Un’interfila più verde contro il climate change

Come si applica e quanto paga l'Ecoschema due "Inerbimento delle colture arboree". Divieto di diserbo chimico e di lavorazione nell'interfila per tutto l'anno. Deroghe per gli oliveti alle prese con la Xylella

Gli ecoschemi della Pac 2023-2027 sono un sostegno agli agricoltori per regimi a favore del clima e dell’ambiente, che devono essere adottati dagli Stati membri alle condizioni stabilite dal Reg. Ue 2021/2115 e come ulteriormente specificato nei loro piani strategici della Pac. Le scelte nazionali sono state adottate a dicembre 2022 con il Piano Strategico della Pac (Psp) dell’Italia, approvato con Decisione della Commissione europea C (2022) 8645 del 2 dicembre 2022 e il Decreto Ministeriale n. 660087 del 23 dicembre 2022 con cui vengono disciplinati i pagamenti diretti del primo pilastro della Pac.

L’Italia ha destinato agli ecoschemi il 25% delle risorse del Psp (percentuale minima obbligatoria, come sancisce il Reg. Ue 2021/2115), pari a 887,7 milioni di euro, suddivisi per ognuna delle cinque tipologie. Più precisamente, il 42,4% all’Eco 1, il 17,5% all’Eco 2, il 16,9% all’Eco 3, il 18,5% all’Eco 4 e il 4,9% all’Eco 5 (tab. 1).

Nelle scelte nazionali del Psp l’ecoschema n. 2 denominato “Inerbimento delle colture arboree” interessa potenzialmente un’importante superficie agricola di circa 2,3 milioni di ettari, costituiti da vigneti (690.000 ettari), oliveti (1.130.000 ettari), frutteti (275.000 ettari), agrumeti (140.000 ettari), frutta in guscio (140.000 ettari) ecc.

Al fine di rispondere ai numerosi quesiti sorti sull’attuazione degli ecoschemi, il Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) lo scorso maggio ha divulgato una serie di Faq (Frequently Asked Questions, cioè risposte a domande frequenti) che forniscono alcuni importanti chiarimenti applicativi. Vediamone i contenuti.

tab. 1 Gli ecoschemi attivi in Italia
Tipologia di ecoschemi Plafond annuo %
Eco 1 – Riduzione dell’antimicrobico resistenza e benessere animale 376.424.142 42,40%
Eco 2 – Inerbimento delle colture arboree 155.325.576 17,50%
Eco 3 – Salvaguardia di olivi di valore paesaggistico 150.021.388 16,90%
Eco 4 – Sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento 162.662.918 18,50%
Eco 5 – Misure specifiche per gli impollinatori   43.359.550  4,90%
Totale ecoschemi 887.793.574 100%

 

Ecoschema 2, impegni annuali

L’Ecoschema 2 - “Inerbimento delle colture arboree” prevede impegni annuali, attivabili quindi anche per un solo anno, che si applicano alle superfici con coltivazioni permanenti e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida. Le superfici ammissibili all’Eco 2 sono tutte le colture permanenti, come definite dal Decreto ministeriale n. 660087 del 23 dicembre 2022 (art. 3, comma 1.d2): “le colture fuori avvicendamento, con esclusione dei prati permanenti, che occupano il terreno per almeno cinque anni e che forniscono raccolti ripetuti, compresi i vivai, il bosco ceduo a rotazione rapida e i sistemi agroforestali”. Rientrano quindi i frutteti, vigneti, oliveti, agrumeti, frutta in guscio, bosco ceduo a rapida rotazione ecc. Quindi non rientrano le colture arboree da legno, come il pioppeto tradizionale (con ciclo di ceduazione superiore a otto anni), mentre rientrano le short rotation forestry (ad es. pioppeto da biomassa, robinia, paulonia, ecc.), con un turno di ceduazione inferiore a otto anni (Faq n. 3).

L’ecoschema promuove la riduzione dell’erosione dei suoli, le infiltrazioni d’acqua nel suolo, la limitazione del deflusso idrico-superficiale, l’aumento della rugosità superficiale del suolo e la stabilizzazione attraverso le reti di radici. Inoltre, riduce la lisciviazione dei nutrienti contribuendo a ridurre il potenziale inquinamento delle acque sotterranee. Ha, quindi, un effetto mitigativo dei cambiamenti climatici in quanto determina maggiori apporti unitari di sostanza organica nel suolo e al contempo riduce l’emissione di CO2, limita, inoltre, i rischi degli impatti legati ai fitofarmaci.

