Dalle estensive alle bacche di goji

Bacche di goji
Mercato sempre generoso per la solanacea originaria dell’Asia che rappresenta un’ottima soluzione per diversificare la produzione: a patto di usare le giuste pratiche agronomiche

«Ho scommesso sulle colture alternative per diversificare la mia azienda. Sono soddisfatto dei risultati che sto ottenendo». Ad affermarlo è Pier Carlo Torelli di Agia-Cia, classe 1990, che dal 2017 gestisce l’Agricola Terra Forte, un’azienda biologica estesa per circa 200 ettari nella Tuscia viterbese. Tra seminativi, pascoli, uliveti e bosco, Torelli ha deciso di dare una svolta all’azienda di famiglia e puntare sulle colture alternative, in particolare bacche di goji, canapa e zafferano.

bacche di goji
Pier Carlo Torelli
Come è nata questa scommessa?

Dopo aver concluso gli studi universitari in "Scienze e tecnologie agrarie e ambientali" presso la facoltà di Agraria dell'Università degli studi della Tuscia ho deciso che volevo investire le mie conoscenze nell’azienda agricola di famiglia incrementandone sostenibilità e redditività. Volevo dimostrare che l’innovazione e la tradizione possono coesistere e avvantaggiarsi l’una dell’altra. Una sfida con me stesso e con la generazione precedente, convita che il nostro terreno “forte” (da qui il nome dell’azienda), non semplice da lavorare, non fosse adatto alla coltivazione di nuove colture.

E invece?

Ho sperimentato, ho studiato il terreno e la fase vegetativa delle piante e ho realizzato i primi impianti. Non è stato semplice, specialmente per la produzione di bacche di goji. È una coltura di origini asiatiche con caratteristiche molto diverse rispetto le nostre produzioni tradizionali. Gli esperimenti sono durati due anni con un campione di 40 piante della varietà Lycium barbarum e la vigoria degli arbusti ha dato ragione a quello che sostenevo: la mia terra è adatta a coltivare tutto, basta mettere in campo le giuste conoscenze e pratiche agronomiche.

Quali sono le caratteristiche del goji?

È una pianta molto resiliente. È difficile che l’arbusto si secchi completamente, anche dopo cinque anni. Nella maggior parte dei casi la pianta fruttifica sui germogli nuovi. La potiamo a fine stagione, in maniera tale che in primavera la ripresa vegetativa sia importante, questo ci permette di ottenere ottimi risultati produttivi.

La resa è elevata?

È una coltura scalare che matura da giugno a fine ottobre/novembre. Il primo anno di impianto, dopo aver piantato ad aprile, siamo riusciti a raccogliere ad agosto già una piccola produzione di bacche. Dal secondo anno l’impianto era a pieno regime. La produzione media per pianta varia da 1,5 a 3kg l’anno, con un impianto di 2000m. Produciamo quasi due quintali l’anno di bacche di goji, certificate e tracciate. Ora sto cercando di rimpiazzare le piante più piccole con quelle più grandi e più produttive che permettono di ammortizzare molto i tempi di raccolta.

Le virtù di questo super food sono note, l’apprezzamento del mercato è costante o sta subendo una flessione?

È un prodotto ricco di antiossidanti, dalle proprietà eccezionali, che però non tutti conoscono e ha bisogno di essere spiegato nella maniera giusta. La raccolta delle bacche di goji è totalmente manuale e avviene nell’arco di sei mesi. Questo spiega perché i prezzi di vendita siano elevati. Il mercato, esploso dieci anni fa, sta tenendo. Anche se dobbiamo lottare con la concorrenza spietata e sleale della Cina. Le bacche di goji italiane sono di alta qualità, rispettano tutti gli standard produttivi, sanitari, e inevitabilmente costano di più. Noi facciamo vendita diretta e riforniamo ristoranti. Siamo soddisfatti. La richiesta c’è.

È vantaggioso di investire su questa coltura alternativa?

L’ottimo prezzo al dettaglio ne fa una coltura da integrazione del reddito. È importante però sperimentare prima di iniziare la produzione, perché è molto facile sbagliare se non si conosce la pianta. Sarebbe anche utile avere un quadro chiaro dei canali di vendita sui quali piazzare il prodotto. È una coltura impegnativa ha costi di lavorazione importanti. Testando e pianificando il risultato arriva.

Quante risorse si impiegano per coltivare il goji?

Diciamo che è una pianta mediamente sostenibile. Di inverno non ha bisogno di un’irrigazione abbondante ma con le alte temperature è opportuno fare cicli d’irrigazione brevi e frequenti se non si vuole compromettere la fase produttiva. Inoltre ha bisogno di concimazioni perché altrimenti va in crisi quando inizia la fruttificazione.

Come proseguirà il tuo percorso innovativo in azienda?

Vorrei realizzare un progetto di fattoria didattica soprattutto per i bambini, per spiegare loro i ritmi della natura e far vedere le attività che si svolgono normalmente in un’azienda agricola. L’obiettivo è anche avvicinarli a queste colture alternative, lontane dalle nostre tradizioni, dalle eccezionali proprietà e peculiarità. La formazione, l’innovazione, la sperimentazione sono il mio mantra. L’agricoltura ha bisogno di più giovani che scelgono di coltivare la terra direttamente e di farne la loro professione. Non è un lavoro facile, le difficoltà di accesso alla terra e al credito sono spesso vincolanti, ma non dobbiamo mollare. Il futuro di questo settore è nelle nostre mani.

Le 'bacche dell’eterna giovinezza' 

Il goji è un arbusto selvatico coltivato da migliaia di anni nelle valli himalayane, in Mongolia, Tibet e nelle due provincie cinesi di Xinjiang e Ningxia e sono considerate elemento essenziale della medicina tradizionale cinese per le straordinarie proprietà delle bacche, dall’elevato potere antiossidante, antinvecchiamento, stimolante del sistema immunitario, con benefici cardiovascolari e per il diabete.

Chi decide di impiantare una coltivazione di goji deve prestare attenzione poiché l’unico “frutto” commestibile fresco è il Lycium barbarum, dolce e succoso, e è anche il solo che può essere disidratato.

Si tratta di piante perenni, a foglia caduca, e a portamento arbustivo cespuglioso che si adattano a vari climi e terreni, resistono molto al freddo e sopportano climi secchi. Le piante hanno una buona vigoria, i nuovi rami in un anno possono superare il metro di lunghezza. La pianta adulta può superare i tre metri. I frutti sono di forma elissoidale, colore rosso arancio, di lunghezza di 1-2 cm, larghi 0,5-1 cm, e pesano circa 0,2-0,6 g.

Dalle estensive alle bacche di goji - Ultima modifica: 2023-09-25T19:37:33+02:00 da Laura Saggio

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