Torniamo, dopo parecchi anni, a casa di una vecchia conoscenza della nostra rivista:Graziano Aprili, contoterzista di Nogarole Rocca (Vr) da sempre appassionato di agricoltura e meccanica: quest'ultima in particolare. Aprili, infatti, è uno di quei contoterzisti che le macchine non si limitano a usarle, ma vogliono anche metterci le mani, per adattarle alle loro esigenze. Così è difficile trovare, a casa sua, un attrezzo che sia ancora identico a quando uscì dalla fabbrica. Persino il nuovissimo Challenger Spra Coupe, arrivato in azienda nella tarda primavera del 2011, ha già conosciuto per ben tre volte la fiamma ossidrica. Ne parleremo più avanti; cominciamo invece da una rapida panoramica sull'azienda e sulle attività che svolge.
Da sempre attento
ai progressi della meccanica
Una delle caratteristiche più evidenti di questo imprenditore è l'estrema attenzione all'evoluzione del settore agricolo e della meccanica in particolare. Attenzione che lo portò, ormai un decennio fa, ad acquistare un semovente per trattamenti e diserbi, ora sostituito appunto dallo Spra Coupe. Oppure a mettersi sotto i capannoni una serie di macchine per la lavorazione alternativa del terreno: ripuntatori, grandi erpici a dischi, vibrocoltivatori e seminatrici combinate. Tutto il necessario, insomma, per fare a meno dell'aratura, non appena possibile. «Cosa che non avviene sempre - ci spiega - nel senso che non sempre si può eliminare l'aratro. Da queste parti, per esempio, sui terreni destinati a mais si usa concimare con liquami e letame. In quei casi preferiamo sicuramente l'aratura a una lavorazione alternativa. Invece sui cereali a paglia - o anche sul mais che non riceve reflui zootecnici - scegliamo lavorazioni di altro tipo. Possono essere il chisel, per esempio, oppure il classico ripuntatore ad ancore dritte o ancora l'erpice a dischi. Ognuno ha un suo specifico ambito di applicazione e un effetto diverso sul terreno».
Vediamo allora queste differenze. «Il chisel è un attrezzo che in pratica replica l'aratura: con le sue ancore curve rivolta il terreno e sotterra i residui. Ma facendo questo porta in superficie anche le zolle e obbliga a interventi successivi per la loro rottura. Invece il ripuntatore ad ancore dritte della Mainardi che abbiamo in azienda, pur raggiungendo profondità ragguardevoli - fino a 40 cm e oltre - non rivolta il terreno, ma lo solleva e lo lascia ricadere. In questo modo rompo la crosta, lavoro in profondità, ma non creo zolle. Infine, per gli interventi realizzati in estate preferiamo l'erpice a dischi, più produttivo dei ripuntatori. Abbiamo un Rabe da 6,2 metri, davvero eccellente».
Questione di costi
Il problema, come sempre, è quello di conciliare costi e qualità del lavoro. Nel senso che non si può rinunciare alla seconda, ma bisogna fare il possibile per contenere i primi. «In quest'ottica, chiaramente l'erpice a dischi è quello che ha il miglior rapporto tra risultato, tempo e consumi. Fatta eccezione per il vibrocoltivatore, che ha consumi ridotti della metà anche rispetto al rotante. Si arriva a fare 4,2 ettari all'ora, con terreno nelle giuste condizioni.
Comunque, anche i ripuntatori sono efficienti, soprattutto se paragonati all'aratura. Per esempio, il Mainardi è largo soltanto tre metri e impegna a fondo il trattore, tanto che se lo mando giù a 40 cm devo usare perlomeno il Fendt 820 o meglio ancora il 926. Comunque tre metri di larghezza sono più di quello che fai con una passata d'aratro e inoltre col ripuntatore risparmi le lavorazioni successive. Dunque, economicamente parlando, vale la pena».
Risparmiare su tempi e costi vuol anche dire scegliere le tecnologie che permettono di fare il lavoro più in fretta. Aprili, per esempio, si è da tempo convertito alla guida parallela. «Abbiamo due impianti, della Arvatec. Il primo è una semplice guida assistita, lo usiamo attualmente sullo Spra Coupe. Il secondo è una vera guida automatica, con motorino sotto al volante. Un ottimo sistema, soprattutto perché si può trasferire da un trattore all'altro. È soltanto un po' laborioso smontare la ghiera; in quello potrebbero migliorare molto. A ogni modo, la guida satellitare permette di risparmiare davvero parecchio tempo. Durante i trattamenti, ma anche nelle semine».
Gli interventi sulle macchine
Proprio la semina è una delle attività a cui Aprili dedica più attenzione. Anche in questo caso, scegliendo quasi sempre macchine Rabe. «Abbiamo diversi attrezzi di questo costruttore, li troviamo molto validi per produttività e anche materiali. Allo stesso modo, per i trattori ci affidiamo ormai da tanti anni a Fendt, soprattutto per i vantaggi legati al cambio Vario».
Come abbiamo anticipato all'inizio del servizio, tuttavia, Aprili non è uno che si accontenta dell'attrezzo “chiavi in mano”. La lista degli interventi e delle modifiche effettuate su una qualsiasi delle sue macchine ricorda più l'officina di un fabbro che quella di un contoterzista. Partiamo proprio dalle seminatrici. «Una delle mie preferite è la Eco-seed: grande autonomia di lavoro, semplice da usare ed efficiente su tutti i tipi di terreno. Però aveva alcuni difetti, almeno sui nostri terreni. Il primo era l'accumulo di zolle tra le ruote del rullo. Zolle che, in caso di terreno molto duro, finivano col tagliare le ruote stesse. Così abbiamo saldato dei tubolari tra le ruote, in modo che funzionino da fermo. Un altro intervento ha riguardato il paraterra laterale, che era fisso e finiva col rompersi o piegarsi quando si lavorava vicino agli argini. L'abbiamo sostituito con uno mobile».
L'intervento principale, tuttavia, ha riguardato l'intero comparto del copriseme. «I denti flessibili montati dalla Rabe erano troppo piccoli e non lavoravano bene, soprattutto in presenza degli accumuli di terra che si formavano negli spazi tra le ruote del rullo. Così li abbiamo sostituiti con i denti di un erpice a molle che avevamo in casa e in più abbiamo aggiunto dei tondini piegati a V, per spianare gli accumuli di terreno citati in precedenza. Inoltre l'intero telaio del copriseme era troppo debole e si rompeva in retromarcia. Perciò ne abbiamo fatto uno nuovo, più robusto e pieghevole, con molle che lo riportano in assetto non appena finita la retromarcia». In altre parole ha rifatto mezza macchina, sistema di semina a parte.
Anche lo Spra Coupe è stato oggetto dell'attenzione di Aprili: ha creato un cassetto porta-canestri eliminando lo schiumogeno («inutile visto che si lavora con il Gps»), ha aggiunto dei fermi per il trasporto del tubo di carico e infine ha sostituito la molla del freno, troppo dura. In qualche caso, tuttavia, il contoterzista ha fatto anche di più. Per esempio, ha trasformato un erpice rotante Magnum 3000 della Falc in seminatrice. «Lo abbiamo pensato per i casi di terreno particolarmente duro. In pratica abbiamo montato un fungo sull'erpice e abbinato un rullo posteriore. Non ci sono interratori, il seme cade contro il paraterra posteriore dell'erpice e poi sul suolo. Lo copre il terreno smosso dall'erpice e il rullo, successivamente, spiana il tutto. Lo abbiamo usato diverse volte e sempre con ottimi risultati».