Un piccolo, grande passo a sostegno del produttore

Paolo De Castro, Capogruppo S&D Commissione Agricoltura del Parlamento europeo
La Spagna recepisce la direttiva Ue contro le pratiche commerciali sleali. Vieta comportamenti non più accettabili come pagamenti ritardati, modifiche unilaterali dei contratti, o l’obbligo di pagare per merce deperita dopo la consegna, In Italia l'agricoltura soffre anche per gli effetti di queste pratiche, ma il disegno di legge di recepimento è ancora fermo.

In tempi di emergenze sanitarie globali, anche una piccola notizia
diventa una buona notizia.

Soprattutto se riguarda produttori agricoli, aziende di trasformazione e distributori, ma indirettamente anche tutti noi, cittadini e consumatori.

Editoriale del numero 10 di Terra e Vita

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E pazienza se in questo caso il fatto interessa più da vicino – e con effetti immediati – la Spagna, perché i benefici arriveranno – speriamo a breve – anche in Italia. Pochi giorni fa, il 25 febbraio, il governo di Madrid ha approvato un Regio decreto legge – pubblicato il giorno seguente sulla Gazzetta ufficiale – con cui avvia il recepimento della direttiva Ue 633/2019 contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare (si veda articolo a p.14 di Terra e Vita n. 10); provvedimento che, il 17 marzo 2019, ho avuto l’onore di portare all’approvazione come relatore al Parlamento europeo, e che lascia agli Stati membri due anni di tempo dall’entrata in vigore (il 30 aprile) per l’applicazione nel proprio territorio con norme nazionali.

La direttiva punta ad armonizzare le legislazioni attualmente esistenti in materia nei diversi Stati dell’Unione e a equilibrare i rapporti di forza nelle transazioni commerciali tra fornitori (agricoltori e aziende di trasformazione) e acquirenti (centrali e catene della Grande distribuzione), all’insegna dell’equità e della trasparenza, vietando comportamenti non più accettabili come pagamenti ritardati, modifiche unilaterali dei contratti, o l’obbligo di pagare per merce deperita dopo la consegna.

Ora, il Regio decreto appena varato da Madrid mette un primo importante paletto a queste azioni unilaterali, prevedendo ad esempio la pubblicità delle sanzioni che saranno prescritte agli operatori “fuorilegge”. Il decreto – e questo va oltre quanto indicato nella direttiva comunitaria – introduce anche l’obbligo di utilizzare il costo di produzione come base minima di riferimento per stabilire il prezzo della merce nei contratti tra fornitori e acquirenti. Inoltre, regolamenta tutte quelle azioni promozionali che possono trarre in inganno i consumatori per quanto riguarda il prezzo o la qualità dei prodotti.

Il Governo spagnolo, che ha presentato ufficialmente il decreto a margine di un mio incontro bilaterale con il ministro dell’Agricoltura, Luis Planas, ha annunciato per le prossime settimane ulteriori interventi per completare il recepimento della direttiva. Tra questi, sarà esteso il campo di applicazione a tutti i fornitori che hanno rapporti con acquirenti nel territorio Ue, tutelando però anche i fornitori europei che vendono i propri prodotti ad acquirenti extra-Ue.

Questo per prevenire odiose triangolazioni ed elusioni della normativa.

La Spagna è stata il primo partner a recepire la direttiva, dimostrando ancora una volta una forte attenzione per la creazione di una filiera equa e trasparente, dopo che nel 2013 aveva già approvato una legge con l’istituzione di un’Agenzia di informazione e controllo, a cui diversi altri Stati membri si sono ispirati. Per questo, da parte mia e della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, va un grande plauso al ministro Planas, nella speranza che gli altri Stati seguano rapidamente l’esempio, difendendo finalmente gli interessi degli anelli più deboli della catena: i nostri produttori e i quasi 500 milioni di consumatori europei.

In Italia il Consiglio dei ministri, il 23 gennaio, ha approvato il disegno di legge che delega il Governo al recepimento della direttiva. E ora la palla è nelle mani del Parlamento che è tenuto a legiferare. Le premesse per una buona legge ci sono tutte. Compresa la presenza dell’ex-Ispettorato repressione frodi del Mipaaf, che con le sue risorse umane di comprovata esperienza e la capillarità su tutto il territorio nazionale potrà rappresentare l’Authority più idonea al contrasto di queste pratiche sleali.

Un piccolo, grande passo a sostegno del produttore - Ultima modifica: 2020-03-18T10:10:26+01:00 da K4

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