Frutta estiva, campagna figlia del clima folle

frutta estiva
Nell'editoriale di Terra e Vita 20/2023 il direttore generale di Apofruit Ernesto Fornari traccia un quadro a tinte fosche per la frutta estiva e chiede aiuti straordinari e rapidi per le aziende della Romagna colpite dall'alluvione

Quest’anno la frutta estiva sarà cara e di qualità mediocre. Colpa del clima folle che ha caratterizzato la primavera. Prima le gelate tardive di inizio aprile, poi un mese di piogge e grandinate, quindi la doppia alluvione in Romagna e le settimane eccessivamente umide da metà maggio a metà di giugno, con precipitazioni praticamente quotidiane.

A fronte di una situazione così difficile, nessun produttore intende speculare sui prezzi dell’ortofrutta. Il meteo sta complicando enormemente l’intera campagna della frutta estiva, con netti cali o vuoti di produzione e una qualità compromessa, in termini visivi e organolettici.

Il 2023 sarà la peggiore campagna degli ultimi quindici anni per le ciliegie, con un 80% in meno di prodotto rispetto a un’annata normale. Stesso discorso per le pere. Per le albicocche siamo a -50%, per pesche e nettarine la forbice varia da un 20 a un 30% di calo dei volumi. Anche diverse orticole non stanno meglio. I frequenti temporali, quando non portano anche grandine, causano infatti problemi sia di malattie fungine, sia di operatività. In Sicilia c’è stato un -30% di produttività delle patate precoci, grandi problemi anche con cipolle, carote, finocchi e patate prodotte in altri areali. Le uniche colture che quest’anno hanno avuto finora una campagna abbastanza regolare sono fragole e asparagi.

Anteprima di Terra e Vita 20/2023

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Solo in Romagna l’alluvione ha provocato danni sui terreni di 350 degli oltre mille produttori soci, 800 gli ettari di ettari di frutteti coinvolti. Significa circa 150mila quintali di prodotto in meno rispetto alla norma. Circa il 30-40% di questi impianti potrebbe essere compromesso del tutto. Ma anche nel resto d’Italia i danni provocati alle colture dagli eventi climatici avversi sono ingenti. La grandine ha colpito in Veneto, Lombardia e Piemonte, in alcuni casi compromettendo anche le reti antigrandine. Ma i chicchi di ghiaccio sono caduti anche sulle coltivazioni nel Lazio e in Puglia. Tutto questo è arrivato dopo mesi di siccità e un inverno eccessivamente mite, durante il quale le piante non hanno usufruito delle ore di freddo sufficienti.

Davanti a una situazione del genere alcune aziende, soprattutto le più piccole, chiuderanno. Ma dobbiamo cercare di arginare il più possibile il fenomeno. Per questo come cooperativa abbiamo messo in campo misure straordinarie per supportare i nostri soci. Innanzitutto un acconto pari al 90% del totale, di tutte le produzioni invernali, un anticipo della liquidità di circa un mese e mezzo rispetto alla norma per un valore di 5 milioni di euro. Anche per tutto il 2023 gli acconti sui conferimenti per i soci colpiti dall’alluvione saranno del 90%, anziché del 60/70%. Inoltre, per chi ha subito danni irreparabili agli impianti e nel 2024 ne realizzerà di nuovi dotati di protezioni contro grandine e gelo-brina, abbiamo stanziato due milioni per concedere un contributo del 25% a fondo perduto sull’investimento a carico del produttore (già coperto al 50% da fondi Ocm), oppure un prestito a condizioni agevolate per il 50% a suo carico.

Ma tutto questo non basta. Abbiamo bisogno di azioni eccezionali per ridare fiducia ai nostri produttori. Una di queste potrebbe essere la dichiarazione di “zona svantaggiata” per tre o cinque anni, che permetterebbe di avere un’importante riduzione del carico fiscale sulla manodopera.


Ernesto Fornari

Direttore generale di Apofruit

Frutta estiva, campagna figlia del clima folle - Ultima modifica: 2023-06-22T14:39:44+02:00 da K4

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