Possono accedere al premio gli agricoltori attivi, che mantengono l’inerbimento spontaneo o seminato nell’interfilare delle colture arboree, all’interno della superficie oggetto di impegno, rappresentata dalla Superficie agricola utilizzata (Sau) investita a colture permanenti, come individuata e misurata nel Sistema di Identificazione delle Parcelle Agricole (Sipa).

Gli impegni aggiuntivi riguardano l’interfilare delle colture arboree o, per le superfici non coltivate a filare, sulla superficie esterna alla proiezione verticale della chioma della pianta.

Per accedere al premio, l’agricoltore, oltre alla condizionalità, deve rispettare quattro impegni aggiuntivi (tab. 2):

1. inerbimento dell’interfila;

2. limitare l’uso di fitosanitari;

3. non lavorazione del suolo nell’interfila;

4. gestione della copertura vegetale erbacea mediante operazioni di sfalcio, trinciatura-sfibratura, senza asportazione della vegetazione erbacea dal terreno.

Interfila inerbito in un meleto in Trentino

Inerbimento dell’interfila

Il primo impegno riguarda l’inerbimento, cioè il mantenimento della copertura vegetale erbacea, spontanea o seminata, su almeno il 70% della superficie oggetto di impegno, che non può essere variata, tra il 15 settembre dell’anno di domanda e il 15 maggio dell’anno successivo. Quindi, in caso di adesione nel 2023, tra il 15 settembre 2023 e il 15 maggio 2024.

L’inerbimento può essere anche spontaneo e deve riguardare l’interfilare, mentre sulla fila o sotto la proiezione della chioma, il terreno può essere lavorato e/o non inerbito. La verifica dell’impegno prevede che almeno il 70% della superficie oggetto di impegno mantenga una copertura vegetale erbacea. Il 70% è calcolato come rapporto tra la Sau ammissibile inerbita della coltura permanente e la Sau totale ammissibile della stessa coltura permanente, come misurata nel Sipa.

Vigneto con interfila inerbiti alternati ad altri nei quali il terreno è stato lavorato. Così non si soddisfano i requisiti per l’Ecoschema 2

I limiti all’uso di fitosanitari

Il secondo impegno riguarda la non esecuzione, o meglio il divieto, di trattamenti di diserbo chimico durante tutto l’anno, cioè il periodo compreso tra il 16 maggio dell’anno di domanda e il 15 maggio dell’anno successivo. Quindi, in caso di adesione nel 2023, tra il 16 maggio 2023 e il 15 maggio 2024. Invece, sotto la fila, il diserbo chimico è ammesso tutto l’anno. Di fatto, ciò significa che il contenimento dell’inerbimento può avvenire solo con mezzi meccanici: falciatura, trinciatura, sfibratura.

tab. 2 Gli impegni dell’ecoschema 2
IMPEGNI IM01 Inerbimento (spontaneo o artificiale) dell’interfila o, per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma. L’inerbimento deve essere mantenuto su almeno il 70% della superficie oggetto di impegno, con una copertura vegetale erbacea, spontanea o seminata, che non può essere variata tra il 15 settembre dell’anno di domanda e il 15 maggio dell’anno successivo
IM02 Non esecuzione di trattamenti di diserbo chimico
IM03 Non esecuzione di lavorazioni del suolo nell’interfila durante tutto l’anno. È consentita la semina che non implichi la lavorazione del suolo
IM04 Durante tutto l’anno, gestire la copertura vegetale erbacea mediante operazioni di sfalcio, trinciatura-sfibratura della vegetazione erbacea
PLAFOND 155,3 milioni di euro
PAGAMENTO 120 €/ha (previsto)

 

Non lavorazione del suolo

Il terzo impegno riguarda la non esecuzione, o meglio il divieto, di lavorazioni del terreno che compromettano il manto erboso durante tutto l’anno su tutta la superficie inerbita nell’interfila o all’esterno della proiezione verticale della chioma. È anche consentita la semina, purché non implichi la lavorazione del suolo (semina su sodo).

In altre parole, durante tutto l’anno, sulla superficie inerbita, non si possono eseguire lavorazioni che rompano il cotico erboso (Faq n. 7), quindi neanche la ripuntatura, la rippatura o la discissura (Faq n. 14) e il sovescio (Faq n. 16). Invece, sulla fila, le lavorazioni sono ammesse tutto l’anno.

Gestione della copertura vegetale

Il terzo impegno riguarda la gestione della copertura vegetale: durante tutto l’anno, la gestione della copertura vegetale erbacea deve essere eseguita esclusivamente tramite operazioni meccaniche di sfalcio, trinciatura, sfibratura.

Non è perciò consentita la gestione dell’inerbimento tramite pascolamento (Faq n. 9) e nemmeno operazioni di gestione del cotico erboso, ordinarie o straordinarie, che vadano a compromettere e interrompere la copertura del manto erboso.

