Così i giovani imprenditori diffondono l’agricoltura 4.0

Vantaggi per l’ambiente e il reddito grazie all’innovazione di Bayer

Imprese smart: l'esperienza di un tecnico e di un contoterzista, entrambi under 30, con la piattaforma Climate Fieldview

Sono le nuove leve
a diffondere il paradigma
dell’agricoltura 4.0
nel nostro Paese.

E allo stesso tempo è la digital farming a innescare il necessario ricambio generazionale del comparto primario italiano.

Una doppia evoluzione favorita dalla predisposizione all’innovazione dei nativi digitali, dalla migliore connettività e dalla disponibilità di nuovi dispositivi smart, efficaci ed intuitivi, come la piattaforma per la raccolta, l’analisi e la gestione dei dati Climate Fieldview di Bayer.

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Servizi personalizzati per fidelizzare i clienti

Fieldview drive, il device a forma di piccolo cilindro capace di “dialogare” con tutte le attrezzature

«Sono oltre mille– informa Fabio Roverso, Field product lead di Bayer – gli agricoltori italiani che stanno usando la nostra piattaforma e nella maggioranza dei casi si tratta di realtà in cui le nuove generazioni sono coinvolte nei processi di gestione dell’azienda». Lo dimostrano le esperienze di Mattia Emiliani, contoterzista venticinquenne di Molinella (Bo) e di Riccardo Sanchini, agronomo trentenne, tecnico della Manganelli Spa di Ponte San Giovanni (Pg), società di rilievo nella distribuzione di mezzi tecnici per l’agricoltura. Entrambi hanno spinto le loro realtà di riferimento a investire nell’evoluzione del digital farming riuscendo così a fidelizzare i clienti con servizi personalizzati.

«Chi vede, crede»

Mattia Emiliani, contoterzista di Molinella (Bo)

«Il primo passo e la prima sfida – testimonia Mattia Emiliani  - è quella di far capire l’importanza della mappatura delle rese per diffondere un modo completamente diverso di gestire le produzioni e le aziende».

È l’abc dell’agricoltura di precisione, ma secondo Emiliani è ancora necessario un cambio di mentalità per comprendere l’importanza dell’agricoltura digitale, sia per la sostenibilità ambientale che per le tasche dei produttori.

Mattia gestisce assieme al padre Piero un’impresa agricola di complessivi 450 ettari in due corpi aziendali, specializzata in cereali e leguminose (grano tenero e duro, mais, soia) e patate da consumo e serve circa 5mila ettari nelle provincie di Bologna, Ravenna e Ferrara con l’azienda agromeccanica. Di questi circa 650 ettari sono passati, grazie all’opera di convincimento di Mattia, alla gestione digitale con il monitoraggio di Climate Fieldview, con 170 ettari dove viene eseguita la semina a rateo variabile di mais e circa 100 dove si esegue invece la concimazione a rateo variabile del frumento.

Operazioni eseguite grazie a un parco macchine che comprende:

  • 10 trattrici,
  • 2 mietitrebbiatrici (su cinque),
  • 2 trince semoventi (sempre su cinque) tutte con isobus e gps integrato, in grado di mappare in tempo reale gli appezzamenti lavorati,
  • più spandiconcime e seminatrici a rateo variabile.
Mattia Emiliani gestisce la semina a rateo variabile con Climate Fieldview

Emiliani utilizza da tre anni la piattaforma Climate Fieldview su tutta la superficie dell’azienda di proprietà (entra nel quarto anno con le prossime semine). «Tra tutti i sistemi che ho provato è il più semplice e intuitivo da utilizzare e si interfaccia facilmente con un numero elevato di attrezzature».

Zone “rosse” sparite in 3 anni

Per convincere i clienti dei vantaggi dell’agricoltura digitale organizza delle giornate di prova presso i campi della propria azienda.

«Il dato più convincente – dice – è quello di aver visto sparire, nel corso di questi tre anni, le zone più problematiche, quelle indicate in rosso nelle mappe di prescrizione generate da Climate Fieldview». Si tratta di zone che, per motivi che nella zona bassa bolognese sono ascrivibili spesso alla tessitura del suolo, con presenza maggiore o minore di sabbia, sono caratterizzate da minore fertilità e resa.

«Su frumento tenero e duro la gestione a rateo variabile della semina e della concimazione ha consentito di ottenere più omogeneità, innalzando queste zone sui livelli di produttività del resto della superficie aziendale».

