Nocicoltura da frutto, nuove opportunità di mercato per il rilancio della filiera  

    frutta a guscio
    Poiché la noce rientra sempre più abitualmente nella dieta dei consumatori, la sua coltivazione, in coltura specializzata, in Italia attraversa una fase di rinnovato fermento

    Negli ultimi anni in Italia, così come all’estero, si assiste all’aumento della domanda di noci in virtù della maggiore attenzione da parte dei consumatori nei riguardi degli aspetti salutistici della dieta e dei benefici nutraceutici garantiti dalla frutta secca in genere. Questo trend sembra essere la spinta che serve per aprire nuovi spazi per la nocicoltura da frutto.

    Il consumo di noci in Italia e nel mondo

    nocicolturaAttualmente, Stati Uniti, Israele e Francia sono i Paesi con il consumo più elevato di gherigli, superando il 1 kg pro-capite annuo. Di poco oltre i 600 g il consumo dei tedeschi, mentre in Italia, così come in Olanda, si consumano poco meno di 500 g pro-capite. Nonostante l’elevato volume produttivo, il consumo di noci in Cina e India è invece molto inferiore, collocandosi al 17° e 18° posto, rispettivamente, nel ranking mondiale.

    Tabella 1 - Consumo pro-capite di gherigli di noce nei principali Paesi consumatori

    Paese

    Consumo Pro-capite (g/anno)

    Stati Uniti d’America

    1240

    Israele

    1200

    Francia

    1020

    Germania

    620

    Italia

    470

    Grecia

    470

    Olanda

    470

    L’INC (International Nut and Dried Fruit Council) stima che i consumi di noci sgusciate aumenteranno, sia sotto forma di snack naturali sia come ingredienti per molti preparati in cucina così come dalle grandi industrie del Food globale.

    Qualche dato sulla produzione

    «La coltivazione del noce da frutto in Italia – spiega Giovambattista Sorrenti, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari di Bologna – ha registrato una continua e inesorabile flessione produttiva, in virtù dello spopolamento delle aree rurali e dalla concorrenza del prodotto estero. Si è passati dalle oltre 71mila tonnellate prodotte nel 1961 alle 12mila tonnellate del 2017, secondo i dati Fao 2017, con una contrazione prossima all’80%. Parallelamente, le superfici investite sono calate da 33mila ha (1961) a quasi 4mila ha del 2017. Così l’Italia, che fino agli anni ’80 rientrava tra i primi tre produttori mondiali, si ritrova oggi come uno dei principali paesi importatori di noci in guscio e sgusciate».

    Grafico produzione noci
    Evoluzione della produzione di noci in Italia (Fonte: modificato da Botta et al., 2018)

    Tuttavia, a fronte dell’aumento dell’interesse dei consumatori e con la prospettiva di remunerazioni soddisfacenti per i produttori, il noce da frutto sta attraversando in Italia una fase di rilancio produttivo-commerciale, con nuovi investimenti diffusi lungo tutto lo stivale, principalmente al Nord.

    nocicoltura«Questa fase di slancio commerciale però – precisa Sorrenti – deve essere accompagnata anche da un rinnovamento delle tecniche agronomiche, dall’adozione di impianti specializzati e dalla promozione del prodotto italiano, sia nei confronti del consumatore sia delle industrie di trasformazione, che dovrebbero poter riconoscere il valore aggiunto del prodotto nostrano rispetto a quello estero. Necessario appare anche l’associazionismo di filiera fra i produttori che permetta di gestire in modo efficiente le fasi di produzione e commercializzazione del prodotto, al fine di concentrare l’offerta e certificare la qualità. È da sottolineare però come non ci si può improvvisare nocicoltori. La specie ha infatti esigenze agronomiche elevate (es. difesa, irrigazione), simili o talvolta superiori alle più diffuse specie frutticole allevate in ambiente mediterraneo. Per il successo dell’investimento, dunque, tali esigenze non possono essere sottovalutate».

    Due giornate tecniche dedicate al noce

    Per illustrare le potenzialità del mercato e divulgare le più recenti acquisizioni scientifiche per la specie, proponendo strategie di gestione innovative e sostenibili, la SOI (Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana), in collaborazione con l’Università di Bologna, l’Università Politecnica delle Marche e il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia), sta organizzando le Giornate Tecniche dedicate al noce da frutto.

    Le Giornate Tecniche SOI 2019 dal titolo “Nocicoltura da frutto: innovazione e sostenibilità” si terranno a Bologna il 20 e 21 settembre 2019 presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna (Aula Magna Distal), viale G. Fanin 46.

    • Il Convegno Nazionale: nella prima giornata dell’evento, con il contributo di esperti nazionali e internazionali, verranno trattati i diversi aspetti della coltivazione e della commercializzazione della noce. In particolare, il convegno sarà articolato in cinque sessioni:

    I - Evoluzione e prospettive della nocicoltura;

    nocicoltura

    II - Propagazione, fisiologia, nutrizione e meccanizzazione;

    III - Germoplasma, genetica e varietà;

    IV - Avversità e difesa;

    V - Progetti e territorio, filiere e aspetti salutistici.

    La giornata si concluderà con la tavola rotonda alla quale parteciperanno gli attori della filiera (Istituzioni, produzione e imprese, Enti di ricerca) per definire una proposta operativa di coordinamento nonché tracciare le priorità per supportare la filiera in espansione.

    • Le visite in campo: la seconda giornata prevede visite tecniche guidate presso realtà produttive e commerciali del territorio romagnolo nelle quali verranno illustrati e confrontati i sistemi e le tecniche di gestione del noceto, i materiali vegetali, la meccanizzazione delle operazioni colturali, la selezione e la classificazione del prodotto.

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    Info e contatti 
    Segreteria SOI: segreteria@soishs.org

    Giovambattista Sorrenti: g.sorrenti@unibo.it

    Nocicoltura da frutto, nuove opportunità di mercato per il rilancio della filiera   - Ultima modifica: 2019-07-05T14:51:10+02:00 da Sara Vitali

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