Vino, ortofrutta e olio: Ocm confermata (o quasi)

Meno risorse, più litigi. Il negoziato sul futuro della Pac prosegue tra mille incertezze, ma le misure settoriali per la prossima programmazione 2021-2027 dovrebbero essere confermate per vino (al netto di eventuali interventi dell'europarlamento sulla misura promozione), ortofrutta e olio d'oliva. Con la possibilità di estendere gli interventi ad altri comparti.

Il negoziato sul futuro della Pac 2021-2027 prosegue, seppure tra molte incertezze politiche. Nei prossimi mesi sono previste molte riunioni e discussioni in seno alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri agricoli dell’Ue.

Angelo Frascarelli

Nonostante l’incertezza sui tempi di approvazione della nuova Pac, la proposta della Commissione europea del 1° giugno 2018 rimane un punto di riferimento per comprendere le regole della futura Pac; l’esperienza del passato ha dimostrato che le riforme della Pac non si discostano in modo sostanziale dalla proposta della Commissione europea.

Per questa ragione è utile conoscere questa proposta. In questo articolo, analizziamo le Organizzazioni Comuni di Mercato (Ocm) e le misure settoriali della Pac 2021-2027, sulla base della proposta della Commissione europea del 1° giugno 2018.

Articolo pubblicato sulla rubrica " La Pac sotto la lente" di Terra e Vita

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Tre regolamenti

La proposta della Commissione europea si articola in tre regolamenti:

  1. regolamento del piano Pac;
  2. regolazione orizzontale;
  3. regolamento che modifica l’Ocm.

Il primo regolamento riunisce in un’unica cornice legislativa tre precedenti atti normativi:

  • l’attuale regolamento sui pagamenti diretti (Reg. 1307/2013);
  • le misure settoriali, contenute attualmente nell’Ocm (Reg, 1308/2013);
  • l’attuale regolamento sullo sviluppo rurale (Reg. 1305/2013).

Il secondo regolamento è la rivisitazione dell’attuale regolamento orizzontale (Reg. 1306/2013).

Il terzo regolamento mantiene l’architettura e le caratteristiche principali del Reg. 1308/2013, modificando un numero limitato di disposizioni, ma soprattutto elimina le disposizioni relative agli interventi settoriali che in futuro saranno disciplinati dal primo regolamento e faranno parte degli Stati membri al fine di garantire una migliore coerenza degli interventi della Pac.

Sostegni settoriali nel Piano Pac

Il cambiamento più importante nella futura gestione dell’Ocm è il passaggio degli interventi settoriali (ortofrutta, vitivinicolo, olio di oliva, apicoltura, luppolo) dal Reg. 1308/2013 al regolamento generale sulla Pac, insieme ai pagamenti diretti e allo Sviluppo Rurale. Di conseguenza, i sostegni settoriali entrano nei Piani Strategici degli Stati membri.

Lo spostamento dei sostegni settoriali (ortofrutta, vitivinicolo, olio di oliva, apicoltura, luppolo) dal Reg. 1308/2013 al regolamento generale sulla Pac è una scelta importante, che ha l’obiettivo di garantire una migliore coerenza degli interventi della nuova Pac.

In tale modo, i Piani Strategici assumono un connotato di un vero e completo piano agricolo e rurale nazionale, che include tutti gli interventi: pagamenti diretti, misure di mercato, sviluppo rurale (tab. 1).

Una novità importante sarà la possibilità di inserire anche interventi facoltativi in nuovi settori (carni bovine, suine, ovi-caprine, pollame, uova latte e prodotti lattiero-caseari), con un modello analogo a quello attualmente esistente per l’ortofrutta.