Le mappe di prescrizione di Climate Fieldview

Le mappe di prescrizione di Climate Fieldview sono infatti elaborate in base ai dati storici di resa (conservati in memoria in mappe georeferenziate) e da rilevamenti di differente tipologia come il monitoraggio dell’indice Ndvi della coltura attraverso satellite, il calcolo dell’evapotraspirazione, l’analisi del terreno.

Dati che uniti consentono di elaborare un preciso piano di fertilizzazione, di semina o di trattamento fitosanitario adattati alle esigenze di ogni frazione di appezzamento. Dati che è possibile razionalizzare, correggendoli manualmente e inserendo in maniera puntiforme i dosaggi desiderati (ad esempio: -10-20% nelle zone più fertili, +10-20% in quelle più problematiche).

Fieldview drive, il device a forma di piccolo cilindro messo a punto da The Climate Corporation, consociata di Bayer e tra i leader nell’innovazione digitale per l’agricoltura, esporta il file di prescrizione nel formato adatto al proprio sistema di lavoro: la piattaforma è infatti compatibile con tutti i marchi e i vari software di guida satellitare presenti oggi sul mercato.

«Nel caso della fertilizzazione, in media, le unità di concime distribuite per ettaro non

la gestione della semina a rateo variabile con Climate Fieldview

aumentano, anzi possono diminuire, ma il rateo variabile consente di ripartirle in modo decisamente migliore».

Un sistema di gestione colturale applicato sin dal principio su grano tenero e duro, mentre sulle patate, anche per la mancanza di seminatrici adatte a questo scopo su questa coltura, Emiliani ricorre a Climate Fieldview solo per un attento monitoraggio aziendale.

«Una soluzione che ci ha comunque permesso una gestione più razionale della fertirrigazione, differenziandola in base alle effettive esigenze dei diversi settori coltivati».

Esperienze positive che spingono Emiliani a investire anche su irroratrici a rateo variabile per poter gestire, dal prossimo anno, anche gli interventi di difesa e di diserbo con il sistema Climate Fieldview.

“Telelavoro” grazie al satellite

E il periodo del lockdown ne ha messo in luce un ulteriore vantaggio: nella zona dove opera Emiliani è infatti presente anche l’area di Medicina (Bo), dichiarata rossa nel periodo caldo della pandemia. In questo caso i passaggi settimanali del satellite hanno consentito agli imprenditori agricoli bloccati a casa dal provvedimento di monitorare su smartphone, attraverso l’apposita app di Climate Fieldview, lo stato di salute delle proprie colture, comunicando al contoterzista l’eventuale necessità di un intervento. Un vantaggio che differenzia il telerilevamento da quello dei sensori di prossimità e che ci porta agli albori del telelavoro anche in agricoltura!

«I margini per gli agricoltori sono sempre più risicati – chiosa Emiliani-: è necessario rimanere al passo con i tempi e investire in innovazione per riuscire a tirare fuori, in maniera sostenibile, il massimo da ogni singolo ettaro ottimizzando tutte le risorse a disposizione e contenendo i costi».

La professionalità fa vendere

Riccardo Sanchini, agronomo consulente tecnico di Manganelli di Perugia

Una considerazione che, paradossalmente, visto il diverso ruolo, viene condivisa anche da Riccardo Sanchini. L’interesse di una rivendita dovrebbe essere infatti quella di vendere più input tecnici, invece sistemi come Climate Fieldview consentono di razionalizzarne l’impiego, arrivando, a conti fatti, a contenere le spese.

«Questo è un modo superato di vedere il nostro ruolo: la vendita va approcciata in maniera professionale, non bisogna vendere forzatamente». E nel caso dell’agricoltura 4.0 la professionalità e la competenza sono proprio gli ingredienti che mancano.

Per questo Sanchini ha deciso di puntare, dallo scorso marzo, su Climate Fieldview. Dapprima per mappare gli appezzamenti nei quali veniva effettuata la riproduzione della semente, poi per tracciare, grazie alla collaborazione di alcuni contoterzisti, le rese produttive dei clienti più attrezzati, tenendo traccia dei risultati ottenuti. Un’opera che solo al primo anno ha consentito di tracciare 800 ettari di Sau in Umbria.

Risparmiare da subito

l’attività di mappatura delle rese di orzo in Umbria coordinata da Riccardo Sanchini ed effettuata dal contoterzista Paolo Benedetti

«Siamo al primo anno di agricoltura digitale. Gli indici Ndvi ricavati dalle mappe di Climate Fieldview ci sono serviti per dare indicazioni per concimazione empiriche, contenendo un 10% di dose - sia nella concimazione di base che in quella di copertura – nelle zone dove la coltura risulta più vigorosa, e al contrario aumentando la dose dove è più in sofferenza».

