Scanavino, presidente di Cia-agricoltori italiani
«Abbiamo firmato un protocollo di tutela con Governo e grande distribuzione ma la cattiva abitudine dei sottocosti preventivi non è affatto venuta meno». L'editoriale di Dino Scanavino di Cia-Agricoltura italiana che mette in evidenza due dei mali che affliggono l'ortofrutta italiana: le pratiche sleali e le difficoltà nel fare fronte agli impatti senpre più devastanti del climate change

In molte regioni italiane è stato riconosciuto il carattere di eccezionalità per le gelate che hanno colpito l’agricoltura in primavera, mentre in estate abbiamo registrato temperature massime distanti per valori anche a doppia cifra dalle medie.

È questo il clima con cui il settore agricolo deve confrontarsi, oggi. Perdite improvvise della produzione, ma anche urgenza di riorganizzarsi, lavorando in un ambiente che evolve a ritmi sostenuti.

Editoriale di Terra e Vita 27/2021

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Eventi estremi sempre più frequenti e organismi dannosi sommano alle pressioni sui redditi che possono essere assorbiti, nel migliore dei casi, o diventare letali per la singola azienda o il comparto tutto. Proteggere la produzione è condizione necessaria per poter pensare a logiche di rilancio del settore ortofrutticolo. Migliorare le condizioni di accesso alla copertura assicurativa, potenziare strumenti innovativi come i fondi mutualistici e soprattutto investire in difesa attiva per gestire il rischio e poter raccogliere, che è l’obiettivo degli agricoltori. Questo è l’imperativo e servono indagini, ricerca, investimenti, consulenza mirata.

Sosteniamo da tempo che il miglioramento genetico, comprensivo delle nuove biotecnologie, possa dare al mondo agricolo un grande sostegno per l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’approccio collettivo sembra essere cambiato, grazie anche all’azione di Cia Agricoltori Italiani, urge ora uno sforzo per accelerare su un corretto inquadramento normativo delle tecniche come il genome editing e sull’applicazione di tanta buona ricerca che consenta ai produttori europei di competere e di guardare con ottimismo alla sfida green. Il settore ortofrutticolo italiano è sempre stato propenso al cambiamento con aziende orientate a nuove varietà, che applicano tecnologie di precisione, sensoristica, software gestionali, impianti a risparmio idrico ed energetico e quindi sono già pronte per il salto della transizione.

Lo svecchiamento del parco macchine rimane tuttavia un problema non trascurabile per tante realtà, la vetustà di molti trattori agricoli impedisce l’innesto di nuove tecnologie e il controllo delle emissioni. Rimane cruciale il tema della difesa e quindi la disponibilità di soluzioni alternative, efficaci, ma anche l’implementazione di strategie aziendali legate alle previsioni, al supporto decisionale e al biocontrollo.

Cia Agricoltori Italiani da tempo ha avviato sinergie in questo senso promuovendo relazioni tra le imprese del settore per aumentare la conoscenza scientifica, la sperimentazione e l’adozione di innovazioni. Le sfide puramente agricole si innestano su altre più complesse di sistema. Per frutta e ortaggi freschi su 100 euro spesi dal consumatore all’imprenditore agricolo rimangono tra 6 e 8 euro netti, valori ancora più bassi nel caso di prodotto destinato alla trasformazione. Non è certo facile pianificare il progresso con numeri così risicati.

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Crediamo che per un’inversione di tendenza una sana aggregazione rimanga la strada giusta, una aggregazione però di qualità, che stabilisca relazioni commerciali efficaci con la grande distribuzione, rappresentativa, che migliori davvero la posizione del singolo agricoltore. Tutto ciò non basta perché il sistema ortofrutticolo moderno deve includere componenti tradizionalmente non incluse nella filiera e stipulare un patto per colmare le inefficienze di processo che si scaricano sul produttore, legate per esempio alla cattiva conservazione, al costo dei trasporti e della burocrazia, ad una gestione talvolta superficiale dello scaffale.

Azioni coordinate per valorizzare i “servizi” connessi all’offerta di ortofrutta sana, fresca e gustosa, che restituiscano valore al produttore e soddisfazione per chi la mangia: questa è la prospettiva.

Infine, ma non certo ultimo per importanza, occorre stroncare le pratiche sleali. Abbiamo sottoscritto a questo proposito un’intesa tra parte agricola e grande distribuzione e deve essere rispettata, perché non è più accettabile il ricorso perenne al sottocosto, anche ad inizio campagna: un’umiliazione per tutto il sistema.


di Dino Scanavino
Presidente di Cia-agricoltori italiani

Crisi dell’ortofrutta, come superarla - Ultima modifica: 2021-09-16T20:03:38+02:00 da K4

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