Tab. 1 - Pac 2021-2027: le risorse finanziarie per l’Italia
Voce Importo annuo 2021-2027 (€)
Pagamenti diretti 3.560.185.516
Sviluppo rurale (senza cofinanziamento) 1.270.310.371
Aiuto olivo 34.590.000
Aiuto viticoltura 323.883.000
Aiuto apicoltura 5.166.537
Ortofrutta Senza budget preallocato

Gli interventi settoriali nella Pac 2021-2027

Gli interventi settoriali, obbligatori e facoltativi, che gli Stati membri possono utilizzare nella costruzione del piano nazionale, riguardano i seguenti settori:

  • il settore ortofrutticolo (obbligatorio);
  • il settore dei prodotti dell’apicoltura (facoltativo);
  • il settore del vino (obbligatorio);
  • il settore dell’olio d’oliva e delle olive da tavola (facoltativo);
  • il settore del luppolo (facoltativo).
  • altri settori, ad eccezione dei settori dell’ortofrutta trasformata, il tabacco, l’alcol etilico e altri prodotti (facoltativi).

In sintesi, nella Pac 2021-2027, saranno sicuramente presenti le attuali misure di sostegno al settore dell’ortofrutta e del vino; mentre sono volontarie le attuali misure per l’olio di oliva e l’apicoltura.

Ortofrutta

Gli interventi previsti nel settore ortofrutticolo, la cui applicazione è obbligatoria, non presentano sostanziali novità rispetto alla situazione attuale.

Gli obiettivi restano invariati: pianificazione della produzione, adeguamento della produzione alla domanda, ottimizzazione dei costi di produzione e della redditività degli investimenti, stabilizzazione dei prezzi, concentrazione dell’offerta, pratiche di coltivazione e di produzione rispettose dell’ambiente, contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, promozione, prevenzione delle crisi e la gestione dei rischi.

Gli obiettivi e i tipi di intervento nel settore degli ortofrutticoli, definiti dagli Stati membri nei loro Piani Strategici, sono attuati attraverso i programmi operativi delle organizzazioni di produttori (OP) e/o delle associazioni di organizzazioni di produttori (AOP) riconosciute, che possono istituire un fondo di esercizio per finanziare proprio i programmi operativi approvati dagli Stati membri.

In altre parole, si conferma l’attuale impianto dell’Ocm ortofrutta, in cui il sostegno al settore transita tramite le OP e le AOP.

Vino

carbonL’intervento previsto nel settore vitivinicolo, la cui applicazione è obbligatoria per gli Stati membri, persegue i seguenti obiettivi: migliorare la competitività, migliorare le prestazioni delle imprese vinicole e il loro adeguamento alle richieste del mercato, equilibrio tra offerta e domanda, tutelare i redditi dei produttori di vino in caso di perdite per calamità naturali, condizioni climatiche avverse, aumentare le prospettive di commercializzazione e la competitività dei prodotti vitivinicoli attraverso i prodotti e i processi innovativi e le tecnologie, il valore aggiunto alla filiera e le conoscenze, utilizzare i sottoprodotti della vinificazione a fini industriali ed energetici proteggendo l’ambiente.

Gli Stati membri scelgono nei loro Piani Strategici uno o più dei seguenti tipi di intervento:

  • la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti;
  • gli investimenti materiali e immateriali in impianti di trasformazione e infrastrutture vitivinicole;
  • la vendemmia verde;
  • l’assicurazione del raccolto;
  • gli investimenti nell’innovazione consistenti nello sviluppo di prodotti e sottoprodotti innovativi dell’enologia;
  • la distillazione dei sottoprodotti della vinificazione;
  • le azioni di informazione sui vini;
  • la promozione effettuata in paesi terzi.

Gli Stati membri possono fissare nei loro programmi di sostegno nazionali una percentuale minima di spesa per azioni volte alla protezione dell’ambiente, adeguamento ai cambiamenti climatici migliorando la sostenibilità dei sistemi e dei processi di produzione, riduzione dell’impronta ambientale del settore vitivinicolo, energia risparmio e miglioramento dell’efficienza energetica globale nel settore vitivinicolo.

Pertanto nel settore vitivinicolo, si conferma l’attuale impianto dell’Ocm, in cui il sostegno al settore verrà delineato nei nuovi Piani Strategici della Pac. O almeno questo è l'intento della Commissione, mentre dalle prime schermaglie all'EuroParlamento emerge la discutibile opzione di rimettere in discussione la misura promozione (leggi qui per approfondimenti).