«Dal prossimo anno i dati storici ci consentiranno di elaborare piani di concimazione più razionali e anche piani di difesa e diserbo per chi utilizza irroratrici a rateo variabile».

Andare in bici senza cambiare marcia

Il problema è infatti che, nelle aziende più evolute, i finanziamenti e gli iperammortamenti legati soprattutto al piano agricoltura 4.0 hanno spinto molti produttori e contoterzisti a investire in macchine e attrezzature equipaggiate con gps e isobus, senza però avere le competenze per utilizzarle.

«In questo caso non effettuare la mappatura delle rese è come viaggiare in auto o bicicletta senza mai cambiare marcia». L’assistenza tecnica di Sanchini consente invece di cambiare decisamente marcia: le colture su cui ha operato sono frumento tenero e duro, orzo e colza, per poi passare presto a sarchiate come mais, girasole e sorgo.

«L’obiettivo è quello di garantire un’assistenza tecnica professionale, tarata su misura campo per campo, migliorando le performance dei prodotti in modo da unire vantaggi per il portafoglio e per l’ambiente».

Un servizio che già al primo anno è stato decisamente apprezzato. «La variabilità climatica – constata Sanchini - e la diffusione di sempre nuove patologie sta causando difficoltà a gestire sia la concimazione che la difesa anche in Umbria».

Con il paradosso di colture come l’orzo da granella, un tempo considerata “frugale”, invece oggi viene trattata quanto e più del frumento per i ricorrenti attacchi di elmintosporiosi, rincosporiosi e ramularia. E, all’opposto, la versione trinciata dell’orzo da bioenergia, che non viene mai trattata.

Un futuro da costruire

«Il ricorso a un sistema come Climate Fieldview consentirebbe invece di valutare l’eventuale sostenibilità economica di un trattamento fungicida in fase di botticella e di valutare la risposta di ogni diversa varietà a fertilizzazione e difesa».

Sanchini si sta organizzando per raggiungere questo scopo e, nel frattempo, ha allargato l’orizzonte anche a colture poliennali come la vite.

«La mappatura dei vigneti con Climate Fieldview – testimonia - sta fornendo spunti molto interessanti per programmare interventi per gestire, nel tempo, le differenze spazio temporali di vigoria». Perché il vantaggio dell’agricoltura digitale è per il presente, ma soprattutto per il futuro. E per questo motivo viene apprezzata soprattutto da giovani imprenditori, contoterzisti e consulenti consapevoli e preparati.


I Quattro tipi di funzionalità di Climate Fieldview

FieldView è uno strumento a supporto dell’attività degli agricoltori a 360°. «Si tratta – spiega Nikolas Mitroulias, Field product specialist di Bayer - di uno strumento facile da usare che consente agli agricoltori di “sfogliare” su smartphone le mappe dei campi e ottenere rapporti sulle performance in tempo reale». 4 le principali funzionalità:

  • connettività, con la possibilità di raccogliere e archiviare in un’unica piattaforma digitale i dati raccolti dalle operatrici in campo e i dati inseriti manualmente per poi consultarli accedendo al proprio account Climate Fieldview;
  • strumenti di analisi del rendimento, per comprendere meglio la variabilità dei diversi appezzamenti;
  • ottimizzazione di semina e fertilità, ovvero la possibilità di creare mappe di prescrizione per gestire semine e fertilizzazione con rateo variabile in base ad obiettivi personalizzati;
  • immagini avanzate per il monitoraggio dei campi, Fieldview è collegato con il sistema di satelliti Sentinel in grado di rilevare circa due volte alla settimana gli stessi appezzamenti. Fieldview è in grado di processare le immagini ad alta risoluzione migliorandone la qualità e consentendo di memorizzare note di campo geolocalizzate.

Se hai meno di 40 anni e sei un imprenditore agricolo è arrivato il momento di dire la tua. Edagricole e Nomisma hanno creato da due anni un'indagine permanente che mira a conoscere meglio i giovani agricoltori e le loro esigenze informative, oggi arricchita anche da una sezione sull'innovazione.

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Così i giovani imprenditori diffondono l’agricoltura 4.0 - Ultima modifica: 2020-08-24T08:09:32+02:00 da Lorenzo Tosi

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