Pascoli inesistenti per intascare fondi pubblici, in 75 nei guai

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Maxi operazione condotta dalla Gdf di Pescara e coordinata dalla Dda di L’Aquila denominata "Transumanza". Frodi accertate per 5 milioni

Si inventavano pascoli inesistenti per intascare milioni di euro di contributi Pac, erogati dall'Unione europea. Dopo due anni di indagini, è scattata la maxi operazione “Transumanza”, condotta da nord al sud della Penisola dalla Guardia di finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di L’Aquila.

Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Queste somme sono state sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Sono 75 i soggetti e gli enti coinvolti, con 25 misure cautelari personali e 16 tra perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione. Tutto ciò è stato reso possibile anche grazie ai mezzi aerei del Reparto operativo aeronavale di Pescara, che si è attivato tra Abruzzo, Puglia, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio e Campania.

Su questo giro d'affari illecito, gli inquirenti sospettano anche la mano della “mafia foggiana”, visto il coinvolgimento tra gli indagati di affiliati alle organizzazioni criminali del Gargano.

Il progetto di Agea contro i reati agricoli

Due anni di indagini

Le indagini, svolte in collaborazione con il Gruppo investigativo criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico finanziaria di L’Aquila e del Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie, sono iniziate nel 2021. In questo periodo i finanzieri hanno acquisito documenti, intercettato oltre 100mila conversazioni, eseguito più di 8.000 interrogazioni alle banche dati e fatto accertamenti su più di 270 conti correnti di vari istituti di credito.

Il pool investigativo ha così tratteggiato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbero state attuate mediante indebite richieste di contributi per il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga) nel settore della Politica agricola comune (Pac).

Simulato il possesso dei titoli Pac

Per truffare Bruxelles, l’associazione a delinquere, operativa dal 2014 e di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli Pac, rilasciati gratuitamente dalla Riserva nazionale dei titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.

Secondo l'impianto accusatorio, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni, la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando da diversi comuni.

«Cancro che divora la pastorizia»

«Il fenomeno che è stato sollevato è la punta dell'iceberg di un cancro che sta divorando la pastorizia e l'agricoltura in generale: se non si pone riparo soprattutto all'impianto della norma che consente questa forma di speculazione legalizzata presto non ci saranno più aziende zootecniche sane che producono e non aziende che coltivano solo contributi». A sostenerlo è Nunzio Marcelli, fondatore della cooperativa Asca, pastore abruzzese che da 40 anni conduce un'azienda agricola con i suoi famigliari ad Anversa degli Abruzzi.

«Negli ultimi vent'anni il ministero dell'Agricoltura – ha spiegato Marcelli – in tutte le
forme governative, destra o sinistra, non ha fatto alcunchè perchè la norma potesse avere altri effetti. Di fatto la norma crea rendite e soprattutto ha favorito le aziende speculative e
non quelle produttive. Le aziende che si sono concentrate nel commercio di questi titoli poco hanno a cuore le sorti produttive perchè loro hanno bisogno solo di avere degli
animali figurativi, quando rispettano le norme. Non hanno alcun interesse a trarne la filiera produttiva perchè così come sono le condizioni e i rapporti di scambio della zootecnia, oggi si lavora sotto costo. Per alcune aziende che hanno scelto di mantenere una struttura produttiva di filiera i titoli Pac rappresentano una compensazione».

«Dal momento che non c'è alcuna imposizione per la produzione – ha concluso – ovviamente c'è chi sceglie di incassare solo il titolo senza avviare l'attività produttiva: ad esempio ci sono delle greggi cui non viene mai messo il montone perchè tenere gli agnelli e dover pagare il personale ha un costo decisamente superiore alla vendita degli agnelli o del latte».

Le congratulazioni del ministro Lollobrigida

«Grazie alla maxi operazione 'Transumanza', condotta dalla Guardia di finanza di Pescara e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di L’Aquila – ha commentato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida – è stata fermata un’organizzazione che danneggiava il nostro sistema agricolo. Esprimo soddisfazione per questo risultato e ringrazio chi, ogni giorno, lavora per contrastare le attività criminali e per sancire la vittoria della cultura della legalità. La lotta contro le frodi nel settore primario della nostra nazione è una priorità per il Governo Meloni».

Dorfmann: «Finalmente la giustizia affronta la questione»

«Finalmente i tribunali s’interessano agli abusi nell’affitto di pascoli e alpeggi. Sono
anni che attiro l’attenzione sulla questione». Così l’europarlamentare sudtirolese
Herbert Dorfmann ha accolto la decisione della magistratura italiana di indagare
un’ampia rete di persone e di organizzazioni sospettate di aver frodato i sussidi della
politica agricola comune europea.

Per Dorfmann, il fatto che imprenditori, prevalentemente del nord, affittino i pascoli,
anche quelli alpini, con il semplice scopo di ricavare denaro dai fondi agricoli
dell’Unione europea, non è una novità. «Questa pratica è nota da tempo e da anni a
Bruxelles sosteniamo che non può essere tollerata, anche perché essa minaccia la
credibilità dell’intera politica agricola comune europea».

Pascoli inesistenti per intascare fondi pubblici, in 75 nei guai - Ultima modifica: 2023-09-26T11:02:35+02:00 da Redazione Terra e Vita

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