Olio di oliva

L’intervento nel settore dell’olio d’oliva e delle olive da tavola persegue i seguenti obiettivi:

a) il rafforzamento dell’organizzazione e della gestione della produzione di olio d’oliva e olive da tavola;

b) il miglioramento della competitività a medio e lungo termine del settore dell’olio d’oliva e delle olive da tavola, in particolare attraverso la modernizzazione;

c) la riduzione dell’impatto ambientale dell’olivicoltura;

d) il miglioramento della qualità dell’olio di oliva e delle olive da tavola;

e) la ricerca e lo sviluppo di metodi di produzione sostenibili;

f) la prevenzione e gestione delle crisi nei mercati dell’olio d’oliva e delle olive da tavola.

Gli Stati membri scelgono almeno un obiettivo e stabiliscono i tipi di intervento necessari per conseguirli nei loro Piani Strategici.

Apicoltura

L’intervento previsto nel settore dell’apicoltura deve perseguire almeno uno degli obiettivi previsti per la Pac, che gli Stati membri devono inserire nei loro Piani Strategici:

a) l’assistenza tecnica agli apicoltori e alle organizzazioni di apicoltori;

b) le azioni per combattere gli invasori e le malattie degli alveari, in particolare la varrosi;

c) le azioni per razionalizzare la transumanza;

d) le azioni a sostegno dei laboratori per l’analisi dei prodotti dell’apicoltura;

e) il ripopolamento degli alveari nell’Unione;

f) la collaborazione con gli organismi specializzati per l’impianto di programmi di ricerca nel settore dell’apicoltura e dei prodotti dell’apicoltura;

g) le azioni di monitoraggio del mercato;

h) le azioni per migliorare la qualità del prodotto.

L’assistenza finanziaria dell’Unione al settore dell’apicoltura è pari al 50% massimo delle spese sostenute dagli Stati membri.

Altri settori

Gli Stati membri potranno estendere le misure di intervento in altri settori; in tal caso, il singolo Paese avrà il compito di selezionare i settori verso i quali indirizzare le operazioni.

Tuttavia gli Stati membri dovranno reperire la dotazione finanziaria nazionale necessaria per attuare l’intervento in altri settori attraverso una riduzione lineare del budget disponibile per i pagamenti diretti che può arrivare fi no a un tasso massimo del 3%. Pertanto, la massima disponibilità in termini di fondi che l’Italia potrà destinare agli interventi per gli altri settori produttivi ammonta a 105 milioni di euro per anno.

Un importo che è limitato, se lo si paragona a quello disponibile per il vino (323,9 milioni di euro all’anno) e per l’ortofrutta.

Tuttavia è un primo segnale per adottare misure di intervento in altre filiere: carni bovine, suine, ovi-caprine, pollame, uova latte e prodotti lattiero-caseari.

L’Ocm unica

Dopo aver trasferito gli inventi settoriali dall’Ocm unica ai Piani strategici della Pac, l’architettura del Reg. 1308/2013 rimane inalterata con il mantenimento delle sue caratteristiche principali. Dunque, a differenza degli altri regolamenti della Pac che sono proposti con una formulazione giuridica ex-novo, l’Ocm unica è oggetto solamente di una modifica dell’attuale Reg. 1308/2013.

Le proposte di modifica del Reg. 1308/2013 riguardano i seguenti aspetti:

  • l’eliminazione degli interventi di sostegno dei settori ortofrutticolo, vitivinicolo, dell’olio, del luppolo, dei prodotti dell’apicoltura e di altri settori come i cereali, il riso, lo zucchero, i foraggi essiccati, i sementi, il lino, la canapa, le banane, il tabacco, le carni bovine, le carni suine, le carni ovi-caprine, il pollame, le uova, il latte, i prodotti lattiero-caseari e i bachi da seta;
  • l’eliminazione di una serie di disposizioni obsolete, tra le quali il sistema di regolamentazione della produzione e i requisiti applicabili al settore dello zucchero, scaduto alla fine della campagna di commercializzazione 2016/2017;
  • la semplificazione delle norme sulle indicazioni geografiche (IG);
  • la semplificazione della normativa del settore del vino per affrontare in modo più incisivo le nuove sfide economiche, ambientali e climatiche.