Deroghe per la Xylella

L’ecoschema 2, tuttavia, dispone la possibilità di derogare agli impegni nei casi in cui vi siano particolari disposizioni previste dai Servizi fitosanitari e finalizzate al contenimento eradicazione di fitopatie o di parassiti, come ad esempio la Xylella fastidiosa. Al riguardo, le Regioni devono trasmettere i provvedimenti delle competenti autorità fitosanitarie ad Agea, nelle modalità e nei tempi che saranno definiti dalla stessa agenzia, al fine di consentire l’applicazione delle relative deroghe nel corso dei controlli.

In altre parole, i Servizi fitosanitari possono prevedere diverse disposizioni indirizzate al contenimento o all’eradicazione di fitopatie o di parassiti (es. Xylella fastidiosa); in tal caso, gli agricoltori devono rispettare le disposizioni dei Servizi fitosanitari, anche se contrastano con gli impegni dell’Eco 2 e beneficiano ugualmente del pagamento.

Importo del pagamento

Il pagamento viene concesso sul 100% della superficie della coltura arborea, sia quella inerbita (almeno il 70% della superficie), sia quella non inerbita (sulla fila o sotto la proiezione della chioma al massimo 30% della superficie).

Gli importi unitari effettivi da erogare, per ciascun anno di domanda, sono determinati in base al numero di ettari ammissibili che hanno diritto a ricevere il premio. Per tale motivo gli importi possono subire delle variazioni in base al volume delle adesioni.

Per tale ragione se le domande o gli ettari ammissibili al sostegno nell’anno di domanda fossero maggiori rispetto alle disponibilità del plafond, il sostegno previsto (120 €/ha) sarà riproporzionato in base alle risorse massime disponibili (vedi tab. 3).

Il pagamento è concesso come pagamento annuale compensativo al pagamento di base, quindi, per accedere all’ecoschema, l’agricoltore non deve necessariamente possedere i titoli sulla superficie oggetto di impegno.

tab. 3 Importi unitari dell’ecoschema 2 (€/ha)
Importo unitario previsto €/ha Minimo €/ha Massimo €/ha
Inerbimento delle colture arboree in aree diverse da Zvn e zone Natura 2000 120 81,40 283,57
Inerbimento delle colture arboree in zone Natura 2000 144 97,67 340,28
Inerbimento delle colture arboree in zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (Zvn) 144 97,67 340,28

Cumulabilità

È possibile combinare sulla medesima superficie l’adesione ad Ecoschema 2 con quella ad altri interventi (ecoschemi, interventi settoriali e interventi agro-climatico-ambientali) complementari e compatibili, posto che in ogni caso sia assicurata la non duplicazione dei pagamenti per gli impegni che si sovrappongono.

Il pagamento dell’Ecoschema 2 è cumulabile con quello dell’Ecoschema 3 “Pagamento per la salvaguardia di olivi di interesse paesaggistico”.

Invece l’Ecoschema 2 non è cumulabile con l’Ecoschema 5 “Pagamento per misure specifiche per gli impollinatori”. Infatti, la pratica che accomuna questi due ecoschemi è l’inerbimento, con l’unica differenza che nell’Eco 5 deve essere effettuato solo con colture specifiche di interesse apistico, a differenza dell’Ecoschema 2 dove non ci sono vincoli.

Dal punto di vista del pagamento, l’agricoltore che aderisce all’Ecoschema 5 per le colture arboree beneficia di 250 €/ha, mentre per l’Ecoschema 2 sono 120 €/ha.

Vantaggi e svantaggi

L’inerbimento è già praticato in moltissime aziende del Nord Italia e genera molti vantaggi da punto di vista ambientale (riduzione dell’erosione, miglioramento della struttura del terreno, penetrazione dell’acqua, aumento della sostanza organica nel suolo) e agronomico (possibilità di accedere più facilmente con le macchine operatrici per i trattamenti della coltura arborea, contenimento della flora infestante dannosa).

Ma ci sono anche degli svantaggi che devono essere attentamente valutati dall’agricoltore in base alle proprie esigenze aziendali. Il principale è rappresentato dalla competizione idrica. Inoltre, durante l’estate, la presenza di un cotico erboso secco rischia l’innesco di incendi. Infatti, l’inerbimento è meno diffuso in molti areali del Sud Italia, dove gli agricoltori stanno valutando i vantaggi, tra cui il sostegno, e gli svantaggi.

Un’interfila più verde contro il climate change - Ultima modifica: 2023-08-03T16:36:09+02:00 da K4

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