Pil, in agricoltura giù dell’1,3% nel secondo trimestre 2023

Pil
Diminuite anche le ore lavorate e gli occupati, ma aumenta il reddito pro capite. La frenata del valore aggiunto del settore primario dovuta in gran parte alle avversità climatiche

Brusca frenata per il prodotto interno lordo del settore agricolo nel secondo trimestre del 2023, che si è fermato a 7 miliardi e 516 milioni di euro. Rispetto ai primi tre mesi dell'anno il calo è stato dell'1,3% e dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Peggio hanno fatto solo industria (-1,4%) e costruzioni (-3,2%), queste ultime penalizzate dalla stretta agli incentivi per le ristrutturazioni. Tra aprile e giungo il Pil generale dell'Italia ha fatto registrare una diminuzione dello 0,4%. Lo rende noto l'Istat nel consueto resoconto dei conti economici trimestrali.

Nei novanta giorni presi in esame sono calate anche le ore lavorate in campagna: 550.145, pari a un -3% rispetto al periodo gennaio-marzo e addirittura a un -6,5% nei confronti del secondo trimestre 2022. Giù anche gli occupati: 1.116.000, -2,8% rispetto ai tre mesi precedenti e -7,7% se confrontati con quelli dell'anno precedente. Per il settore primario l'unica nota parzialmente positiva riguarda il reddito: tra aprile e giugno di quest'anno è cresciuto dell'1,9% (contro una media generale del +0,8%) e del 4,9% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Valori comunque più bassi rispetto all'aumento dell'inflazione.

Nel resto del mondo nel secondo trimestre il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia ed è rimasto stabile in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una crescita del 2,6% negli Stati Uniti e dello 0,9% in Francia, mentre in Germania c'è stato un calo dello 0,1%. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell’area Euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nel confronto con il secondo trimestre del 2022.

Tutta colpa del clima, o quasi

Tra i vari fattori che hanno contribuito a frenare l'economia del settore primario c'è sicuramente l'andamento climatico, con quasi dieci eventi estremi al giorno, fra grandinate, nubifragi e alluvioni, secondo le stime di Coldiretti sulla base dei dati Eswd (European Severe Weather Database).

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive ogni giorno le conseguenze dei cambiamenti climatici che – evidenzia Coldiretti – sconvolgono le campagne dove si registra un taglio del 10% della produzione di grano mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno. In difficoltà anche i frutteti con le ciliegie in calo del 60% per l’alluvione che ha colpito la Romagna, ma anche per le piogge intense in Puglia e Campania. La professionale sottolinea come la caduta della grandine nelle campagne sia stata più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni.

Il mix micidiale di maltempo e caldo torrido – sottolinea il sindacato – è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo 2023 segnato, finora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature e infine dal caldo torrido e dagli eventi estremi con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali che supereranno i sei miliardi dello scorso anno.

 

Pil, in agricoltura giù dell’1,3% nel secondo trimestre 2023 - Ultima modifica: 2023-09-01T15:32:47+02:00 da Simone Martarello

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