In sintesi, l’Ocm unica viene svuotata di tutte le politiche di sostegno settoriale e rimane solamente un testo normativo che regola la gestione del mercato interno (reti di sicurezza), le norme di commercializzazione, gli scambi con i Paesi Terzi.


L’agenda Pac in itinere

Il 1° giugno 2018, la Commissione europea ha presentato al Parlamento e al Consiglio europeo le proprie proposte legislative sulla Pac 2021-2027.

Da tale data, le proposte della Commissione europea sono passate alla fase legislativa, affidata al Parlamento e al Consiglio europeo, che dovrebbero portare all’approvazione definitiva dei regolamenti.

In seno al Consiglio dei ministri agricoli, il negoziato proseguirà nel 2019 sotto la Presidenza rumena (primo semestre 2019), con l’ambizioso obiettivo di raggiungere un accordo politico entro giugno 2019.

A livello del Parlamento europeo, il dibattito è attualmente in seno alla Commissione Agricoltura e alla Commissione Ambiente che deve votare su numerosissimi emendamenti. La situazione è complicata dal fatto che le elezioni europee del 23-26 maggio 2019 interromperanno la fase legislativa, che proseguirà dopo l’estate 2019.

L’obiettivo è l’approvazione della Pac nei primi mesi del 2020, per entrare in vigore dal 1° gennaio 2021, ma i tempi stretti, le incertezze politiche e la rilevanza e la complessità della nuova Pac potrebbero portare ad uno slittamento dell’entrata in vigore di uno o due anni.

Quindi allo stato attuale, il processo legislativo prevede l’avvio della nuova Pac al 1° gennaio 2021, ma ci sono anche ipotesi attendibili che prefigurano l’avvio della nuova Pac al 2022 o al 2023.


Il sito per gli aggiornamenti sul futuro della Pac https://ec.europa.eu/agriculture/consultations/cap-modernising/2017_en

Vino, ortofrutta e olio: Ocm confermata (o quasi) - Ultima modifica: 2019-03-14T18:25:35+01:00 da K4

2 Commenti

  1. Le modifiche del Reg. Ce 1308/2013 riguardano anche il sistema delle autorizzazioni al reimpianto vigneto?
    I produttori viticoli protestano e chiedono alcune modifiche: validita’ delle Autorizzazioni da 3 anni a 8 anni di validita’;
    Consentire la vendita del terreno a seminativo con le autorizzazioni al reimpianto vigneto originatesi da estirpo dal terreno oggetto di vendita; Non e’ concepile che un proprietario un terreno coltivato a vigneto puo’ alienarlo, mentre un proprietario di un terreno coltivato a seminativo che ha estirpato il vigneto dal predetto terreno ed e’ titolare del diritto di reimpianto vigneto, il terreno puo’ venderlo e il diritto di reimpianto No! ( penso che cio’ sia incostituzionale);
    Mentre con semplice affitto tolgo il diritto al reimpianto vigneto in un fondo e lo trasferisco in qualsiasi fondo condotto in affitto. (Oggi all’interno della Regione prima all’interno dello stato membro).
    Penso che il sistema merita una revisione e delle modifiche che siano consone a chi vuole fare il viticoltore e libere per chi non vuole piu’ farlo.
    Diversamente il vigneto Italia subisce una forte perdita di diritti di reimpianto quindi significa che ci presentiamo in Europa con meno superficie vitata Italia meno finanziamenti Italia per la ristrutturazione dei vigneti.
    Se l’obiettivo e’ perdere diritti di reimpianto vigneti allora ci siamo riusciti e la norma e’ perfetta, diversamente merita un cambiamento.
    Se si deve salvaguardare il patrimonio allora ci vuole la liberta’ delle aziende di muoversi come vogliono.
    Anche lo stato ha perso i suoi guadagni, con il vecchio sistema si registravano le scritture private e si fatturava con il 22% d’iva mentre oggi con 67 euro si registra un contratto d’affitto e si trasferice il diritto al reimpianto dove si vuole da Trapani a Messina o da Siracusa a Palermo.
    Questo messaggio rappresenta il pensiero dei viticoltori.

    • La parola chiave è “autorizzazioni”: non si tratta più di diritti d’impianto, ovvero di rendite private, bensì di concessioni pubbliche.

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